È passato molto tempo da quando Pansa scriveva di “comprati e venduti” (riferendosi si giornali). Qual è oggi il panorama che riguarda la compravendita nei media? Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Vita, esperto del settore.

“Il panorama è quello di una crisi profonda della vecchia carta stampata. Si stanno determinando, dunque, fenomeni di concentrazioni “difensive”, come già fu quello di Stampa e Repubblica. L’unico territorio dove avvengono fenomeni di vera conquista e di accorpamenti societari è quello locale: vedi ciò che avviene nel Trentino- Alto Adige. Questo perché manca una normativa sui trust decentrati. È un buco legislativo da colmare.”

Si parla con insistenza di una vendita di Repubblica. Il gruppo è già molto dimagrito, in crisi pesante di vendite e con la proprietà impegnata in ben altre faccende Cosa può davvero succedere a quella realtà?
“Su Repubblica aleggia il mistero. Ma, ad esempio, una testata del gruppo Gedi come Il Secolo XIX sembra pencolante ed è in corso un’agitazione sindacale. Se accadesse per la casa madre non ci sarebbe da stupirsi. Comunque, la vera posta in gioco è la stagione dell’online, che -sembrerebbe secondo studi puntuali- prenderà definitivamente il sopravvento dopo il 2030. Da lì passano i discorsi sui comprati e venduti.”

Ne mondo della Tv si è passati dal monopolio, al duopolio ed ora all’entrata in gioco di nuove realtà generaliste: cosa può sucedere in questo campo?
“La televisione generalista ha perso negli ultimi anni almeno due milioni di utenti. Tuttavia, la fruizione complessiva non è diminuita, bensì si è distribuita su modalità diverse di consumo. Incombe la smart-tv. Ovvero l’intreccio tra il vecchio video e la rete. Anche per le frequenze della tv digitale terrestre a breve ci saranno novità. L’Europa impone di lasciare alla telefonia blocchi importanti dello spettro. L’antica Regina dei media è ormai assediata e le piattaforme rinvigorite dagli algoritmi vinceranno nel medio periodo.”

Infine uno sguardo sulla comunicazione online: come si sta sviluppando nel nostro paese?
“La comunicazione online si sta sviluppando, eccome. Ma dominano le Big Tech e le esperienze davvero indipendenti non sono molte. Sarebbe interessante immaginare una Conferenza nazionale, come si fece negli anni Settanta del secolo scorso con l’emittenza locale. Servirebbe a capire e a immaginare delle vie per un’informazione alternativa.”

(m.z.)