La Corte internazionale di giustizia (Icj), una corte dell’Onu da 77 anni si occupa di giurisprudenza (soprattutto conflitti fra stati e diritto internazionale) e non va confusa con la Icc (Corte internazionale per i crimini [diritto umanitario]) che si occupa delle conseguenze penali delle infrazioni al diritto umanitario[2] e venne istituita con lo Statuto (di Roma) della corte penale internazionale fra il 1998 e il 2002. Entrambe hanno sede in Olanda all’Aja.
Per chiarire i differenti compiti ricordo che la Icj ha nel marzo 2022 affermato che ‘La Federazione Russa deve immediatamente sospendere le azioni militari iniziate il 24 febbraio 2022’ mentre la Icc nel marzo 2023 ha spiccato un mandato di cattura per il presidente della Federazione Russa, Putin e l’incaricata per i diritti dei bambini nel suo governo con l’accusa di ‘ deportazione illegale di popolazione (bambini [700.000 circa]) trasferiti dalla zona ucraina occupata dalla Federazione Russa[3].
Dall’11 gennaio si dibatte (su denuncia del Sud Africa, sostenuto da altri stati) se Israele sia colpevole di genocidio verso i palestinesi (non solo a Gaza), richiesta con procedura d’urgenza e un cast di professori ed esperti di diritto internazionale.
Ho sentito su Al Jazeera (e raccomando a chi conosce l’inglese di seguirla) l’impressionante lista di accuse relative all’assedio di Gaza (confermate da Amnesty, associazioni per i diritti umani, il segretario Gutierrez, l’Oms…) degli esperti.
Lo scopo dell’accusa di tentato genocidio è di ottenere un giudizio analogo a quello spiccato contro la Russia tipo ‘Israele deve immediatamente sospendere le azioni militari in Gaza’ del quale Israele ‘non se ne potrebbe importà de meno’ come dicono a Roma.
Per decine di anni esercito, politici e coloni hanno infranto le leggi umanitarie nelle zone palestinesi occupate, certi della loro impunità e della collusione degli Usa[4].
La corte Icj non ha potere ma l’Onu dovrebbe averne, le decisioni del consiglio di sicurezza sono vincolanti. Gli Usa continuano a porre il veto a mozioni di condanna della situazione umanitaria a Gaza (la parola cessate il fuoco è bandita), restando isolati, insieme a Israele che hanno sempre sostenuto militarmente e politicamente; persino l’Europa si sta smarcando.
Solo nel caso detto ‘United for peace’ uniti per la pace, un voto dell’assemblea generale può avere valore vincolante ed è probabilmente verso tale voto che ‘il resto del mondo’, guidato dalla rete diplomatica dei Brics[5] si sta dirigendo.
In questo processo la reputazione dell’Onu si va sgretolando, pur se prima di attaccare militarmente gli Houti (Ansar Allah) gli Usa e gli inglesi hanno ottenuto una decisione del consiglio di sicurezza che ingiungeva agli Houti di fermare i loro attacchi nel Mar Rosso (ma non avvallava un attacco militare allo Yemen, che ha già subito anni di bombardamenti ad opera dell’Arabia Saudita).
Noto che tali attacchi, come anche quelli di Hezbollah dal Libano verso Israele, si fermerebbero subito (e si sono fermati durante la tregua di Novembre) se Israele fermasse il medioevale assedio di Gaza con intenti di pulizia etnica (o, se così decide lo Icj, di genocidio).
Si noti la presenza di navi da guerra iraniane nella zona e il fatto che la marina francese che scorta navi commerciali legate alla Francia ha dichiarato di non voler esser parte dell’attacco agli obiettivi in Yemen, la Germania ha dovuto far pressione sulla Spagna perché non bloccasse la partecipazione EU alla coalizione assemblata nel mar Rosso, ma anche unità spagnole o italiane eventualmente presenti saranno autonome, non sotto il comando anglosassone[6].
Per alcuni giorni le forze navali anglosassoni hanno bloccato droni e missili Houthi, dopo averlo minacciato esse hanno bombardato 12 obiettivi militari in Yemen[7] il 12 gennaio, e ancora la notte tra il 12 e il 13.
