Castel San Pietro Terme (Bo). Sono giovani, sani e avventurosi, amano le scoperte, le novità, la scienza e la vita naturalistica, ma non l’improvvisazione. Infatti i loro viaggi sono sempre organizzatissimi anche nei minimi particolari perché la cura che mettono nella preparazione è meticolosa, nulla è lasciato al caso.
Parliamo di Luca Grandi e Greta Tugnoli, una coppia che già conosciamo in quanto geologi e speleologi. Ciò che vogliamo raccontare è il loro lungo viaggio fatto a settembre, per vacanza, esperienza di vita e acquisizione di culture non ancora ben conosciute ai più.
Fateci sognare un po’ anche noi con questa vostra vacanza particolare.
Greta: “Lascio iniziare Luca, lui è più abituato a raccontare, il suo entusiasmo mette in moto questa sua peculiarità e a me piace ascoltarlo e sono sempre d’accordo con lui e le sue emozioni”.
Luca: “Facciamo parte dell’Associazione speleologi bolognesi e con loro siamo partiti con destinazione la più grande grotta della Bosnia, che io avevo già ispezionato precedentemente, ma Greta ancora no. Siamo partiti con il nostro automezzo dotato di tutti i possibili comfort che l’auto permette di avere e via terra da Trieste abbiamo raggiunto la Slovenia e quindi la Croazia, non seguendo l’autostrada che in Croazia costa moltissimo, ma per vie più comuni e meno trafficate. Scesi lungo la costa e direzionati verso Sud poi verso Medjugorje, qui è stato indispensabile usare l’autostrada, poi a sud ovest di Mostar in Bosnia fino a Gacko dove siamo stati una settimana per esplorare le grotte. Abbiamo convissuto con l’Associazione speleologi bolognesi e dove Greta ha sperimentato la sua discesa nella grotta più grande di questo Stato tra pipistrelli, animaletti vari e ossa di grossi animali, dove ha potuto dimostrare il suo coraggio e la voglia di sperimentare nuove emozioni.
Finita la settimana di convivenza con l’Associazione bolognese, abbiamo continuato la nostra vacanza, Greta ed io da soli con il nostro fidato Toyota Hilux che io chiamo con il nomignolo di Mulan.
A parte la discesa nelle grotte, abbiamo preso coscienza della grande povertà che regna in Bosnia, dove basta guardare il viso degli adulti, dei bambini per coglierne l’aspetto. Dove sono visibili ancora tutte le rovine causate dalla guerra e dove le persone sembrano fredde e distaccate”.
Luca è un fiume in piena, racconta a ruota libera, senza lasciare molto spazio alle domande, esibendo fotografie, cartine topografiche e mappe. Per la verità molti paesaggi fin qui fotografati, esclusa la Croazia con le sue isole meravigliose, sono piuttosto scarni e brulli. Greta sorride e annuisce cogliendo la mia sorpresa ad ogni episodio raccontato. Fin qui però nulla da invidiare a nessuno. Ora Luca qualcosa deve cambiare, per forza.
“Infatti, dice mostrando fotografie, ora siamo in un territorio completamente diverso: strade più larghe, meglio asfaltate, paesini sorridenti e invitanti. Seguendo la costa adriatica, si trovano villaggi turistici, molto ben attrezzati, ristoranti gradevoli e a prezzi ancora modici rispetto all’Italia. Si intravedono guglie di campanili di Chiese cattoliche, minareti di Moschee o campanili di Chiese Ortodosse, segno evidente della convivenza tra diverse religioni. Siamo nel Montenegro.
Seguendo la valle del fiume Tara siamo andati sull’altopiano del Durmitor e Sinjajevina fino a Kolasin. Poi passando dalla capitale Podgorica siamo giunti a Budva, sul mare. Abbiamo evitato la Serbia. Ci siamo poi spostati ancora verso Sud, in Albania, attraversato un altopiano e la vallata seguente, e per due giorni ci siamo fermati su una spiaggia molto turistica, ma per noi troppo frequentata: Lezhe.
