Dozza (Bo). Il Pd ci credeva, molti lo davano per spacciato, ma Luca Albertazzi è riuscito nell’impresa di battere il candidato del centrosinistra, Luca Mainieri, e sedersi per il terzo mandato sulla poltrona di Primo cittadino di Dozza. 

“E’ stata una campagna elettorale sicuramente impegnativa – afferma Albertazzi -. A noi non è piaciuta, ma credo non sia piaciuta nemmeno a molti cittadini. Nei toni, nei metodi, nell’aggressività. Per larghi tratti è stata una sorta di assalto alla persona più che un legittimo confronto politico. Purtroppo quella di trasformare la politica in un conflitto è una modalità vecchia come il mondo che, stando a questo esito, ha fatto davvero il suo tempo”.

Luca Albertazzi

Forse la vittoria, oltre ai meriti di questi dieci anni di governo, nasce proprio da due diversi approcci verso la politica. “Noi sapevamo bene il percorso fatto in questi anni, le cose fatte e la concretezza alla fine ha pagato. Comunque anche questa fase ci ha rafforzato, a partire da me stesso – continua Albertazzi -. Ma anche il gruppo è stato molto coeso, si sono rafforzate le relazioni. Tantissime persone ci hanno dato una mano e alla fine quello che resta, al di là della politica, sono le relazioni tra concittadini e sotto questo aspetto c’è molta unità di intenti e compattezza all’interno di una grande trasversalità. Questa è l’essenza della nostra proposta politica: un confronto, anche tra sensibilità diverse, ma l’idea comune che nella dimensione piccola si debba collaborare nell’interesse comune. Questo è un grande capitale. Io voglio molto bene alla mia comunità, ho dato tutto in questi anni e ho ricevuto tanto e questa è una cosa impagabile”.

Guardando avanti, “cercheremo di fare ancora meglio, forti del fatto che il gruppo è ulteriormente cresciuto, e con il passare del tempo ha sempre più esperienza, sempre più competenze. Poi c’è questa nuova linfa portata dalle new entry, non solo come lista, ma più in generale a livello di progetto. Tante persone si sono avvicinate negli ultimi mesi e hanno portato un nuovo slancio. Un capitale importante da non disperdere, ma quando il centro dell’agire non è la polemica o la critica verso l’altro, ma il fare delle cose, il gruppo, seppur eterogeneo, non può che amalgamarsi e questa è una grande soddisfazione”.

Pronto quindi per la ripartenza, “Io dico sempre che il nostro è un treno sempre in corsa. Ora davanti ci sono altrettanti traguardi molto importanti da raggiungere, sul fronte dei servizi alla persona, della socialità, della cultura, del turismo e dell’ambiente. Ci sono molte infrastrutture da portare a termine. Saranno anni molto importanti per il governo di Dozza. Ma a fianco si pone anche il tema politico – culturale, perché questo modello di approccio alla politica è più che mai necessario, in un contesto dove la gente non vota più, non si fida dei partiti. Il dividersi sui conflitti ideologici non ha più un senso, e qui l’abbiamo sperimentato. Questa rivoluzione dolce che abbiamo introdotto non finisce mai. È un processo in itinere, vale per Dozza che dovremo rafforzare, ma vale in generale. Credo sia una ricetta che merita di essere approfondita, conosciuta e, perché no, esportata altrove. Un primo esempio è stato Castel Guelfo, che ha deciso liberamente di applicare il nostro modello e nel giro di pochi mesi è divenuta la seconda forza politica, creando un qualcosa che prima non esisteva. Da questo punto di vista vi è molto margine e bisogna lavorarci”.