I cambiamenti climatici ci stanno imponendo una veloce transizione energetica in quanto il 70% dei gas serra dipende dalla combustione dei combustibili fossili. La transizione verso città solari alimentate 100% a energia rinnovabile è possibile e costituisce una grande opportunità.
Il Sole è il più grande reattore a fusione nucleare che la natura ci ha messo a disposizione; durerà 4 miliardi di anni e ci fornisce ogni giorno 15000 volte l’energia che consumiamo.
Negli ultimi 100 anni abbiamo sviluppato tutte le tecnologie per sfruttare questo enorme “giacimento” tra cui l’eolico, il fotovoltaico, l’idroelettrico e la biomassa.
Riusciamo però a convertire molto efficientemente l’energia solare in energia elettrica per cui l’elettrificazione di massa sarà l’unica strada possibile. Siccome il 70% dei consumi energetici è nelle famiglie mentre soltanto il 28% è nell’industria e il 2% nell’amministrazione pubblica, allora l’elettrificazione dovrà per forza riguardare le auto domestiche e il riscaldamento delle case che nelle famiglie si dividono a metà l’energia consumata.
L’elettrificazione sarà però una grandissima opportunità perché quando produciamo energia rinnovabile tramite l’impianto fotovoltaico ubicato sul tetto di una casa possiamo dare energia ai nostri vicini per caricare le auto o scaldare le case, diventando così prosumer (produttori e consumatori), producendo energia rinnovabile a chilometro zero. Questi produttori e consumatori che condividono l’energia fanno tutti parte da sempre di una grande comunità energetica che può alimentare la rete elettrica dalla bassa tensione verso l’alta tensione trasformando le case nei nuovi stakeholder del nuovo sistema energetico.
La transizione energetica dai combustibili fossili verso società alimentate dalle sole energie rinnovabili del 2050 implica un ripensamento dei modelli socio/economici e una trasformazione delle nostre città in “città solari” cioè città tecnologicamente avanzate che rispettano l’Ambiente e l’Uomo.
I nuovi sistemi energetici ci stanno via via conducendo verso nuove figure di cittadini solari o di prosumer cioè soggetti che diventano consumatori dell’energia che essi stessi producono. Le città solari diventeranno quindi una grande rete in cui le famiglie, le attività commerciali e le imprese si scambieranno l’energia che esse stesse produrranno a livello locale attraverso i dispositivi pubblici e privati di cui le nostre città verranno dotate.
Le città solari saranno quindi delle comunità di autoconsumo che si scambieranno l’energia prodotta dalla stessa comunità e saranno costituite da:
• Consumer – soggetti che consumeranno l’energia prodotta dalla comunità nelle loro attività domestiche o di servizio in quanto non in grado di poter installare i dispositivi per produrre l’energia.
• Prosumer – soggetti in grado di produrre energia, di autoconsumare parte di quella che producono, immettere energia nella rete della comunità quando a loro non serve e di consumare quella prodotta dalla comunità quando non riescono a coprire il proprio fabbisogno.
• Automobilista o eDriver – soggetti che con le proprie auto elettriche utilizzano punti di ricarica della propria comunità per muoversi in maniera sostenibile.
• Producer – soggetti imprenditoriali o commerciali che desiderano per Responsabilità sociale d’impresa a contribuire a realizzare questa rete di scambio nella propria comunità in cui operano trasformando la propria impresa o l’area industriale nella quale risiedono in protagonisti di questa trasformazione.
Grazie alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe 162/2019 sono state introdotte anche nel nostro Paese le “Comunità energetiche rinnovabili”, ovvero associazioni tra cittadini, attività commerciali, autorità locali o imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
L’Italia definisce così il concetto – contenuto nella Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE) – di comunità energetiche, presenti ormai da diversi anni in alcuni Paesi del Nord Europa come Danimarca e Germania.
Stanno nascendo in Italia innumerevoli esempi di comunità energetiche tra cui anche modelli assolutamente indipendenti che non utilizzano sovvenzioni pubbliche come quello ormai decennale di comunità solari.
Comunità Solare è un patto di responsabilità sociale che coinvolge imprese, cittadini e attività commerciali cioè una solida alleanza sociale e solare per trasformare le nostre città in città solari più inclusive e sostenibili. Un patto sociale in cui alle amministrazioni pubbliche viene chiesto di costruire il perimetro di gioco per rilanciare il commercio locale cioè un modello di economia di prossimità che parte dal basso utilizzando proprio l’energia come volano di sostenibilità.
Comunità Solari è la prima e unica piattaforma tecnologica che permette ai partecipanti di monitorare la produzione, il consumo e la condivisione di energia solare. Chi possiede un impianto fotovoltaico può condividere l’energia in eccesso, contribuendo a un sistema di scambio virtuale che promuove la sostenibilità attraverso la condivisione delle risorse energetiche. Prosumer e consumer ricevono mensilmente le premialità per l’energia condivisa che possono utilizzare sottoforma di buoni spesa nei negozi convenzionati del proprio territorio dalle grandi catene distributive al piccole commerciante del centro storico.
Questa piattaforma si estende su scala nazionale ed è suddivisa per sezioni di autoconsumo collettivo comunali in cui i confini sono dettati dal territorio comunale stesso. Raccoglie oltre 2700 famiglie, 135 automobilisti elettrici e 13 stazioni di ricarica ubicate in sette comuni chiamate Community Charger cioè caricatori della comunità in cui gli eDriver, partecipanti alla piattaforma di autoconsumo collettivo, possono ricaricare al costo di 20 euro/mese per ricariche illimitate.
Le comunità energetiche hanno quindi numerosi impatti positivi su persone, entità e comunità coinvolte:
• benefici ambientali, evitando da un lato di produrre energia da fonti fossili, dall’altro di dissipare energia in perdite di rete;
• benefici economici, grazie ai meccanismi di incentivazione previsti dalla legge per promuovere la transizione energetica, cumulabili con altri contributi quali il Bonus Casa e il Superbonus 110%;
• benefici sociali, grazie alla condivisione dei vantaggi economici e dei profitti finanziari con la comunità energetica e dei vantaggi ambientali – con la riduzione di inquinanti e climalteranti – per tutta l’area in cui questa è localizzata.
(Leonardo Setti, presidente del centro per le Comunità Solari, Università di Bologna)