Fino a poco tempo fa si pensava che la perdita improvvisa o graduale dell’udito fosse un disturbo riconducibile esclusivamente all’avanzamento dell’età. Questa convinzione non solo portava ad una sottovalutazione del problema, ma era anche molto errata.
Certo, è vero che la cosiddetta ipoacusia sia molto più frequente nelle persone over 65, ma non è impossibile che insorga anche nei ragazzi e, infine, nei bambini. Sono casi più rari, ma negli ultimi anni in forte crescita.
In tale contesto è importante notare che tra i giovani ha spesso origini diverse rispetto a quella degli anziani e spesso sono legate a infezioni dell’orecchio o accumulo di cerume.
La segnalazione precoce di problemi uditivi è fondamentale. Un campanello potrebbe essere il fatto che i bambini e più in generale i giovani non reagiscono ai suoni o hanno difficoltà a parlare.
Il non-trattamento causerebbe ritardi nello sviluppo verbale, sociale ed emotivo. Pertanto, è cruciale intervenire tempestivamente. In alcuni casi, può essere d’aiuto l’ausilio di apparecchi acustici che oggi sul mercato possiamo trovare di diverse misure e potenze grazie ai moltissimi centri specializzati in questo trattamento.
Un esempio è Udiamo, un centro specializzato che con la sua esperienza e competenza, sviluppa costantemente strumenti innovativi e impercettibili, mirati alla riacquisizione dell’udito.
La chiave, sia negli anziani che nelle persone più giovani, rimane la prontezza nell’identificare e affrontare il disturbo. Vediamo come accorgersi e trattare l’ipoacusia nei bambini e nei ragazzi.
Cos’è e come insorge l’ipoacusia
L’ipoacusia è una condizione che può manifestarsi in qualsiasi periodo dell’esistenza, anche alla nascita. In questo caso rappresenta un compromesso nella percezione uditiva del bambino, influenzando il suo sviluppo.
Questo precoce deficit si fa notare attraverso segnali inequivocabili come l’assenza di reazioni spontanee a suoni circostanti e un evidente ritardo nello sviluppo del linguaggio, manifestandosi nei primi mesi di vita.
La vigilanza attenta dei genitori, quindi, è di fondamentale importanza per riconoscere alcuni comportamenti e intervenire tempestivamente.
Tuttavia, è nei primi anni di vita scolastica che l’attenzione diventa ancor più essenziale, in quanto il bambino si trova ad affrontare nuove sfide cognitive e sociali.
Eventuali segnali, come la difficoltà di percezione del suono o un tono di voce molto forte, possono riflettersi negativamente sulla performance accademica e sulle dinamiche sociali del bambino.
Pertanto, riconoscerli precocemente e affrontarli è un passo determinante per garantire uno sviluppo armonico.
Come accorgersene e trattare l’ipoacusia giovanile
Esistono diverse categorie di ipoacusia tra i giovani, ognuna derivante da specifiche cause sottostanti.
La prima tipologia è l’ipoacusia neurosensoriale che colpisce l’interno dell’orecchio provocando danni alla coclea o al nervo uditivo. Spesso è presente sin dalla nascita, e come trattamento può essere molto utile l’utilizzo di apparecchi acustici, spesso simili a quelli degli adulti.
Vi è poi il disturbo trasmissivo, che influenza l’orecchio esterno senza danneggiare e si manifesta con il suono che non raggiunge correttamente la coclea.
In questo caso l’insorgenza può essere la conseguenza di otiti medie, infezioni batteriche, tappi di cerume o oggetti estranei che ostruiscono il canale uditivo e quindi può essere curata con i farmaci o appositi spray.
Infine, altre due varianti sono l’ipoacusia percettiva e quella da rumore. La prima si origina da malfunzionamenti nel sistema nervoso, compromettendo la trasmissione dei segnali nervosi e influenzando la capacità di comprendere i suoni.
La seconda è causata da un’eccessiva e continua esposizione al rumore, danneggiando la capacità uditiva del bambino. Recenti studi hanno evidenziato come l’ascolto frequente di musica con auricolari o l’esposizione prolungata a volumi elevati possano essere un fattore scatenante.