All Stars für die Romagna” è il titolo del concerto di beneficenza a sostegno della Romagna, gravemente colpita dalle inondazioni del maggio scorso, organizzato dall’Associazione Emilia-Romagna in Stuttgart (AERS) in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura Stuttgart e con il coinvolgimento del Maestro Carlo Forlivesi, imolese Doc, già professore di composizione all’università di Stoccarda e docente al conservatorio Rossini di Pesaro.

L’appuntamento è per domenica 24 settembre, dalle ore 18, nella imponente e da poco restaurata chiesa di St. Maria, Tübinger Straße, a Stoccarda.

La proposta ha fin da subito trovato l’adesione di molti artisti che si alterneranno sul palco: Susanne Leitz-Lorey (Soprano), Serena Bellini (Soprano e flauto dolce), Carlo Forlivesi (Organo), Sergio Orabona (Organo), Valerio Fasoli (Flauto traverso), Yusa Furusawa (Danza), Alessandro Giaquinto (Danza).

Il programma comprende brani di Vincenzo Bellini, Dario Castello, Claude Debussy, Girolamo Frescobaldi, Vincenzo Petrali, Giuseppe Verdi, Antonio Vivaldi, Arcangelo Corelli (il grande violinista e compositore romagnolo di Fusignano) e coreografie di Yusa Furusawa (danza tradizionale giapponese Jiuta-mai) e di Alessandro Giaquinto (danza contemporanea).

Ingresso a offerta libera, il ricavato sarò destinato alle popolazioni emiliano romagnole colpite dall’alluvione di maggio 2023.

Per ulteriori informazioni: Istituto Italiano di Cultura Stuttgart, Tel. +49711162810 – Email: [email protected]

Le interviste

Cesare Ghilardelli

Cesare Ghilardelli è il presidente dell’Associazione Emilia-Romagna in Stuttgart.

Da noi, in Italia, si dice che all’estero (ma anche in altre parti del nostro Paese) non vi è piena consapevolezza di ciò che è successo in Romagna. Lei come la vede dal suo osservatorio?
“Qui in Germania le informazioni sulle inondazioni sono comparse nei notiziari e sui giornali. Non ricordo con quale profusione ne abbiano parlato nei notiziari, ma ricercando su internet ho trovato parecchio; qui due esempi. Il primo è la tv nazionale: Tote und Evakuierungen nach Überschwemmungen in Italien | tagesschau.de. Questo invece è il quotidiano di Stoccarda: Wo sind Überschwemmungen in Italien? (Karte) (stuttgarter-zeitung.de).
In quei giorni sono stato addirittura contattato da una giornalista della SWR, che è la tv regionale (tipo la nostra RaiTre), che voleva fare un servizio in diretta, e mi ha chiesto dei contatti per intervistare una famiglia della zona colpita. Nonostante i miei sforzi non sono riuscito e non credo che il servizio sia poi andato in porto”.

Qual è il contesto nel quale si è sviluppata l’idea di questa iniziativa?
“L’Associazione Emilia-Romagna in Stuttgart è nata nel 2008 su iniziativa di alcuni emiliano-romagnoli residenti a Stoccarda e dintorni. Qui potete trovare alcune altre brevi informazioni: AERS – Associazione Emilia-Romagna in Stuttgart | MigrEr. Essendo presidente dell’Associazione Emilia-Romagna in Stuttgart (in Germania siamo solo in due, la nostra e quella di Berlino), mi sono sentito in dovere di dimostrare che anche da qui pensiamo alla ‘nostra’ gente. Anche per il terremoto del 2012 avevamo organizzato un concerto di beneficienza.
E siccome lavoro all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, ho la fortuna di poter dare più risonanza all’iniziativa. Per numerosi motivi organizzativi (soprattutto perché qui in Germania tutto va programmato con larghissimo anticipo) non sono riuscito a trovare una data più vicina ai drammatici eventi della Romagna e abbiamo così concordato la data del 24 settembre 2023. In compenso avremo come luogo la neogotica Marienkirche (St. Maria Kirche), che è forse la più bella chiesa nel centro di Stoccarda. (st. maria kirche stuttgart – Bing images)”

Come è stata accolta questa idea sia a livello organizzativo che da parte degli artisti?
“Molto meglio di quanto prevedessi. Mi sono rivolto in primis al prof. Carlo Forlivesi, organista e compositore imolese che vive a Stoccarda ed è nostro socio, che si è gettato a capofitto nell’impresa e da un suo concerto d’organo (che era la mia idea originaria) ha creato questo evento ‘All stars’, mobilitando ben altri sei musicisti e artisti di rilievo nell’ambiente culturale di Stoccarda. Tutti hanno aderito con entusiasmo. Altri musicisti, da me contattati, avrebbero pure accettato, ma si trovano fuori città o altrimenti impegnati”.

