Nuovo appuntamento con il diario di viaggio di Daniele Ferri. Una scelta di vita ha portato lui e la sua compagna in Australia, alla scoperta di una nuova terra.
Dopo appena una settimana dalla decisione, era tempo di partire. Io e Margherita organizzammo quello che in inglese viene chiamato “farawell party”; niente meno che un party di addio.
Ci ritrovammo in uno dei locali più frequentati di Toowoomba e facemmo aperitivo ordinando qualche stuzzichino. In Australia é molto più comune questo genere di evento piuttosto che una cena o un pranzo tutti insieme.
Poco importava il “come”. Fu meraviglioso vedere come tutte le persone che avevano rappresentato un punto di riferimento durante il nostro soggiorno fossero venute a salutarci. C’erano i miei compagni di squadra, ad esempio, i primi che avessi mai avuto in una parte del Mondo che non fosse l’Italia.
Era stato bello, intrigante e anche molto difficile entrare in sintonia con loro: la lingua diversa e la diversa mentalità riguardo all’impegno e alla serietà nei confronti del calcio, spesso si erano rivelate motivo di scontro. Eppure eravamo stati in grado di trovare sempre una soluzione, tanto che tutti ebbero piacere di prendere parte alla festa. Alcuni addirittura si commossero.
Insieme a loro, alcuni degli amici della compagine italiana con cui spesso avevamo pranzato, cenato e trascorso festività e ricorrenze. Come l’Australian Day, quando, nonostante fossimo arrivati da appena qualche giorno, fummo subito invitati a casa di una delle coppie di ragazzi (ormai stabilitasi in Australia) per una grande grigliata e qualche birra.
Finita la serata, tra abbracci commossi e auguri di buon proseguimento, ritornammo a casa e finimmo di preparare le valigie. Il giorno dopo saremmo partiti verso mezzogiorno dall’aeroporto di Toowoomba. O almeno così credevamo…
Ci svegliammo l’indomani con un messaggio dalla compagnia aerea che, scusandosi per il disagio, avvisava che il volo per Melbourne era stato cancellato. Frastornati dalla notizia e con la camera ormai ripulita da cima a fondo, senza un posto in cui andare, ci ingegnammo per trovare una soluzione.
Decidemmo che la cosa più comoda e intelligente sarebbe stata quella di prendere un pullman per Brisbane in giornata (a circa un’ora e mezza di distanza), pernottare in una camera d’ostello e poi ripartire il giorno successivo con un volo diverso.
Ormai sapevamo che il viaggio poteva decidere di giocare la “carta imprevisto” così all’improvviso, così a parte un po’ di frustrazione iniziale decidemmo di prendere quella situazione come un’opportunità per passare una serata nella bella capitale del Queensland.
Arrivati in ostello, e dopo una doccia rigenerante, uscimmo a cena con uno dei miei migliori amici che da anni vive “down under”, e che al tempo lavorava presso un ristorante stellato. Partito senza sapere una parola d’inglese, ma con una grande passione per la cucina, era il classico esempio di chi ce l’aveva fatta, di chi aveva trovato fortuna in un Paese che aveva saputo riconoscere le sue eccezionali abilità.
Mangiammo in un bellissimo ristornate sul canale illuminato dalle luci della città e ci demmo appuntamento per l’indomani mattina, quando avremmo fatto colazione e lui ci avrebbe gentilmente accompagnato in aereoporto.
Era quasi arrivato il momento, eravamo pronti per cambiare definitivamente e iniziare il secondo capitolo della nostra avventura in terra australiana. (Continua)
(Daniele Ferri)