Secondo i dati relativi al 2021, ultimo anno per il quale è possibile incrociare i numeri dell’annuario Ice/Istat, le PMI italiane sono riuscite a esportare complessivamente 219 miliari di euro, una fetta pari al 46% dell’export complessivo nazionale. E non è tutto qui. Come sottolineato dagli esperti di Dr Export, il pool di professionisti specializzato nel supporto all’internazionalizzazione, i dati Sace mostrano che tra il 2017 e il 2021 la crescita media annua dell’export delle piccole e medie imprese italiane è stata del 2,7%.
I dati sulle vendite all’estero delle PMI, spiegano gli specialisti di Dr- Export, mettono in chiaro un aspetto fondamentale, che spesso viene trascurato: oltre a essere la spina dorsale del sistema economico italiano ed un punto di riferimento essenziale per l’occupazione, le piccole e le medie imprese costituiscono anche un traino insostituibile per l’export italiano, richiamando l’attenzione dei mercati esteri sul Made in Italy nei vari settori produttivi, dalla manifattura all’agroalimentare. E molto può essere ancora fatto. Non a caso, commentano i consulenti e i commercialisti di Dr Export, Sace ha deciso di mettere al centro del suo ultimo piano industriale proprio le PMI.
In tutto in Italia si contano 120.000 esportatori, come dimostrato dall’ultima indagine Sace. 50.300 sono PMI (un numero che tra il 2017 e il 2021 è rimasto stabile) di cui la media impresa rappresenta solo il 20%, a fronte però di un maggiore contributo all’incremento dell’export italiano rispetto alla piccola impresa.
Per comprendere appieno il ruolo delle PMI italiane sul versante dell’export, spiegano i professionisti del pool di Dr Export, può essere utile confrontare l’operato di queste ultime con quello delle loro omonime in altri Paesi europei. Dal confronto emerge chiaramente che il livello di produttività del lavoro delle piccole e medie imprese italiane ha raggiunto livelli superiori rispetto a quelli registrati in Spagna e in Germania, cosa che si riflette anche in una maggiore competitività sui mercati internazionali; in Italia sono esportatrici il 57% delle piccole imprese e il 90% delle medie imprese, realtà che realizzano più di un terzo del proprio fatturato all’estero, superando quanto fatto dalle imprese delle stesse dimensioni in Germania, Spagna e Francia.
Non mancano quindi le opportunità sui mercati esteri per le PMI italiane: a frenare le mire espansionistiche delle imprese è però spesso la prima barriera composta dai costi iniziali richiesti dal processo di internazionalizzazione. Come sottolineato dai commercialisti, professionisti e commerciali di Dr Export, però, a disposizione delle aziende italiane ci sono bandi a fondo perduto e altri strumenti di finanza agevolata dedicati proprio all’internazionalizzazione aziendale: il ruolo di Dr Export è per l’appunto quello di aiutare le imprese ad accedere ai più complicati ma anche più preziosi bandi, per poi progettare e implementare con efficacia la migliore strategia di export verso i mercati di maggiore interesse.