Toscanella di Dozza (Bo). Il no di 1600 cittadini, i dubbi del sindaco, il no del Pd e ora anche i dubbi dell’assessore regionale all’Ambiente Irene Priolo. Sembra proprio che non vi sia futuro per l’eventuale impianto di smaltimento rifiuti, con lavorazione, lavaggio, estrazione inerti, da attivarsi nel fabbricato ex Martelli di fronte alle cantine Brusa a Toscanella di Dozza.
Nel rispondere a un interrogazione della consigliera regionale Pd Francesca Marchetti, che ha interrogato la Giunta regionale per sapere “se, nell’ambito delle proprie competenze, circa l’area della ex Martelli Lavorazioni Tessili sita nel Comune di Dozza ritenga di pubblica utilità prevedere una attività di smaltimento dei rifiuti coinvolgendo una società privata e se la localizzazione di un impianto romagnolo di smaltimento e trattamento dei rifiuti sia compatibile con i piani regionali e della città metropolitana di Bologna”, l’assessore Priolo afferma testualmente: “Anche noi abbiamo ritenuto che, sotto alcuni aspetti, il progetto, così come presentato, non risponda alle caratteristiche attualmente idonee per ottenere l’autorizzazione finale”.
Tuttavia l’assessore fa presente che occorre parlare di un impianto di lavorazione e trattamento dei rifiuti, quindi non di una discarica. Da qui ne consegue che “non lo ritroviamo nell’ambito di quelli che sono gli obiettivi dei Piani rifiuti rispetto alla pianificazione dell’impiantistica che la Regione deve fare”. Non è quindi La Regione a decidere dove questi impianti possono essere collocati.
In merito all’iter, Priolo fa presente che “in questo momento la Conferenza dei servizi è in corso, ma l’iter ha subito anche una ripubblicazione. A seguito delle osservazioni su molte delle questioni, l’azienda ha presentato integrazioni. Pertanto, l’iter ancora non si è concluso. Probabilmente si concluderà dopo giugno, perché sono stati sollevati quesiti e interrogativi riguardanti l’impatto olfattivo e il traffico. Inoltre, nell’impatto del traffico è stato considerato un casello autostradale che al momento non esiste ancora”.
L’assessore sottolinea poi che la Regione, nell’ambito della Conferenza dei servizi, “raccoglie tutti i pareri degli enti coinvolti. In questo senso, ha un ruolo significativo l’Amministrazione comunale, che evidentemente – mi pare di poter dire – forse ha sottovalutato l’impatto di questo progetto. Il sindaco ha portato la questione alla mia attenzione solo recentemente, in un incontro nell’aprile 2024. Quindi, o non aveva compreso appieno quale fosse il clima o, evidentemente, in precedenza era favorevole e ora nutre delle perplessità. In ogni caso, le perplessità del sindaco devono essere espresse formalmente attraverso un parere. Se ci sono delle perplessità, ma queste rimangono solo a livello verbale e di discussione, non si traducono in un parere formale che l’Amministrazione comunale deve rendere in quattro ambiti specifici. Questi includono il parere sull’impatto ambientale, che deve essere motivato. Se il sindaco è contrario, ma l’Amministrazione, nelle sue vesti tecniche, esprime un parere favorevole motivato, è una questione che andrà approfondita. Così come l’Amministrazione dovrà rilasciare il titolo edilizio, esprimere un parere sullo scarico nella pubblica fognatura e sulle norme riguardanti l’esercizio dell’industria insalubre”.
In pratica se l’Amministrazione comunale oggi rileva la presenza di criticità sull’impatto, “deve trasformarle in un parere negativo motivato. Alla fine, la Regione raccoglierà tutti i pareri. È ovvio che, se anche il parere comunale fosse negativo e motivato, noi non potremmo che tenerlo in stretta e dovuta considerazione. Oggi mi sembra importante sottolineare che, nonostante un iter che non è ancora completo, ci sono alcuni aspetti che sicuramente non sono stati chiariti e superati… l’azienda dovrebbe anche occuparsi della rimozione delle coperture in amianto; quindi, ci sono diversi aspetti da considerare”.
….e brava Priolo: ottimo spot elettorale nella speranza riprendervi dopo 10 anni l’unico Comune fuori controllo……infatti dopo la bufala delle 1.600 firme (meno della metà erano di Dozza!) erano un po’ in difficoltà….
Ma Legambiente ImolaMedicina possiede quote della CFG? così, giusto per capire da cosa deriva il suo atteggiamento in questa vicenda….