Medicina (Bo). “Nomi di piume – Vite straordinarie di scrittori donne” è il titolo dell’ultimo libro di Muriel Pavoni che verrà presentato a Medicina mercoledì 24 gennaio, ore 21, nell’ambito della rassegna “Letture davanti al camino della biblioteca” (via Pillio 1). Si tratta del primo di tre appuntamenti a ingresso libero e gratuito, organizzata e promossa dalla biblioteca comunale in collaborazione con la libreria Atlantide.
Nel primo incontro Pavoni racconta la vita di venti scrittrici italiane del Novecento (più una immaginaria) che, nonostante il loro talento, non sono state riconosciute come meritavano.
Grazia Deledda, Natalia Ginzburg, Dolores Prato, Anna Banti, Fausta Cialente, Lalla Romano e le altre protagoniste del libro sono accomunate dal momento scatenante del sentirsi scrittrici: quel momento in cui ciascuna di loro ha compreso che il proprio mestiere era scrivere.
Le donne del Novecento con l’ambizione di essere scrittrici hanno dovuto superare sbarramenti e censure. Essere consapevoli del proprio ruolo e determinate a difenderlo non è bastato a farsi riconoscere e rispettare. Tant’è che per alcune di loro la notorietà è arrivata solo post mortem.
L’autrice ne parla con Giuliana Gavelli dell’associazione PerLeDonne di Imola – Presidio di Medicina.
Muriel Pavoni nasce a Imola nel 1973, si laurea in Discipline dell’arte a Bologna nel 1998. Il suo primo romanzo esce con Giraldi editore “La discarica degli acrobati sbadati”, segue “Veduta di pianure con dame” (Edizioni La Meridiana 2015), “Fermata al tramonto con cimitero” (Augh 2017). Inoltre, ha partecipato al romanzo collettivo “Il libro delle vergini imprudenti” (Navarra 2014). Alcuni suoi racconti sono apparsi in antologie e riviste e ha scritto testi per il teatro.
Prossimi appuntamenti
Martedì 20 febbraio ore 21 nella Sala Auditorium (via Pillio 1) presentazione del libro “Diario della vita del ribelle – Gino Nadalini da soldato a partigiano in Grecia” di Vincenzo Sardone in collaborazione con Luciano Nadalini.
Il libro narra la vicenda personale di Gino Nadalini che è simbolo dell’esperienza di migliaia di soldati italiani che, dopo l’8 settembre 1943, si trovarono fuori dal territorio italiano e scelsero di combattere contro gli ex alleati tedeschi entrando a fare parte delle formazioni partigiane.
Gino Nadalini che in quel momento si trovava in Grecia si unì ai partigiani greci. Una scelta che significava un doppio rifiuto: la resa ai tedeschi e l’adesione alla Repubblica sociale italiana. È stato possibile raccontare questa storia grazie alla passione per la memoria di Gino e di suo figlio Luciano.
Gli autori ne parlano con Mauro Maggiorani storico, docente universitario e scrittore di romanzi storici.
Martedì 5 marzo ore 21 nella sala del Camino della biblioteca (via Pillio 1) presentazione del libro “Giotto coraggio” di Paolo Casadio.