Imola. Finalmente una buona presenza di giovani al 79° anniversario della Liberazione del 25 aprile in piazza Matteotti che si riempie lentamente fino a oltre la metà, scelta anche per ricordare i cento anni dall’assassinio da parte di una squadraccia fascista del segretario del Partito Socialista Unitario, uno dei pochi che durante il Ventennio terribile si opponeva a viso aperto al regime di Benito Mussolini. Giovani che intervengono sul palco per sottolineare come i governi trovino sempre soldi per le guerre e mai per sfamare la fame nel mondo, giovani che eseguono balli sul tema e giovani che davanti al Monumento al Partigiano, dietro un bellissimo striscione con i colori arcobaleno della pace, intonano “Bella Ciao” seguiti da un po’ di reduci del Sessantotto e dal consigliere comunale Filippo Samachini, uno dei pochi che abbiamo visto nella manifestazione con la collega Bruna Gualandi ed Ezio Roi oltre a molti rappresentanti della giunta, al senatore Daniele Manca e al presidente del consiglio comunale Roberto “Stino” Visani.
All’inizio, la Banda Città di Imola tiene banco sul palco per un’ora circa scaldando le persone che stanno arrivando con brani apprezzati e significativi di musica classica. Si vedono già le bandiere e gli stendardi delle associazioni partigiane con una bandiera della pace sorretta da uno dei pochi partigiani sempre presente: Vittorio Gardi.
Cominciano i discorsi che caratterizzeranno la giornata. Il presidente dell’Anpi Gabrio Salieri lancia: “Viva l’Italia che condanna la censura della Tv di Stato ad Antonio Scurari. Leggo una parte del suo intervento particolarmente significativo sull’assassinio di Giacomo Matteotti da parte dei fascisti…In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue…Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente scelto la seconda…Per queste ragioni pensiamo che i valori dell’antifascismo e della Resistenza, incarnati nella Costituzione, non siano mai stati così attuali come oggi: è bene che libertà e liberazione, piena democrazia ed eguaglianza sociale, lavoro, pace, solidarietà orientino le Istituzioni della Repubblica e la vita quotidiana dei cittadini. Per questi obiettivi e su questi valori fondativi chiamiamo cittadine e cittadini, affinché il 25 Aprile sia una grandissima festa unitaria, pacifica, antifascista e popolare a sostegno della democrazia e a difesa della Costituzione della Repubblica E chiudo con un appello: La Resistenza e l’antifascismo si possono difendere anche con un grande strumento che la Liberazione ci ha dato. Questo strumento si chiama elezioni, si chiama voto. Non andare a votare non significa in nessun modo protestare, significa darsi per sconfitti e lasciare che siano altri a decidere per noi, lasciare che si censurino chi non la pensa come chi comanda, anche senza avere il consenso della maggioranza dei cittadini, lasciare che il Paese scivoli sempre più nel populismo, che ci si permetta di manganellare gli studenti che scendono in piazza, che si taglino le risorse per le scuole, per la sanità, che si tolgano diritti che sembravano acquisiti. Diffondiamo la non violenza, Pace, non armi, Pace”. Intervento molto azzeccato.
Poi è toccato al sindaco Marco Panieri: ” I valori di fondo su cui si basa la nostra Italia e la nostra Costituzione: Libertà, Lavoro, Democrazia, Diritti, Solidarietà e Pace, non sono negoziabili e siamo qui oggi a ricordarlo, a rivendicarlo, a viverli non come ricordo del passato, ma come memoria viva, attiva e generativa con la quale leggere il presente e costruire il futuro. Un grande italiano e padre costituente come Piero Calamandrei, diceva: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.” Lì è nata la nostra Costituzione. Nella lotta, nella battaglia per la libertà, è nata, quindi, chiaramente antifascista. La nostra stessa Repubblica si fonda sull’antifascismo. Negarlo è inaccettabile! L’antifascismo sia oggi quel carattere di unità, libertà e di diritti per tutti e tutte, che unisce il popolo italiano. La parola antifascismo va detta a gran voce, con fierezza e non può e non deve mai essere censurata. Il 25 aprile è anche un’occasione per allargare lo sguardo oltre i nostri confini, constatando come i valori che hanno costruito la Costituzione e la Repubblica Italiana siano ancora un miraggio per buona parte del mondo. Anche quest’anno è macchiato da un mondo costellato di conflitti e tensioni, che sfociano in violenze e soprusi fra Paesi e sulle popolazioni civili, in particolare donne e bambini. Non possiamo dimenticare l’Ucraina e il suo popolo, impegnati ormai da oltre due anni in una devastante battaglia di Resistenza per la propria libertà, indipendenza e democrazia. A loro non può mancare ogni sostegno necessario e auspichiamo uno sforzo diplomatico congiunto della comunità internazionale per spingere la Federazione Russa a interrompere (Come? Noi non vediamo altra strada rispetto a un negoziato, ndr) un’aggressione ingiustificata e criminale. Il destino dell’Europa dipende dall’esito di questa invasione e non si può immaginare una soluzione in cui la prepotenza abbia l’ultima parola, occorre una PACE GIUSTA che abbia presupposti equi e sappia riconoscere gli aggressori e gli aggrediti. Perché, come insegna la Storia, la Pace o è giusta o non è una vera pace. Allo stesso modo l’appello alla Pace deve alzarsi per il Medio Oriente, dove da mesi si rincorrono violenze, massacri e bombardamenti. Il prezzo più alto lo sta pagando la popolazione civile e il nostro appello è che la comunità internazionale non consenta alle parti un’estensione del conflitto, ma lavori ad una cessione delle violenze, alla riconsegna degli ostaggi, ad una soluzione politica di lungo periodo, che dia dignità ad ogni popolo coinvolto, isolando gli estremisti da ogni parte. Di fronte a tutto questo, l’Europa non può permettersi di restare alla finestra. L’Europa che vogliamo è un’Europa dei popoli, protagonista, attiva e impegnata per la libertà, i diritti e la giustizia in tutto il mondo, in ogni scenario di crisi. L’Europa della Pace, che ci ha garantito quasi 80 anni di benessere, di sicurezza, di aiuto reciproco e di prosperità è un elemento irrinunciabile e fondamentale per il nostro futuro. Tutti noi dobbiamo esserne protagonisti, per questo mi unisco all’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’invitare tutte e tutti voi, noi, a partecipare alle prossime elezioni europee in programma per l’8-9 giugno”.
(Massimo Mongardi)