Destinare risorse già stanziate dal Governo per famiglie e imprese agricole colpite duramente dall’alluvione e sinora utilizzate solo in piccola parte per ristorare i danni. Come i 900 milioni destinati agli ammortizzatori sociali (di cui finora ne sono stati richiesti 30) e i 300 milioni per aiutare le imprese dell’export, di cui attualmente sono stati impiegati circa 12-13 milioni. Dunque, oltre un miliardo di euro che restano inutilizzati e che rischiano di tornare nei ministeri anziché andare a famiglie e imprese alluvionate.
È la prima proposta di emendamento al Decreto-legge n. 104 del Governo (“Disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici”), nella parte sulla ricostruzione post alluvione (l’articolo 23) chiesto il 19 settembre in Regione dal presidente Stefano Bonaccini e da Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, presidente della Provincia e presidente nazionale Upi (Unione Province d’Italia); Marco Monesi, consigliere delegato della Città Metropolitana di Bologna; Enzo Lattuca, sindaco di Cesena e presidente della Provincia di Forlì-Cesena.
La seconda proposta prevede l’introduzione del credito d’imposta per risollevare le zone colpite dall’alluvione, seguendo lo schema adottato per il terremoto del 2012: le banche anticipano le risorse necessarie a cittadini, famiglie, aziende per ripristinare i danni subiti e poi lo Stato le ristora attraverso detrazioni fiscali. Uno strumento snello che semplificherebbe la vita di cittadini e imprese, assicurando tutte le risorse necessarie e consentendo allo Stato di spalmare l’impatto finanziario su 25 anni, anche attraverso il ponte di Cassa Depositi e Prestiti.
Infine, ed è il terzo emendamento formalizzato nei giorni scorsi al Senato, la possibilità di rafforzare le strutture tecniche di tutti gli Enti pubblici, individuati dal commissario Figliuolo come soggetti attuatori per gli interventi su fiumi, canali, strade, frane e edifici danneggiati – dai Comuni alle Province, dall’Agenzia regionale di sicurezza territoriale e protezione civile ai consorzi di bonifica – con assunzioni a tempo determinato.
“Sono pienamente d’accordo con il presidente Bonaccini e gli altri sindaci e presidenti di Provincia – dichiara il sindaco di Imola e presidente del Circondario Marco Panieri -. Bisogna dare ai Comuni quanto prima le risorse necessarie per riassestare il territorio, finora sono solamente arrivati l’80% dei fondi della somma urgenza e diciamo grazie, ma mancano il grosso dei finanziamenti che per il Circondario sono in totale circa 65 milioni. E soprattutto mancano quasi del tutto gli aiuti alle famiglie e alle imprese agricole duramente colpite dall’alluvione e dalle conseguenti frane. Infine, non c’è ancora una mappatura esatta delle zone da ristorare, per parlare solamente di Imola non sappiamo ancora se Zello e Casola Canina rientrano, secondo il commissario Figliuolo e la struttura che lo supporta, fra i territori da aiutare”.