Spett. redazione,
in questi ultimi anni ho cercato” nel mio piccolo”, come si dice nel linguaggio comune, di dare un contributo sincero, convinto e appassionato alla causa della difesa della sanità pubblica in tutti i modi che mi erano possibili: lettere, articoli, organizzazione di iniziative pubbliche, interventi negli organi consultivi e associativi di cui faccio parte ecc . Tutto questo naturalmente perché ritengo che difendere la sanità pubblica debba essere una priorità, un’urgenza non più rinviabile da parte delle istituzioni.
Oggi però non intendo parlare di collasso del sistema sanitario, di carenze strutturali, personale insufficiente, liste d’attesa …. Voglio parlare d’altro, guardare l’altra faccia della medaglia ed esprimere pubblicamente apprezzamento e gratitudine per la sanita pubblica quando funziona ed è efficiente, quando, pur tra mille difficolta (definanziamento, problemi di personale, difficoltà organizzative, privatizzazione sempre più aggressiva …), continua ad assolvere con passione, impegno e professionalità alla propria nobilissima missione.
Lo farò in particolare parlando di un reparto dell’ospedale di Imola: cardiologia. Questo, devo precisarlo, non perché abbia scarsa considerazione degli altri reparti e degli altri servizi ospedalieri, ma semplicemente perché ho avuto l’opportunità di sperimentarlo direttamente come paziente. E quello del paziente, a mio parere, è in fondo il punto di vista più importante per valutare l’efficienza di un servizio sanitario.
Ebbene in cardiologia ho trovato un reparto efficiente, ben organizzato, in grado di assolvere pienamente al suo compito con un personale competente, diligente e professionale in tutte le sue componenti, medici, infermieri, operatori socio sanitari fino agli addetti alle pulizie e alla somministrazione dei pasti.
Il primario dott. Paolo Ortolani à sempre presente e attentissimo nel seguire le condizioni di tutti i pazienti interagendo continuamente con gli altri medici in molti casi giovanissimi (questo ringiovanimento dello staff medico mi è sembrato un segnale incoraggiante).
Oltre naturalmente allo scrupolo e all’attenzione con cui vengono seguiti i pazienti dal punto di vista clinico mi ha colpito anche la grande sensibilità umana nei confronti dei pazienti, sensibilità che si manifesta con una grande capacità di ascolto, attitudine al dialogo e all’illustrazione del quadro clinico dei pazienti ed una grande sollecitudine nel rispondere alle richieste di assistenza.
Sottolineo che questo aspetto, questa attenzione per la relazione, è particolarmente importante quando il cittadino diventa paziente ed entra in ospedale. Ci si sente fragili, impauriti, insicuri e in questa condizione di debolezza e dipendenza un sorriso, una battuta amichevole, una parola in più, che dimostri l’interesse del personale acquistano una straordinaria importanza. Vorrei che gli operatori della sanità non dimenticassero mai questo aspetto essenziale anche se capisco benissimo che l’intensità del lavoro, le difficoltà quotidiane, e il rischio sempre incombente di burnout non lo favoriscano.
Questa è la sanità pubblica che dobbiamo difendere con le unghie e con i denti.
(Valter Galavotti)