Nel mondo alla rovescia non serve scegliere un sindaco di uno schieramento politico piuttosto che di un altro, tanto farebbero tutti la stessa cosa. Perchè affannarsi ad esempio a Imola per eleggere un sindaco della lega, quando c’è già questo?

Nel mondo alla rovescia un impianto sportivo, pur prestigioso e internazionale, vale più di qualsiasi altra cosa, dei diritti dei cittadini, dei lavoratori, del rispetto della conformazione idrogeologica del territorio.

Nel mondo alla rovescia si spendono milioni (circa 30) per una manifestazione sportiva motivando con le presunte enormi ricadute sul territorio (in realtà c’è una grandissimo flusso di denaro ottenuto sfruttando Imola ma che non rimane in gran parte in zona e nemmeno in Italia) mentre molte esigenze dei cittadini alluvionati, delle scuole, della sanità, restano inascoltate.

Nel mondo alla rovescia e pure shakerato, si spendono alla svelta risorse pubbliche per un muro di contenimento che dovrà mettere in sicurezza un autodromo improvvidamente sviluppato e ampliato sulla riva del fiume e proprio dove il terreno poteva funzionare da cassa di espansione in caso di necessità (utilizzando finanziamenti destinati al ponte sul Santerno?), in modo che al prossimo evento saranno gli edifici residenziali a fare da cassa di espansione.

Il profitto e l’utilità solo di alcuni prevale, assorbendo risorse pubbliche, pagate con le tasse di tutti e con gli utili che gonfiano le bollette dei cittadini, finiscono agli azionisti di Hera, passando attraverso Con. Ami a Formula Imola, costantemente in perdita senza potenti iniezioni di fondi statali, regionali e locali (non si può dire, si tratta di grande imprenditorialità, quella pubblica, che

l’Europa chiama aiuti di stato…) Nel mondo alla rovescia non ci si preoccupa della povertà in aumento, del lavoro scarsamente remunerato (anche in questi giorni, al Palagenius, lavoratori ammassati e sottopagati, senza servizi igienici, non molto edificante). E, ultima ma non per importanza, la chicca, quella che non ti aspettavi: uno sciopero dei trasporti, per rivendicare la sicurezza sul lavoro, dopo i troppi morti per incuria, sospeso con precettazione in tutto il Paese, tra salamelecchi e cinguettii reciproci del sindaco e ministro dell’opposto schieramento, per “garantire” il gran premio.

Nel mondo alla rovescia il sindaco non è sindaco della città ma del gran premio, ottiene ascolto per un evento locale per bloccare uno sciopero nazionale, spianando la strada per impedire l’esercizio di un diritto garantito dalla Costituzione magari per le prossime partite della nazionale, per la coppa Davis, per i derby e forse pure per la sagra della porchetta.

Sembra molto chiara la scala di valori: i lavoratori all’ultimo posto, ogni iniziativa padronale (e tale è il gran premio, in cui il padronato fa profitti enormi con i soldi di tutti i cittadini) deve avere la prevalenza, il divertimento e il profitto prima di tutto. E tutto il resto si dovrà mettere in coda.

Ci piace? Molto poco.

(Ezio Roi, consigliere M5s Imola)