Nelle settimane scorse, è stata pubblicata “Now and Then”, una nuova canzone dei Beatles, risultato di un lungo lavoro di arrangiamento – effettuato negli anni ’90 – da parte di Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison su una vecchia “demo” registrata da John Lennon al pianoforte nel 1978. La canzone ha ricevuto molte attenzioni – oltre a quelle che riceve qualsiasi cosa nuova dei Beatles – perché produrla ha richiesto l’utilizzo di un software di intelligenza artificiale per ottenere il risultato finale.

La copertina del video di “Now and then” su YouTube

A proposito di Lennon, assassinato nel 1980, e della possibilità di ascoltare di nuovo la sua voce, Ringo Starr ha detto: “Non siamo mai stati più vicini di così a riaverlo in studio, è stata una cosa molto emozionante per tutti noi”.

A fine anni ‘70 John Lennon viveva con sua moglie Yoko Ono e il loro figlio Sean in un appartamento a New York (nel Dakota Building, di fronte a Central Park), e Lennon era spesso al pianoforte o con una chitarra tra le mani: registrò anche una ballata intitolata “Now and Then”.

Nel 1994 Yoko Ono passò quelle demo a McCartney, che ci lavorò sopra insieme a Starr e Harrison. Non pubblicarono “Now and Then” perché il mix finale della canzone non fu ritenuto soddisfacente, soprattutto per l’impossibilità tecnica di isolare la voce di Lennon dal resto.

A giugno scorso, rispondendo in un’intervista su BBC Radio 4 a una domanda sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per ricreare la voce dei Beatles, McCartney disse che era stata da poco utilizzata per estrarre la voce di Lennon da un vecchio nastro, per realizzare quella che sarebbe stata “l’ultima registrazione dei Beatles”.

Nel caso di “Now and Then” l’utilizzo dell’intelligenza artificiale ha permesso non soltanto di isolare la voce di Lennon, ma anche di “completarla” con le parti di suono che nel 1994 vennero eliminate a causa della ripulitura. Una volta ottenuta una voce chiara di Lennon, quella linea melodica è stata normalmente utilizzata per il mixaggio insieme alle altre tracce. Per la chitarra ritmica di Harrison, morto nel 2001, è stata utilizzata la registrazione della sessione del 1994, mentre McCartney e Starr hanno risuonato dal vivo le loro parti. Al mixaggio finale è stato quindi aggiunto un arrangiamento di archi, suonati sulla base di una partitura di McCartney nei Capitol Studios, in California, da musicisti che non sapevano a cosa sarebbe servita la loro registrazione.

Il risultato è una canzone dei Beatles, forse l’ultima che potremo ascoltare, reale, viva, anche se John Lennon canta nel 1978, George Harrison suona nel 1994, Paul McCartney e Ringo Starr ai giorni nostri.

Il primo giorno di pubblicazione del video di “Now and Then” su YouTube ha avuto circa 15 milioni di visualizzazioni.

Sono uno di costoro: ne è valsa la pena, per tornare ai nostri 15 anni e per ammirare cosa può fare la tecnologia di buono e di bello per tutti noi, ma soprattutto per ascoltare l’ultima meravigliosa canzone dei Beatles.

(Tiziano Conti)