Bologna. Venerdì 12 luglio il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha firmato la lettera di dimissioni e le ha comunicate alla presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti.
Un atto dovuto che fa seguito all’elezione di Bonaccini al Parlamento europeo, stante l’incompatibilità delle due cariche, e in coerenza con l’annuncio dato da lui stesso in Aula nella seduta dell’Assemblea dello scorso 26 giugno.
Di conseguenza, sono state attivate le procedure stabilite all’articolo 126, terzo comma, della Costituzione, e all’articolo 32 dello Statuto Regionale, che prevede come la vicepresidente della Giunta regionale, Irene Priolo, assuma le funzioni attribuite al presidente della Regione fino all’insediamento dei nuovi organi.
Nella lettera di dimissioni, Bonaccini ha voluto ringraziare la presidente Petitti “per la grande collaborazione di questi anni, che ti prego di estendere con la mia gratitudine a tutti i consiglieri e a tutti coloro che lavorano nella struttura dell’Assemblea Legislativa”.
Con le dimissioni di Bonaccini, la stessa Giunta regionale è decaduta e l’Assemblea Legislativa sciolta. Sia la prima sia la seconda rimangono in carica per garantire gli affari correnti e la gestione ordinaria dell’Ente, la cui attività entra così in una fase di affievolimento dei poteri fino allo svolgimento delle prossime elezioni regionali.
Situazione di affievolimento che permarrà fino all’insediamento dei nuovi organi conseguente al rinnovo elettorale. In questa fase, gli atti adottati dovranno rispettare i limiti dell’ordinaria amministrazione, dell’urgenza e della indifferibilità.
Bonaccini ha ripercorso anche i principali risultati raggiunti in questi dieci anni. “Dal 2014 a oggi l’Emilia-Romagna è la Regione che cresce di più in Italia”. I numeri macroeconomici parlano chiaro:
• la forza lavoro è cresciuta di 62 mila unità (+3%)
• gli occupati sono 130 mila in più (+6,9%)
• il numero le persone in cerca di occupazione è sceso del 39,2%
• il tasso di occupazione 20-64 anni è passato dal 70,7% al 75,9% (quello femminile dal 63 al 69,1%)
• il tasso di disoccupazione è sceso dal 8,4% al 5%
• il Pil è cresciuto dell’11,2% e l’export è cresciuto del 31,8%
• il saldo commerciale regionale è il doppio di quello della seconda Regione, oltre 35 milioni di euro, contro i 19 milioni del Veneto
• il rischio di povertà o esclusione sociale è tra i più bassi in Italia e in Europa
• dimezzata la dispersione scolastica, che passa dal 13,2 al 7,3%
• i giovani Neet (non studio – non lavoro) sono passati dal 20,6 all’11%
• la raccolta differenziata, elemento fondamentale per la sostenibilità ambientale, è passata dal 58 al 77%
• la popolazione regionale è aumentata di 21.000 persone, in un periodo di riduzione demografica
Le prossime elezioni si svolgeranno entro massimo cinque mesi dalle dimissioni del presidente. Secondo la legge regionale, infatti, il decreto di indizione è adottato dalla vicepresidente della Giunta facente funzioni di presidente entro tre mesi dallo scioglimento dell’Assemblea legislativa, e le elezioni si svolgeranno entro i successivi due mesi.
La data verrà decisa da Priolo d’intesa con il presidente della Corte d’Appello di Bologna.
(t.c.)