Si comprende che un attacco all’Iran è dietro l’angolo.
Il 12 gennaio l’Iran ha sequestrato una petroliera nel golfo di Oman, motivandolo col sequestro di petrolio (a bordo della medesima nave) da parte degli Usa alcuni mesi fa, sequestro giustificato dalle sanzioni Usa contro il programma nucleare iraniano.
La progressione del conflitto regionale è irreversibile[8], essa è specialmente pericolosa per Israele sulla frontiera libanese, violata dall’esercito israeliano sin dal 7 ottobre, senza provocazione.
Hezbollah ha risposto al fuoco israeliano che ha preso di mira giornalisti, ambulanze e comandanti di Hezbollah e le loro famiglie. Le conseguenze (turismo, agricoltura, economia) per un Libano perennemente sull’orlo del collasso sono gravi. Su questo confine tracciato nel 1978 (dopo il ritiro di Israele dal Libano) operano truppe Onu (Unifil), circa 9000 caschi blu fra cui un milione di italiani.
Mossad e compagni a caccia ‘di terroristi’
Dall’inizio del 2024 vi è stato un rapido crescendo di assassinii e attacchi terroristi alla dirigenza dei movimenti militari de ‘l’asse della resistenza’ araba[9]. L’assassinio politico ha una lunga e gloriosa tradizione nel Mossad (servizio di intelligence israeliano) fin dai tempi degli assassinii di esperti nucleari iraniani.
Il primo grave evento è stato un razzo che il 2 gennaio ha sventrato (in zona residenziale) l’ufficio a Beirut di Hamas e ucciso sette affiliati, incluso il portavoce e numero due di Hamas Saleh al-Arouri, palestinese nato in Cisgiordania. Una conseguenza di questo attacco in Beirut è stata la sospensione delle trattative Israele-Hamas in Quatar.
L’assassinio del generale Razi Mousavi (esponente del corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche) era avvenuto il 25 dicembre a Damasco per un attacco attribuito a Israele [che in questi casi ‘non conferma né smentisce’).
Egli era amico di Qassem Soleimani, capo delle forze Quds iraniane (Guardiani della Rivoluzione) ucciso a Bagdad da un missile americano, negli ultimi giorni della presidenza Trump, quattro anni fa.
Il 4 gennaio la presidenza irachena confermò l’assassinio a Bagdad di Mushtaq Talib al-Saidi, vice comandante di unità paramilitari sciite irakene ora integrate nell’esercito nazionale[10].
Il Pentagono si assunse la responsabilità dell’attacco aereo, avrebbe agito per ‘auto difesa’. Mentre si celebra il funerale di al-Arouri il 5 gennaio due bombe o due attentatori suicidi esplodono alla commemorazione di Soleimani in un cimitero iraniano : 103 morti e oltre 100 feriti, l’Isis se ne dichiara responsabile ma Teheran ritiene Israele e gli Usa responsabili.
Il governo israeliano aggredisce militarmente campi profughi e città in Cisgiordania, dove i coloni armati operano con impunità: fino al 7 ottobre 2023 vi si contano 200 morti palestinesi, ma dopo tale data più di 300 morti e migliaia di arresti (il numero dei prigionieri nelle carceri israeliane è più che raddoppiato a oltre 10.000, le condizioni e le torture vi sono peggiorate, le garanzie legali quasi nulle).
Si direbbe che Israele voglia provocare un’escalation anche in altri territori, nonostante l’avvertimento del Pentagono che non può sostenere un conflitto su due fronti: Hezbollah è numericamente e militarmente molto più forte di Hamas. Continuare la ‘guerra’ è l’unico modo per Netanyahu di sopravvivere politicamente.
Il dissenso in Israele (indicato da importanti manifestazioni ogni venerdì nei nove mesi che precedono l’inizio del conflitto) è significativo ma soppresso[11]. A numerose, importanti manifestazioni di solidarietà con i palestinesi a New York, Parigi, Berlino Londra e Milano (di cui NON leggerete sui media, intenti a dare dell’ antisemita a coloro che protestano contro questa inaudita carneficina) partecipano associazioni di ebrei per la pace che chiedono il cessate il fuoco a Gaza. Come segnalato nel precedente articolo (‘Guerra per l’umanità, il bene vincerà’, su leggilanotizia.it, novembre 2023).
