Nuovo appuntamento con il diario di viaggio di Daniele Ferri. Una scelta di vita ha portato lui e la sua compagna in Australia, alla scoperta di una nuova terra.
Dopo aver salutato il mio amico e imbarcato i bagagli, non rimaneva altro che aspettare che chiamassero il nostro volo. Salimmo sull’aereo in tarda mattinata e dopo un paio d’ore arrivammo all’aeroporto di Melbourne.
Ad attenderci c’era ancora una volta Mik, il direttore sportivo tuttofare degli Essendon, la squadra per la quale avrei giocato. Sorridente come sempre ci accompagnò a prendere i bagagli e ci fece strada verso la sua macchina.
Con grande entusiasmo e con qualche aneddoto relativo alla città nella quale avremmo vissuto per i mesi successivi, ci portò all’hotel. La società ci aveva dato la possibilità di soggiornare per due notti a spese loro in una camera d’albergo, dandoci il tempo per trovare un appartamento. Un gesto che apprezzammo molto.
Lasciate le valigie andammo a pranzo con Mik, che continuava a creare grandi aspettative nei confronti di quella città che avevamo assaporato qualche settimana prima. Finalmente eravamo lì, e non vedevamo l’ora di scoprirla a fondo.
Rientrammo in camera e iniziammo a cercare in maniera spasmodica un appartamento che non costasse un occhio della testa; perché é vero che in Australia gli stipendi sono molto più alti (si parte da un minimo di 20$ l’ora), ma sono comunque proporzionali al costo di alcuni aspetti della vita quotidiana.
Nel giro di qualche ora ottenemmo tre ispezioni diverse, tutte per il giorno successivo. Il che ci sorprese positivamente. Prima della ricerca eravamo piuttosto spaventati; a detta di chi aveva vissuto a Melbourne era davvero difficile trovare una sistemazione, soprattutto con un buon rapporto qualità/posizione/prezzo.
Entusiasti per aver smentito quel pessimo pronostico, la mattina successiva visitammo il primo appartamento. Era davvero una casa molto grande, su due piani e con un piccolo giardino esterno, dove un bellissimo cane non vedeva l’ora di fare nuove amicizie.
L’unico aspetto negativo era la condivisione con almeno altre 5/6 persone, con un solo bagno a disposizione. Sarebbe stato un grosso impedimento.
Ringraziammo l’affittuario, consapevoli che non l’avremmo più ricontattato. Andammo verso il CBD (centro città) per pranzare ed esplorammo la città in attesa che arrivasse l’orario per gli altri due appuntamenti.
Purtroppo non sarei riuscito ad andare insieme a Margherita, perché mi sarei dovuto allenare. Ricordo che passai l’intera sessione speranzoso di rientrare negli spogliati, guardare lo screen e avere buone notizie.
Fui fortunato, perché non appena presi il telefono in mano, il messaggio di Margherita recitava:
“Abbiamo l’appartamento!”
(Daniele Ferri)