Via libera alla piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale. E sono in aumento i lavoratori che partecipano al voto. Ne parliamo col segretario della Fiom di Bologna Simone Selmi.
Partiamo dai numeri.
“18.100 lavoratori hanno votato si, i contrari sono stati 400 (e la stessa proporzione la troviamo a livello nazionale). Aggiungo poi che a Bologna hanno partecipato al voto i dipendenti di 50 aziende in più di quelle presenti nella precedente votazione e c’è anche un altro elemento interessante, il 45% dei votanti si trova fra gli impiegati. Il lavoro elettorale si è chiuso a metà aprile e abbiamo chiamato i lavoratori ad esprimersi su una piattaforma che vuole prefigurare l’industria del futuro.
Si parte da una significativa richiesta di aumento salariale (280 Euro), con questo rinnovo contrattuale vogliamo aprire un percorso che ci porterà alle 35 ore settimanali, e quindi apriremo tutte le esperienze possibili che vanno in questa direzione e avendo presente che questo obbiettivo si collega strettamente con i cambiamenti tecnologici che ci sono stati nelle aziende e il sindacato ritiene che queste modifiche devono anche garantire a chi lavora un minor carico durante la settimana. Per fare una efficace sintesi la nuova organizzazione del lavoro deve garantire in fabbrica e in ufficio un tempo di vita più ampio per i lavoratori. Poi ci occupiamo delle diverse forme di precarietà. Vogliamo dare il via ad un percorso concreto per giungere alla stabilizzazione di chi è oggi precario e introduciamo un forte elemento di novità perche comprendiamo in questo percorso anche i lavoratori degli appalti oggi sempre sotto la spada di damocle del licenziamento perché non sta scritto nella situazione attuale che nel caso di un cambio della ditta d’appalto sia obbligatorio mantenere gli stessi dipendenti. Non hanno gli stessi diritti degli altri dipendenti, pur operando fianco a fianco, non possono fare assemblee, e inoltre in questa fascia di lavoratori troviamo molti problemi aperti, non ultimo quello della illegalità, e va ricordato che gli appalti puntano sempre al massimo ribasso le cui conseguenze si scaricano sui lavoratori e in molti casi portano ad una maggiore insicurezza nel lavoro. Ricordo che molti degli incidenti del lavoro coinvolgono proprio i dipendenti delle ditte in appalto.”
Un contratto dunque molto impegnativo. Come hanno accolto i lavoratori questa piattaforma?
“In modo molto positivo. Hanno capito che questo impianto contrattuale può dare maggiori garanzie sul potere di acquisto dei salari tanto è vero che in questo modo nelle tasche di chi lavora è entrata una somma tripla rispetto a quella per così dire ufficiale proprio perché c’è stato un meccanismo di compensazione antiinflattivo. La cifra di 280 Euro è stata apprezzata, ma non sono sbalorditi perché tutti consapevoli che in questo momento non si può chiedere di meno.”
E ora?
“A fronte di un governo che non ha politica industriale questo contratto obbliga le parti sociali coinvolte a definire una strategia per il comparto, pur tenendo presente che quando si parla di riduzione d’orario una strategia pubblica diventa indispensabile.”
Ora si va all’autunno per l’apertura ufficiale del confronto.
(m.z.)