Dallo scorso 16 gennaio Bologna ha adottato il limite di 30 chilometri orari per la maggioranza delle strade cittadine, con multe per i trasgressori da un minimo di 30 euro ad un massimo di 845 euro, suscitando le polemiche di cittadini e cittadine, automobilisti e autisti del trasporto pubblico che hanno espresso malcontento questa iniziativa della giunta Lepore sul piano della mobilità. Nonostante, nel primo giorno dell’entrata in vigore ufficiale, siano state solo 7 le sanzioni emesse per il superamento del limite dei 30 km/h e 5 per superamento del limite dei 50 km/h.
Un sostegno alla misura arriva per da Legambiente, quindi da un’associazione che non ha mai lesinato critiche alle amministrazione emilian o romagonle. “Le proteste di cittadini e cittadine sulle prime multe sono legate alla paura del cambiamento e perciò fisiologiche – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Esprimiamo pieno sostegno al sindaco Matteo Lepore nel portare avanti un provvedimento innovativo e importante, che ha come obiettivo la salvaguardia della vita delle persone e l’azzeramento delle morti in strada nelle aree urbane, oltre che l’integrazione tra le diverse composizioni modali di trasporto, il rispetto degli impegni climatici, la significativa fluidificazione del traffico e la riqualificazione dell’ambiente urbano mediante la restituzione di spazio pubblico alle persone migliorando la loro vivibilità, sicurezza e socialità”.
Un modello di mobilità “ben collaudato e che mostra risultati positivi nelle grandi città europee di Bruxelles, Valencia, Oslo, Grenoble, Helsinki e che consente all’Italia di recuperare i ritardi europei rispetto alla scarsa sicurezza stradale e la tutela degli utenti più vulnerabili. Siamo sicuri che, superate le resistenze iniziali, i dubbi lasceranno spazio alle certezze. Al Governo e Parlamento chiediamo di approvare tutti gli emendamenti sul nuovo Codice della strada che riguardano la moderazione della velocità e le Città 30, all’esame della Commissione trasporti della Camera, per avere un Codice della strada che sia innovativo e che non lasci Bologna essere l’unica città europea in tutta Italia (insieme ad Olbia) a misura di persona”.
“Il progetto di Bologna Città 30 richiede un profondo cambiamento culturale nella direzione giusta, per rendere più sicuri e vivibili per tutti le strade e gli spazi cittadini – aggiungono Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna e Claudio Dellucca, presidente del circolo Legambiente Bologna –. A questo punto occorre procedere con interventi urbanistico-architettonici per favorire il rispetto dei limiti nei tratti più critici della rete stradale, affiancati a una campagna di sensibilizzazione ed informazione rivolta a tutti gli utenti della strada. Sarà ugualmente importante prevedere attività di controllo della velocità con personale e dispositivi adeguati; serve però il coinvolgimento attivo della cittadinanza per far sì che la “città 30” diventi un approccio condiviso e non imposto”.