Al giorno d’oggi, per un appassionato dello sport è impossibile immaginare di non essere aggiornato in tempo reale su un evento sportivo. Nell’epoca in cui viviamo, in cui ogni atleta professionista ha un profilo social, persino sapere poco o nulla della vita privata dei nostri beniamini sarebbe inimmaginabile. Eppure, c’è stato un tempo in cui per il tifoso informarsi era decisamente più complesso.
Il giornalismo sportivo italiano, infatti, nasce alla fine dell’Ottocento, crescendo esponenzialmente nei primi anni del Novecento in concomitanza con i cambiamenti politici e culturali della società. È in questi anni che nascono le prime testate giornalistiche che oggi rappresentano delle istituzioni della comunicazione sportiva, come la “Gazzetta dello Sport”, nata nel 1896 e seguita dal “Corriere dello Sport”, istituito nel 1924.
Avendo però accesso a queste informazioni solo tramite quotidiani, il coinvolgimento del pubblico era limitato. L’informazione sportiva di quei tempi, infatti, si concentrava su riassunti e racconti degli eventi avvenuti nei giorni precedenti.
Solo con l’avvento della radiocronaca nel 1928, e successivamente con la prima partita di calcio trasmessa in tv (1954), si riuscì a coinvolgere un pubblico più vasto. Raccontare in tempo reale, a voce o con le immagini offriva infatti la possibilità di toccare emotivamente l’ascoltatore o lo spettatore. Da questo momento in avanti, gli appassionati di sport si avvicinarono notevolmente all’universo sportivo.
Nel giro di pochi decenni, grazie all’evoluzione tecnologica sempre più persone si avvicinano allo sport, trasformando quello che prima era una semplice passione in un vero e proprio fenomeno mediatico.
In pochi anni cominciano a fiorire programmi televisivi interamente dedicati all’analisi sportiva, soprattutto calcistica, alcuni dei quali perdurano ancora oggi.
Il sopravvento dell’era digitale
Con l’arrivo dell’era digitale invece, abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione dell’informazione sportiva. Innanzitutto, la nascita di magazine online come Ultimo Uomo e Rivista Undici ha dato uno spessore completamente diverso all’analisi sportiva, concedendo molto più spazio ad aspetti tecnici e tattici fin troppo trascurati in passato.
In breve, quella in cui viviamo oggi è l’era dell’accessibilità. Internet ha aperto le porte dell’informazione sportiva all’utenza, che ha solo l’onere di selezionare e consumare i contenuti che ritiene più opportuni. Piattaforme come Twitter e Instagram sono spesso utilizzate da opinion leader per dare forma alle proprie idee e incentivano a un confronto diretto con gli appassionati, mentre il web è una risorsa utilissima per individuare siti di approfondimento sugli eventi in programma.
Non va poi dimenticato YouTube, che per molti ha sostituito la tradizionale televisione ed è un canale ormai utilizzato quotidianamente da giornalisti ed esperti del settore.
Se si pensa al punto di partenza, non si può che rimanere impressionati da come e quanto l’informazione sportiva sia cambiata nel corso degli anni. I tempi della carta stampata, delle radiocronache e dei notiziari sportivi sembrano ormai un lontanissimo ricordo. Oggi, l’informazione è più accessibile e interattiva che mai e ridefinisce in toto il modo in cui gli appassionati vivono e condividono la loro passione. Ora resta solo da vedere cosa il futuro ha ancora in serbo per noi.