“Il suicidio dell’Europa” è il titolo di un evento organizzato lo scorso 15 aprile a Bologna  dalla lista ‘Pace Terra Dignità’ che ha come capilisti Michele Santoro e Raniero la Valle.

La lista raccoglie firme per presentarsi alle elezioni europee, chi voglia sostenerla può firmare ai banchetti nelle varie città il prossimo fine settimana e il 25 aprile (li troverà nei social di Pace Terra Dignità o sul canale you tube di Michele Santoro) oppure presso il comune di residenza.

Sono intervenuti due candidati per la lista Pace Terra Dignità: Piergiorgio Ardeni, professore ordinario di economia politica e dello sviluppo all’Università di Bologna, Ginevra Bompiani scrittrice, e Franco Berardi, detto Bifo, filosofo.

Il professor Ardeni ha condiviso le sue riflessioni sul tema ‘Il suicidio dell’Europa’. Lo scontro della prima e seconda guerra mondiale fu anche scontro economico fra le potenze europee che vedevano espandersi il potenziale produttivo, bellico e non, della Germania. Dopo la catastrofe causata in Europa dalla seconda guerra mondiale si avvia un processo di integrazione dell’Europa occidentale (Documento di Ventotene) inizialmente economico, con un progetto politico di stampo socialdemocratico. La contrapposizione con il patto di  Varsavia nascerà solo in seguito, con il consolidarsi attorno agli USA di un blocco imperialista e della Nato. Rinasce la potenza economica della Germania, che sottolinea la redistribuzione sociale (ricordiamo il ruolo di Bismark nella nascita dello stato sociale). Il successo economico europeo trainato dalla Germania e la forza dell’euro insidiano però l’egemonia economica degli Stati Uniti. Il crollo del muro di Berlino nel 1989 ed ancor più la dissoluzione politica e crisi economica dell’URSS sono visti come la vittoria del capitalismo delle democrazie liberali . Si allenta il freno socialdemocratico e il neoliberismo ritorna incontrastato. Alla fine del ventesimo secolo riemerge prepotente la vocazione imperiale degli USA che operano come poliziotto del mondo. L’Europa perde la sua funzione di ponte verso l’est, la Russia (pensiamo a politici come Olaf Palme, svedese, il tedesco Willy Brandt e il russo Gorbaciov). L’Europa è politicamente subalterna e non basta più che stia tranquilla sotto l’ombrello militare Usa, al momento sta scivolando in una guerra prolungata a solo vantaggio dell’egemonia Usa mentre il suo benessere economico e la sua politica agricola vengono scardinati in conseguenza delle sanzioni contro la Russia, che hanno evidenziato la strutturale dipendenza energetica dell’Europa. Dalla guerra convenzionale (per la quale non siamo attrezzati produttivamente né pronti, come evidenzia il conflitto ucraino) potremmo inoltre scivolare in un conflitto con armi atomiche.

Ginevra Bompiani ha notato che l’Europa ‘si lascia suicidare’ ricordando recenti interventi di tre importanti esponenti della Commissione Europea che sta preparando il nostro suicidio. Joseph Borrell (affari esteri) ad una conferenza economica a Madrid, afferma che una guerra ad alta intensità in Europa è ora possibile e che dovremmo essere più indipendenti militarmente dagli americani. La Presidente Ursula Von der Leyen parla di ricostruire le forze armate, dell’insicurezza economica e ‘dell’illusione crollata della pace’. La Nato sarebbe rafforzata dal fatto che 18 paesi membri spenderebbero ora più del 2% del loro Pil in armamenti.

Charles Michel citando in latino ‘se vuoi la pace prepara la guerra’ spiega che dobbiamo spendere di più per la difesa della pace, della nostra sicurezza e prosperità. Un crescendo di minacce ipotetiche e improbabili dall’est, a un certo punto saremo spinti alla guerra e il parlamento europeo che ha poteri limitati non potrà impedirlo. Perché i popoli europei non riescono a impedire il futuro evento bellico?

Bompiani ritiene che fra le cause vi sia una ‘caduta a precipizio della cultura negli ultimi 30 anni’, il fatto che gli intellettuali non si mobilitano, oppure i loro interventi sono vuoti di significato. Proviamo anche un senso di impotenza davanti alle macchine (Robot, Intelligenza Artificiale), abbiamo cessato di capire il mondo in cui viviamo, mostriamo credulità di fronte alla compattezza delle menzogne che ci vengono offerte e siamo indotti all’ubbidienza ai poteri forti. Per contrastare la guerra occorre cessare di sottomettersi e lasciarsi convincere dalle menzogne, recuperare il senso della ns vita, liberarci della nostra immaginata impotenza e controllare le macchine. Il proverbio latino è errato: se vuoi la pace tienila stretta e costruiscila ogni giorno.