Tornati un po’ verso Nord al lago di Scutari. Un vero spettacolo sono le Alpi Albanesi, le Prokletije, una catena montuosa e massiccia disseminata di sentieri e mulattiere. Abbiamo guidato lungo sentieri dove passavamo al pelo, scoscesi e abbastanza pericolosi. Il fiume Drina non ci è sembrato un granché e abbiamo fatto tutta la costa albanese fino alla zona di Valona. In cima a un promontorio c’è un bellissimo parco naturale.
A Sud di questo promontorio ci sono le spiagge più rinomate, le più belle e selvagge ed era la meta albanese che ci eravamo prefissati. Alla fine però erano più le aspettative che la realtà ed eravamo un po’ delusi per il troppo turismo”.
Come ti è sembrata la gente albanese? E le varie frontiere?
“Gentile, le frontiere non sono mai state un problema, carta di identità e nessuna altra richiesta”.
In pratica è stato quasi tutto un viaggio, il vostro, quasi tutto montanaro.
“Sì. Più montagna che mare, anche perché anche sulla costa il paesaggio è montuoso. L’unica zona dove la costa è simile a quella romagnola è nel Nord dell’Albania a Lezhe. Uno spiaggione molto ampio dietro il quale c’è una laguna poi c’è il mare.
Per attraversare la laguna, si deve passare su una passerella di assi malferme: una cosa terrificante! Sabbia grigia e grossolana tipo di fiume, infatti è vicina alla foce di un fiume dall’acqua molto bella e chiara. E’ stato l’unico posto dove non abbiamo visto turisti. E’ stato bellissimo”.
Greta: “Ma dai che tu sei tranquillo in quelle occasioni, fai guidare sempre me. Chissà perché?”
Luca, raccontaci qualche aneddoto divertente o curioso che vi è capitato in questo lungo viaggio.
“Beh, la ricerca di un posticino raccolto e riparato per la notte, è stata laboriosa e lo abbiamo trovato ai margini di un bosco molto folto e tranquillo. Solo il nostro automezzo in giro. Nei boschi o sulle montagne non abbiamo incontrato nessun animale selvatico, nemmeno visti in lontananza. Invece somarelli che trainavano un carretto, questi sì ne abbiamo visti.
Una cosa emotivamente non trascurabile è stato quando ci siamo fermati in uno spoglio campeggio assolato senza una qualsiasi guardiola che indicasse l’esistenza di un custode. C’erano due fuori strada parcheggiati e alle persone di questi automezzi ci siamo rivolti per informazioni. Ci hanno risposto che c’è un custode che va e viene, basta attendere. In quell’istante vediamo arrivare un vecchietto, a piedi, curvo con un cesto su una spalla. Ci salutiamo e lui ci offre la verdura fresca del cesto. Alla nostra richiesta per il pagamento dice: ‘Ma cosa vuole, mi dia 10 euro compreso il campeggio’. Alquanto basiti per la modestia gli lasciamo qualcosa in più e parcheggiamo il nostro automezzo”.
Luca, la gente che hai incontrato che impressione vi ha fatto?
“Allora le persone incontrate ci hanno fatto impressione diversa da luogo a luogo. In Bosnia un po’ fredde e distaccate, non solo nei confronti degli italiani, ma di tutti i forestieri, forse per una grossa difficoltà di comunicazione, parlavano quasi tutte in bosniaco o serbo. Facevamo fatica a capirci. Qualche parola in inglese… pare che l’anno scorso fossero più accoglienti. Puo’ essere che il turismo stia invadendo anche la Bosnia e stia dando fastidio.
Ci sono molte situazioni di miseria, strade impossibili e paragonate a quelle del Montenegro, evidenziano ancora di più la differenza. Una strada da terzo mondo, da paesi africani sottosviluppati. Era come se avesse 3 corsie: una asfaltata dove si circola, ma quando si incontrano altre auto ci si sposta sulle strisce sterrate ai bordi e naturalmente lo si fa all’ultimo secondo. Anche la frontiera dal lato bosniaco è molto modesta, formata da container appoggiati lì su un asfalto inesistente, in condizioni a dir poco spartane. Passato un ponte che stava in piedi per miracolo, appena in Montenegro c’è la classica frontiera su una strada ben asfaltata, con tettoia. Un poliziotto molto serio che parlava perfettamente inglese e a seguire una strada a 2 corsie molto bella”.
Alle diverse frontiere avete avuto problemi?