Il paese è diviso ideologicamente fra ebrei di discendenza nord-europea (askenazi) ed ebrei provenienti da paesi mussulmani (mizrahi) inizialmente circa 800.000 giunti in Israele nel corso degli anni ‘40 del XX secolo, questi ultimi sostengono l’attuale governo e il suo estremismo (pseudo) religioso.
I freni della diplomazia sono dimenticati o inservibili, ma la violenza non risolve conflitti secolari.
L’Italia
La presidente Meloni afferma che le conseguenze di una guerra regionale in Medio Oriente sarebbero ‘inimmaginabili’, lo saranno particolarmente per i paesi dell’area mediterranea e del nord Africa.
A questa eventualità occorre che l’Italia si prepari: sarebbe opportuno ritirare i nostri soldati dal confine libanese, impedendo che muoiano senza buon motivo sotto il fuoco incrociato.
Nei media alternativi e anche nella stampa ‘di qualità’ ho letto nel 2023 un crescendo di attacchi, accuse e appelli disperati alle classi politiche occidentali perché riallaccino il contatto con la realtà (o almeno le cinture di sicurezza) e ritrovino la loro capacità di mediazione e abilità diplomatica.
Il tempo per farlo è scaduto, sia nel quadrante russo-ucraino che in quello mediorientale, è scaduto nell’agosto 2023 quando l’alleanza economica difensiva dei Brics si è trasformata in blocco politico alternativo all’egemonia occidentale.
Lo vedremo in azione all’assemblea generale Onu, nell’ultimo atto che precederà l’allargamento del conflitto. Prevedo che anche una decisione a larghissima maggioranza (che isoli gli anglosassoni) non avrà esito concreto, l’escalation (cui abbiamo contribuito significativamente) sarà preferita alla diplomazia e la parola resterà, come nel febbraio 2022, alle armi[12].
L’occidente non vede che il mondo diventa multipolare, e che la supremazia della politica coloniale basata sulle flotte e le forze aeree anglosassoni è tramontata da un pezzo. Lo imparerà ‘the hard way’: rompendosi la testa. Se il conflitto regionale non si svilupperà ora verrà solo rimandato a data da destinarsi: il fuoco cova sotto le ceneri di Gaza.
Rileggendo il libro di Ingrao ‘Memoria’ mi colpisce a pagina 33 la descrizione dell’impatto che ebbe il bombardamento a tappeto di Guernica nell’aprile del 1937 durante la guerra civile spagnola, da parte dell’aviazione del maresciallo Goering, il fondatore della Gestapo.
‘Tutta la società era forata dalle bombe, esposta e trascinata nel confronto fra la vita e sulla morte… i rifugi interiori erano bruciati: questo avvertimmo’.
A scadenza rapidissima altri eventi sopravvennero e si sovrapposero a martellare cupamente che veniva ormai un altro tempo. A passi galoppanti ci trovammo di fronte ai precipizi e alle conseguenze di una crisi già cominciata, che bisognava tentare di capire’[13].
Come il piccolo gruppo descritto da Ingrao di universitari romani del Guf, antifascisti in erba, orfani di guide adulte che erano in esilio o al confino, così siamo tremendamente soli, noi cresciuti nell’area della sinistra; nella nostra opposizione alle guerre[14], all’affossamento del diritto umanitario e del governo mondiale delle Nazioni Unite ci troviamo spesso a fianco populisti o fascisti cui a fatica stringeremmo la mano, mentre i ‘compagni’ sono impastoiati da una fedeltà atlantica-ritenuta necessaria – ‘che neanche Giulio Andreotti’, il quale aveva a cuore ciò che riteneva l’interesse presente e futuro del nostro paese e dell’Europa -.
Vi ricordo che pochi chilometri a sud della Sicilia ci troveremo una base navale russa a Tobruk, unitamente a una cospicua presenza militare turca in Libia, proprio in quel pezzo di mare dove, oltre alle navi dei migranti, fluisce una parte significativa delle nostre forniture di gas da Algeria e Libia (sempre divisa, nello stato caotico in cui si trova dal 2011).