Come saranno utilizzate le eventuali risorse che si ricaveranno?
“Stiamo in effetti ancora cercando uno o più destinatari. Il nostro obiettivo è di trovare un Comune o un’istituzione (parrocchia, Pro Loco, Croce rossa…) con progetti ufficiali di ricostruzione, così come avevamo fatto nel 2012, destinando l’importo raccolto al Comune di San Felice sul Panaro”.

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Carlo Forlivesi è nato a Imola, è un compositore, musicista, ricercatore e pedagogo, ha condotto la sua attività in quattro continenti ed è internazionalmente reputato uno ddei massimi esponenti della sua generazione per qualità ed originalità del suo lavoro.

Il Maestro Carlo Forlivesi (foto di Joel Miller, http://joel-miller.net)

Carlo, come hai vissuto a distanza la tragedia che ha colpito la Romagna?
“Appena sono venuto a conoscenza delle piogge torrenziali che hanno fustigato la Romagna ho immediatamente scritto ad alcuni amici per sapere come stessero e quale che fosse la situazione del territorio. Non che potessi far molto da lontano, ma chiaro che ci si deve rendere disponibili di fronte a questi drammi che toccano la vita delle persone. Nessuno dei miei conoscenti ha riportato grossi danni, però ho saputo di altri che si sono ritrovati tra forti disagi se non colpiti purtroppo anche da qualche tragedia”.

Quali le sensazioni di fronte ad un evento del genere?
“Francamente, quanto accaduto mi pare un disastro annunciato, era solo un fatto di tempo. La Romagna è, come altri luoghi in Italia, un territorio densamente popolato e sfruttato, anche per questa ragione esige particolare attenzione, un’attenzione che oramai non riceve da anni o forse decenni. Tutto questo è simbolo della trasandatezza sociale, ambientale e culturale – tutti fattori uniti in definitiva – che sta attraversando il Paese. Ricordo quando da bambino mio nonno mi parlava dei canali della bassa, che gli uomini, lui compreso, dovevano scavare con badile, carriola e sudore, per permettere alle acque di defluire, tutto parte di quel complesso sistema idrico che i nostri avi hanno dovuto pianificare, costruire e gestire. Oggi riempiamo di satelliti il cielo, realizziamo armi tecnologiche avanzatissime che regaliamo o vendiamo a questa o quella nazione (per produrre morte e distruzione), pianifichiamo costosissime strutture (che magari vengono poi abbandonate), eppure… quando si cerca qualche fondo per la terra su cui viviamo, quella terra che dovremmo amare più di noi stessi, ecco che tutta la forza economica scompare ed emerge solo uno scenario di crisi, miseria e squallore. La medesima cosa accade per la cultura, dunque è un sistema malato che purtroppo non cambia”.

Come è nata l’idea del concerto?
“Un giorno parlando proprio della Romagna col dottor Cesare Ghilardelli dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, salta fuori questa idea del concerto. Cesare è anche il presidente dell’Associazione Emilia-Romagna a Stuttgart e senza di lui questo progetto non sarebbe partito. Io ho solo preso su la sua proposta e cercato di strutturarla e amplificarla artisticamente. Anche il direttore dell’Istituto Giuseppe Restuccia ha subito abbracciato l’idea e personalmente sono molto fiero di questi italiani dal cuore d’oro, in gamba e che sanno muoversi con solerzia”.

Quando avete presentato la proposta ai tuoi colleghi, qual è stata la risposta?
“Molto positiva e in tanti hanno aderito. Alessandro Giaquinto di Reggio Emilia è una star del corpo di ballo del teatro di Stoccarda, realizzerà un coreografia insieme ad altre due sue colleghe su musica suonata da me. Poi anche mia moglie Sayuri danzerà un paio di pezzi tradizionali giapponesi. A loro si affiancheranno altri musicisti di prestigio: la soprano siciliana Serena Bellini e la sua collega tedesca Susanne Leitz-Lorey, il flautista veneto Valerio Fasoli e il collega organista Sergio Orabona, napoletano. È il caso di dire che l’Italia si stringe intorno alla Romagna”.

Quali gli obiettivi dell’evento?
“Sarà un evento seguito da molti, creato per raccogliere qualche fondo da destinare a una iniziativa di recupero che vorremmo sposare, forse nell’imolese o in vallata. E chiaramente si fa anche per sensibilizzare le persone oltralpe su quanto accaduto nella regione.
Però vorrei non creare malintesi: il nostro non è un atto di riconoscenza verso il territorio, tanto più che di romagnolo purosangue ci sono solo io in questo gruppo di eccellenti artisti; per tutti noi è stata una questione di cuore, una mano rivolta verso chi si è trovato in una situazione sfortunata. Da parte di tanti di noi che giocoforza siamo dovuti finire fuori dall’Italia per trovare una qualche dignità nel nostro lavoro artistico, il rapporto con l’Italia è ancora difficile; resta un paese clientelare e non meritocratico, dove regna invidia e chiusura mentale. La Romagna purtroppo non fa eccezione. Ci diamo da fare tra persone di buona volontà nella speranza che in un qualche modo le cose cambieranno…”.