“Alcuni nostri amici li hanno avuti, alla frontiera tra Croazia e Bosnia, perché una ragazza aveva dimenticato la carta d’identità. I poliziotti croati hanno detto che per loro non era un problema ma che in Bosnia, li avrebbero respinti. Hanno dovuto attendere parecchio.
Nessuno comunque ci ha mai controllato troppo, nessun ha mai guardato dentro la mia macchina, sebbene sia tutta chiusa. Nessuno ha controllato il carico. Il poliziotto albanese ha parlato sempre in italiano ed è stato molto gentile. Alla fine la frontiera peggiore tra Croazia/Bosnia-Bosnia/Montenegro e Montenegro/Albania è stata Albania/Italia, ma non per uscire dall’Albania, ma per rientrare in Italia. La frontiera italiana è stata la più disorganizzata, la più fastidiosa.
Devo dire che dopo 3 settimane passati nei paesi balcanici Greta ed io eravamo un po’ stanchi perché comunque anche solo il guidare, pur se mi piace molto guidare il fuori strada, però dopo 3 settimane diventa impegnativo; anche se guidi in autostrada ai 100 km all’ora, all’improvviso il cavalcavia che stai per fare ha un gradino di 20 cm. Magari è anche segnalato, ma non è il solo pericolo. In autostrada puoi trovate un pedone, una bicicletta, un carretto trainato da un somarello”.
Avete mai fatto spesa nei supermercati?
“Sì in Montenegro e in Albania e ci siamo trovati bene. I prezzi dei prodotti locali sono molto bassi. I prodotti italiani che vanno molto di moda un po’ in tutto il mondo, quelli costano! I suprmercati in Bosnia e in Montenegro, sono simi li ai nostri, in Albania no. Abbiamo sempre visto dei mei minimarket e non hanno frutta e verdura fresca. Quella si trova nei negozietti esterni”.
Hanno scarsità di acqua?
“Assolutamente no, anche in montagna le zone sono carsiche quindi l’acqua circola sotterranea, però sono abbondanti le sorgenti e non abbiamo percepito problemi di siccità”.
Nelle vostre belle foto mancano le città, come mai?
“No le città le abbiamo quasi sempre evitate. Qualche foto nei paesini del Montenegro sul mare. Questa è Budva. SI trova su un piccolo promontorio e si gira a piedi nei vicoletti.
Solo chi ha delle attività in loco usa moto a 4 ruote, i Quad sulle quali trasportano materiali. Le cittadine sono ben curate e pulite nella parte storica, cosa invece che non è nella parte più moderna con dei palazzoni enormi proprio lì sulla spiaggia. Ma fra le montagne si vedono quei meravigliosi laghetti smeraldini, dove nuotano pesci che si vedono anche da lontano. Ci sono zone di pescatori e noi abbiamo gustato molte volte prodotti ittici : Una bella orata sia in montenegro che in Albania, dove abbiamo gustato la migliore. Pensa che calamari grigliati, orata, contorno , vino e acqua, abbiamo speso 35 euro in due”.
Quindi ci tornerete?
“Torneremmo senz’altro in Croazia che però sta diventando sempre più costosa. Io a dire il vero amo mete più selvagge però sono convinto che si possono trovare anche qui angoli selvaggi, perché la costa è molto frastagliata. In Bosnia tornerei perché c’è ancora tanto da esplorare per ciò che riguarda le grotte. Il paesaggio che abbiamo apprezzato di più è stato in Montenegro. Belle montagne, posti selvaggi e ci siamo trovati bene con le persone del luogo. Lo consiglierei a chiunque avesse i miei stessi gusti”.
Luca chiudiamo l’intervista tornando alle grotte.
“La grotta più profonda che abbiamo visitato si chiama Abisso Jhonny ed è stata scoperta ed esplorata dal gruppo speleologico bolognese lo scorso anno. Ha uno sviluppo di circa 1 km sull’orizzonte ed è profondo circa 150 mt. A volte queste grotte sono veri e propri inghiottitoi d’acqua. L’esperienza che ricordo più volentieri è stata una grotta che abbiamo visitato io e Greta da soli; la grotta più antica e fossile. Abbiamo fatto una arrampicata di 40/50 mt. E l’abbiamo proprio conquistata noi due soli!”
(Lina Cremonini)