Il grande jazz a Imola è targato Crossroads. Il festival itinerante emiliano romagnolo a un mese dall’esordio della sua XXV° edizione fa tappa sul territorio imolese. E lo fa con sette appuntamenti da non perdere. L’ offerta è golosa sia per i musicisti che saliranno sul palco del Teatro Comunale di Imola e del Cassero di Castel San Pietro, vere icone del jazz italiano e internazionale sia per la musica che omaggerà alcune delle figure che hanno fatto la storia del jazz.
Il nonetto co-diretto da Enrico Rava e Mauro Ottolini arriva al Teatro “Stignani” per un omaggio al grande Lester Bowie, trombettista e co- fondatore della leggendaria Art Ensemble of Chicago venerdì 5 aprile alle 21. La scaletta, in cui non mancheranno alcuni brani storici di Enrico Rava, ripercorre le molteplici direzioni della carriera di Bowie: entrato nella storia del jazz dalla porta del free, il trombettista ha in verità percorso la musica afroamericana dalle sue accezioni più avanguardistiche e colte a quelle più popolari (blues, soul, funky, reggae). “Lester’s Fantasy” riporta alla luce brani che Bowie aveva scritto o arrangiato destinandoli a varie formazioni, dall’AEOC alla celebre Brass Fantasy, evidenziando i tratti più personali del loro autore: la pluralità dei linguaggi e la capacità di far convivere impegno e divertimento nella stessa battuta musicale.
Un fil rouge stilistico corre fra Rava e Bowie. Così come una sintonia pare esserci fra la musica di Bowie e la penna di Ottolini.
In scena con Rava e Ottolini, Vanessa Tagliabue Yorke (voce), Guido Bombardieri (sax alto e clarinetto), Andrea Lagi (tromba), Emiliano Vernizzi (sax tenore), Enrico Terragnoli (chitarra, banjo, podofono), Glauco Benedetti (sousaphone) e Zeno De Rossi (batteria).
Nel tardo pomeriggio alle 18 precede il concerto, ospitata nel ridotto del Teatro, la presentazione del libro “Gato Barbieri una biografia dall’Italia tra jazz, pop e cinema”(Artdigiland, 2023). Presente l’autore Andrea Polinelli in dialogo con il giornalista Vanni Masala. Il libro ricostruisce puntualmente la storia del sassofonista argentino, il cui ‘grido’ musicale ha simboleggiato l’America Latina degli anni Settanta, socialmente e politicamente straziata. Ma oggetto di approfondimento anche il rapporto di Barbieri con l’Italia e il cinema.
Il secondo appuntamento imolese sempre al Teatro comunale è una vecchia e sempre amata conoscenza. Il notissimo fisarmonicista francese Richard Galliano con il suo New York Tango Trio: Adrien Moignard alla chitarra e Diego Imbert al contrabbasso. Mercoledì 10 aprile alle 21.
La carriera e la musica di Richard Galliano (Cannes, 1950) sono state profondamente segnate dall’incontro con Astor Piazzolla, avvenuto nel 1983 e sfociato in una profonda amicizia tra i due. Da allora Galliano ha suonato assieme a celeberrimi jazzisti: Chet Baker, Ron Carter, Joe Zawinul, Toots Thielemans, Wynton Marsalis, Charlie Haden, Gary Burton, Michel Portal, Biréli Lagrène, Stefano Bollani, Enrico Rava, Paolo Fresu, Jan Garbarek, Michel Petrucciani…, rendendo sempre pienamente riconoscibile il proprio stile, spiccatamente cantabile, introspettivo e dal contagioso lirismo. Galliano si è inoltre distinto per la versatilità espressiva, conquistandosi una fama altrettanto solida anche in ambito classico (è l’unico fisarmonicista sotto contratto con la Deutsche Grammophon) e nel campo della canzone francese (con Serge Reggiani, Claude Nougaro, Juliette Greco, Charles Aznavour, Serge Gainsbourg…), sconfinando anche in collaborazioni ‘esotiche’ con Bobby McFerrin e Gilberto Gil.
Anche questo concerto sarà preceduto alle ore 18 sempre nel ridotto del Teatro comunale, dalla presentazione del libro “Chet Baker. Vita e musica” di Jeroen de Valk (EDT/Siena Jazz, 2022). Condurrà l’incontro lo storico del jazz Francesco Martinelli. Il libro di de Valk racconta per la prima volta in maniera esaustiva la musica e la vita tormentata del grande trombettista, facendo giustizia delle speculazioni giornalistiche e dei falsi miti che l’hanno trasformato nello stereotipo dell’artista disperato e maledetto. L’autore ha conosciuto e intervistato Baker e ne scrive con pacatezza, senza retorica e pettegolezzi.
Al Cassero di Castel S. Pietro
Incrociano le date imolesi, quelle al Cassero di Castel S. Pietro. La rassegna ormai storica propone due appuntamenti che ne confermano il livello qualitativo.
Sabato 6 aprile, ore 21,15 il Germano Zenga Quartet (Germano Zenga sax tenore e vocal noises; Luca Fabio Gusella, vibrafono e percussioni; Danilo Gallo, contrabbasso, balalaika bassa e flauto; Ferdinando Faraò batteria e percussioni) presenta “Gato!” Gato Barbieri: En evolving Idea”. La serata è dedicata alla musica di due grandi sassofonisti Steve Lacy e Gato Barbieri.
Domenica 7 aprile alle 21,15 un concerto particolare articolato in tre set. Il contrabbassista imolese Roberto Batoli in coppia col sassofonista e flautista Eugenio Colombo presenteranno il progetto “Seven dances” sette danze che si muovono tra composizione e improvvisazione come lungo una linea di confine tra il conosciuto e l’ignoto. I due si uniranno poi a Patrizia Scascitelli storica pianista del jazz italiano che si esibirà anche in piano solo durante la serata.
Nata a Roma nel 1949, allieva di Giorgio Gaslini, Patrizia Scascitelli esordisce nella scena della capitale nel 1972. Negli anni Settanta la sua attività si estende a livello nazionale in solo, trio e quartetto anche assieme a Massimo Urbani e Danilo Terenzi. In occasione di un concerto a Firenze suona con Don Cherry. Nel 1981 si trasferisce stabilmente negli USA, dove collabora con Maxine Sullivan e ancora con Cherry.
Il sassofonista Eugenio Colombo, nato a Roma nel 1953, vanta collaborazioni con Giancarlo Schiaffini, Bruno Tommaso, Demetrio Stratos, Anthony Braxton, Misha Mengelberg, Steve Lacy, Cecil Taylor… È uno dei membri fondatori dell’Italian Instabile Orchestra.
Roberto Bartoli, allievo di Bruno Tommaso, ha collaborato con nomi di riferimento del jazz italiano (Massimo Urbani, Paolo Fresu, Gianluigi Trovesi, Gabriele Mirabassi, Marco Tamburini, Simone Zanchini, Luciano Biondini) e anche statunitense (Dave Schnitter, Charles Davis, Steve Grossman), dimostrandosi a proprio agio sia in contesti mainstream che su repertori più informali.
https://www.crossroads-it.org/crossroads-2024/
(v.g.)