Riceviamo e pubblichiamo questa lettera sulla situazione in Palestina da parte di un gruppo di cittadini e cittadine che aderirono al progetto “Salaam ragazzi dell’Olivo”.

A partire dal 1988 abbiamo fatto parte di quel folto gruppo di cittadini – imolesi ed italiani – che aderirono al progetto “Salaam ragazzi dell’Olivo”, una campagna di affidamento a distanza dei bambini palestinesi che ebbe vita grazie all’iniziativa promossa da Arciragazzi ed Agesci e con l’adesione di tante organizzazioni sociali, sindacali, culturali e politiche.

Oltre 7000 furono i bambini presi in affido a distanza a livello nazionale, una settantina quì a Imola grazie alla mobilitazione ed all’impegno di centinaia di nostri concittadini.

Volevamo essere d’aiuto alle famiglie e lo facemmo aiutando i più piccoli ad andare a scuola là, nella loro terra di Palestina, nei loro villaggi, nelle loro scuole, nella Cisgiordania occupata così come nella striscia di Gaza.
E più di una volta ci siamo recati fin là, per vedere le loro condizioni di vita, le loro case, conoscere le famiglie e parlare con esponenti delle loro istituzioni sanitarie, sociali, politiche, organizzative ed umanitarie.

Siamo sempre ritornati con l’amarezza nel cuore perchè i nostri occhi sono sempre stati testimoni di una realtà semplicemente disumana.
L’occupazione illegale di quella che era – ed è! – la loro terra, gli insediamenti costruiti per dare a migliaia di coloni israeliani la possibilità di occupare terre non loro, la demolizione di case, l’esproprio e la distruzione di terreni coltivati e/o di bestiame, le violenze subite da giovani e vecchi, donne ed uomini dentro e fuori quei ghetti che sono i campi profughi, per non parlare della continua escalation di bombardamenti, raid aerei, uccisioni e sequestri, retate notturne e violenze perpetrate dalle truppe militari che scorazzano come, dove e quando vogliono, giorno e notte, su territori che più volte le risoluzioni Onu hanno chiesto di rispettare e liberare.

Da allora sono passati anni e sono successe tante – brutali ed indescrivibili – ingiustizie perpetrate nei confronti del popolo palestinese.

Quel concetto così agognato dei “2 popoli 2 Stati” è ormai diventato il paravento per un occidente che non ferma le violenze israeliane mentre per i governanti di Tel Aviv è, nè più e nè meno, che una frase senza senso e senza futuro.

Il terrorismo non è nel nostro Dna! Non fa parte del nostro modo di concepire la lotta per la liberazione e l’autodeterminazione dei popoli!

Non ci si deve sorprendere se la politica di uno Stato – in questo caso quello israeliano – che si regge su metodi, azioni e propositi realizzati incutendo disperazione e terrore nella popolazione – in questo caso quella palestinese – conduce all’odio!

In queste settimane migliaia di persone uccise, la metà di loro sono bambini, interi quartieri di Gaza distrutti, ospedali colpiti, campi profughi ridotti in macerie, coloni armati che si lasciano andare a violenze inaudite, militari che non aspettano altro che “fare la guerra casa per casa” ed – in ultimo – la proposta di dar vita ad un’altra “Nakba”, deportando donne ed uomini nel deserto del Sinai!

Tutte posizioni note e care ad Itamar Ben-Gvir, ministro della Pubblica Sicurezza del governo israeliano, che ha il controllo della polizia nazionale e della polizia di frontiera tra Israele e Cisgiordania. Ben-Gvir è noto per le sue posizioni razziste nei confronti dei palestinesi e dei cittadini arabo-israeliani ed è un accerrimo sostenitore dell’annessione totale e permanente della Cisgiordania al territorio israeliano.

Le Istituzioni devono reagire, noi uomini e donne di Imola e non solo dobbiamo reagire. La paura di schierarsi a difesa di un popolo – quello palestinese – che soffre, diventa indirettamente un sostegno a chi lo fa soffrire!

Chiediamo che si intervenga – in ogni sede in cui far sentire la voce diventi importante – per fermare la guerra, far tacere le armi, da ogni parte, e riprendere la strada del dialogo, del negoziato ma che sia un negoziato giusto e rispettoso dei diritti di chi diritti non ne ha!

Abbiamo la Palestina nel cuore e siamo al fianco del sogno di questa gente: una Palestina libera, in pace con i suoi vicini, in uno Stato riconosciuto e con continuità territoriale, autodeterminato e riconosciuto dalla Comunità internazionale, Israele in primo luogo.

Prima che il silenzio e l’indifferenza diventino una infamia ed un genocidio.

(Aldo Gardi – Marilena Andalò – Prima Zappaterra – Gabriele Dosi – Agide Melloni – Laura Ortolani – Rosanna Argelli)