La scrittrice rammenta di esser nata al tempo di guerra, di avervi vissuto i suoi primi anni e si ricorda bene dei bombardamenti, le fughe verso i rifugi, non ha dimenticato il giorno della dichiarazione di pace. Chi cerca il dominio usa parole come: vittoria e trionfo, sconfitta e umiliazione, patria e bandiera. In Ucraina la Russia ha vinto da un pezzo ma ciò non vuol dire che ci minacci, non ne ha le forze né ha interessi a ovest, come Putin continua a ripetere ma noi non gli crediamo perché è un bugiardo…Teniamo alta la guardia e non facciamoci portar via la pace, opponiamoci con tutte le nostre forze. Bompiani propone, in televisione e anche oggi, uno sciopero mondiale per la pace, una rete vastissima che ha iniziato a tessere.

Il contributo di Berardi parte da un libro di Julien Bendas ‘Discours à la Nation Européenne’ (Gallimard 1933) che afferma : Faremo l’Europa in base a quel che vogliamo, speriamo, desideriamo, non in base a ciò che siamo, ma aggiunge subito:  ero europeista e me la sono bevuta ma mi è passata nel 2015. Bifo ricorda che nel 2015 in Grecia il 62% aveva votato per non accettare le imposizioni economiche della Commissione Europea che hanno distrutto l’economia greca ma il Presidente Tsipras fu costretto poi a cedere. ‘Non credo a una democrazia rappresentativa che viene sopraffatta dagli automatismi della finanza e della guerra.’

Secondo i sondaggi più del 70% degli italiani non appoggiano l’entusiasmo guerrafondaio della Commissione Europea, rendiamoci conto che l’Europa ha ceduto al ricatto di una guerra che Putin e Biden fanno contro l’Europa, nella quale la grande perdente è la Germania. Quanti ucraini sono già morti ? I giovani ucraini, almeno 20.000, per sfuggire alla prospettiva di un arruolamento forzato hanno cercato di superare a nuoto il fiume Dniester (sul confine ucraino-moldavo), un fiume assai pericoloso in cui centinaio di loro sono periti. Berardi aggiunge che di questi tempi si muore molto in acqua. Oggi ritiene che l’Europa, al contrario della frase citata all’inizio, rispecchi proprio quello che noi siamo: il prodotto di cinque secoli di depredazione coloniale sistematica del resto del mondo, in modalità capitalista. L’Europa è un territorio di vecchi terrorizzati dall’impotenza e dal loro declino, i giovani spesso depressi o in preda al panico. Cita Sandor Ferenzi, uno psicoanalista ungherese che scrive nel 1919: ‘Noi psicoanalisti siamo attrezzati per le nevrosi individuali ma non per le nevrosi di massa’. Egli incoraggia a sostenere la lista Pace Terra Dignità, ma non è possibile fermare la guerra che avanza: si riattiva un ciclo genocidario che credevamo concluso. La soluzione? Scappiamo, disertiamo. Entriamo in un ciclo di guerra alimentata da demenza e paura, a probabile conclusione nucleare. Il nostro nipotino, se ci sarà, chiederà: che cosa ha fatto il nonno/la nonna per fermare il genocidio a Gaza?

Disertiamo da un’Europa bellicista, dove non è permesso nemmeno contraddire, nei media ufficiali vediamo un oscuramento quasi totale delle posizioni dissenzienti. La menzogna che ci ha avvolto è peggio delle bombe, cerchiamo di dire la verità, la pubblicità è sempre menzognera, le immagini di felicità intorno a noi sono tutte menzognere, battiamoci contro la mistificazione.

Durante la pandemia abbiamo imparato a mentire e ubbidire. Facciamo uno sciopero mondiale contro la guerra. Esistono zone franche, isole verso cui disertare, Gilles Deleuze afferma che non ci si limita a scappare, si cercano nuove armi. Berardi aggiunge che a causa della guerra l’Europa ha diminuito il suo impegno per il clima e indebolito la transizione ecologica perché c’è un’altra urgenza.

Alle relazioni è seguita una vivace discussione fra il pubblico numeroso e attento ed i relatori.

Chi volesse vedere un video dell’incontro lo trova a: https://www.facebook.com/share/v/3sY1AEUGBt1HYK2/?mibextid=WC7FNe

(Cecilia Clementel)