Per il calendario cinese stiamo entrando nell’anno del drago, simbolo del potere imperiale, durante il quale la storia, particolarmente nel mediterraneo, evolverà in velocità con eventi imprevisti. Amo citare ‘l’arte della guerra’, un classico cinese che esorta ‘conosci te stesso e il tuo avversario, sii preparato per delle sorprese’: poiché siamo incapaci di seguire le prime due esortazioni ricordiamoci della terza.
(Cecilia Clementel)
[1] Il titolo riprende una frase attribuita ad Hitler (quante divisioni ha il papa? PioXII), ma anche a Breznev (quante divisioni ha Berlinguer?).
[2] Le radici del diritto internazionale sono nei processi di Norimberga a cavallo fra anni 1946-1950, che punirono persone coinvolte nel regime nazista.
[3] Non è necessario che Putin fosse al corrente degli eventi, come capo di stato doveva vigilare che simili deportazioni non avvenissero. Tramite la mediazione del Vaticano alcune centinaia di questi bambini-che si trovavano in orfanotrofi ucraini-anche se alcuni avevano i genitori-sono potuti rientrare in Ucraina. In Russia si trovano circa 4 milioni di profughi ucraini.
[4] In un anno di elezioni presidenziali la lobby israeliana a Washington ha maggior potere e disponibilità finanziarie.
[5] Dal primo gennaio 2024 a presidenza russa, composto ora da Brasile, Russia, Cina e Sud Africa, in più dal 2024 Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iran ed Etiopia, e c’è la coda (India?) per entrare nel club. Si noti come i nuovi arrivati coprano geograficamente la zona cruciale per commerci (12% del commercio mondiale) e trasporto idrocarburi che va da Suez al golfo di Aqaba al Golfo Persico/Oman.
[6] Al contrario tedeschi e danesi lo sono (fonte il sito Analisi Difesa www.analisidifesa.it/2024/01/i-raid-anglo-americani-contro-gli-houti-nello-yemen
[7] Se interessa si legga in savethechildren.it ‘Guerra in Yemen, origini ed evoluzioni di un conflitto che dura da anni’ (come la guerra civile siriana il conflitto data dalle primavere arabe, 2011, causando gravissime crisi umanitarie).
[8] Vedi mio precedente articolo su leggilanotizia.it di Novembre 2023 in cui paventavo tale allargamento del conflitto. ‘Guerra per l’umanità, il bene vincerà’. Anche i molto riluttanti paesi arabi e la Turchia saranno trascinati in un conflitto regionale dal sentimento popolare. La Turchia controlla forniture petrolifere ad Israele.
[9] Israele promuove un’identificazione fra Hamas e ISIS che non ha alcun fondamento, Hamas in origine era movimento politico-sociale ispirato alla tradizione dei ‘fratelli mussulmani’ egiziani, il cui fondatore H.al-Manna fu assassinato al Cairo nel 1949.
[10] Il governo irakeno ha invitato (nuovamente!) gli USA a sgomberare le sue basi militari in territorio irakeno, che vengono quotidianamente attaccate, al più presto. Gli USA continuano a fare strame della sovranità del governo irakeno, in parallelo agli attacchi israeliani in Siria (contro milizie che vengono da essi associate all’Iran) vi sono attacchi aerei USA in risposta ai crescenti attacchi a basi americane in Siria e Irak, in spregio alla sovranità di entrambi.
[11] Vi è stato un manifesto firmato da 700 israeliani per un cessate il fuoco a Gaza e diverse centinaia di ebrei si dichiarano favorevoli all’indagine della ICJ e a una nazione palestinese: un seme di speranza per una difficile riconciliazione nella verità e nella giustizia.
[12] Si veda Roberto Iannuzzi: ‘Mar Rosso: la sfida a USA e Israele che viene dallo Yemen’, robertoiannuzzi.substack.com Intelligence fo the people 12 gennaio 2024.
[13] Ingrao, Pietro ,Memoria, Ediesse Editrice, Roma 2017, p.33.
[14] Più di cinquanta guerre sono in corso e la ‘polveriera balcanica’ si è ridestata.