Forse mai come in quest’occasione sembra davvero importante fare e ricevere auguri per il prossimo anno, tante sono le problematiche che ci accompagnano nella fine del 2023.
Auguriamoci, innanzi tutto che venga intrapresa qualche seria iniziativa propedeutica per arrestare le mutazioni climatiche dovute al dissennato utilizzo di combustibili fossili.
Il clima e le temperature di questo fine anno ci fanno riflettere e mentre ci godiamo questo clima quasi primaverile riflettiamo su quali potranno essere le conseguenze per i cicli naturali della vegetazione, delle colture, degli animali. Non desideriamo essere presagi di disastri, ma non è possibile non riflettere sulla possibilità che quanto è accaduto nel mese di maggio di quest’anno abbia a ripetersi: le immagini della terra non lontano dalla nostra città invasa dall’acqua non possono e non devono essere dimenticate: non sarebbe umanamente sostenibile ritrovare nostri concittadini, o comunque altre persone di questa nostra Italia o Europa, disperati mentre affrontano la lotta impari contro l’acqua stagnante, il fango misurato a spanne, le immagini di una vita distrutta.
Auguriamoci poi che abbia fine questa tragedia che vede le donne soccombere sotto la violenza del compagno, dell’amico, del marito. Di qualunque uomo. L’accettazione della liberta dell’altro rappresenta l’esatta quantificazione della nostra liberta e la non accettazione di tale assioma è destinata a deformare tutta una seria di principi che rappresentano il valore fondante di una comunità. Soccombere alla supremazia del più forte significa ritornare, per una società, all’età della pietra e subirne le devastanti conseguenze.
Di straordinaria importanza e di devastante realtà le parole di Francesco circa la guerra: “Ogni guerra è una sconfitta!” E’ una sconfitta per l’uomo, per i suoi valori, per la società intera sia che sia o che non sia, in prima persona, coinvolta nel conflitto. Basta con le immagini di fosse comune, di città distrutte, di disperazione che scava tra le macerie, di donne, uomini e bambini che piangono per la disperazione di aver perso tutto senza aver colpa alcuna.
Non lasciarci Francesco. Riempi ancora per tanto e tanto tempo il disarmante vuoto delle nostre coscienze. Rimproveraci, illuminando quanto resta della nostra coscienza, circa il vero spirito della carità. La Tua scelta di benedire, nella Casa del Signore, le coppie omosessuali apre luminosi squarci nel valore dell’accettazione del diverso, nell’accettazione di noi tutti.
Fanno rabbrividire le parole di alti prelati, i porporati, quelli che osano benedire mentre usano la parola di “blasfemia” indicando il Tuo insegnamento. Ascoltandoli, sembra di intravvedere nel loro insegnamento quello di altri prelati, di religioni diverse, quelli che fanno impiccare le donne ree di girare per la via della città a capo scoperto. Già anche loro diverse: ma diverse da chi? Non lasciarci, soli, Francesco!
Auguriamoci poi di riuscire nel vedere il bisogno di chi ci sta vicino e di riuscire a rinunciare a qualcosa di nostro per imparare a donare. Non può esserci pace nella vita di chi rinuncia a vedere ciò che accade vicino a sé stessi: non esiste cecità peggiore di chi non vuol vedere.
Continueremo, anche per il prossimo anno, a produrre le pagine di questo nostro portale, con tutta la capacità della quale siamo capaci. Porteremo alla Vostra attenzione notizie della nostra comunità e, se ne saremo capaci, qualche spunto di riflessione, sempre rivolto, in primis, a noi stessi.
Auguri a tutti voi.