Lo stupore, il chiacchiericcio, la cronaca diffusa e il malessere divagante generati dalla inevitabile risorgere dell’insicurezza in tutti noi poveri mortali, certifica, senza pietà alcuna, la nostra insita, inguaribile, inconsapevole fragilità.

All’improvviso, come generato da un malvagio piccolo e invisibile maghetto, il minuscolo tasto di “invio” non funziona più. Sulle prime abbiamo pensato “devo averlo schivato, porcaccia …”, ma poi, ripetuto il gesto con maggiore attenzione e decisione, abbiamo dovuto constatare che il comando aveva smesso di funzionare.

E patatumfete, a mol’ in te Gangè” avrebbe scritto il prode “Stecchetti” (al secolo Olindo Guerrini) trovandosi davanti all’immane catastrofe, anche se, a dire il vero, il poeta romagnolo e un paio di suoi amici erano davvero finiti “ a mollo” in un canale della nostra “bassa”, mentre a noi tutti era accaduto qualcosa di decisamente più inevitabile e, starei per aggiungere, naturale.

Certo che il fascino immenso del nostro cellulare, del nostro personal, tutti i terminali che oramai ci circondano e altre inarrivabili macchine elettroniche ci hanno, nel tempo, abituati ad una sorte di evento magico: tu premi il fatidico tasto e “Lui” risponde, sempre, immancabilmente e ripetutamente in modo esatto!
Abbiamo in tasca, ad un costo ragionevole, la verità a portata di mano. Ed ecco, riprendendo il “qui sopra”, questa volta il magico tasto non funziona!
Il caos, aerei che non decollano, tremi che non partono, consultazioni di borsa che non forniscono dati, saldi di conto corrente che non compaiono, pagamenti e riscossioni on line che non si possono eseguire o controllare e chi più ne ha più ne metta! All’improvviso ci si ritrova estremamente fragili. Fragili come, in realtà, da sempre siamo.

Esiste qualcosa di umano che non si rompa? Qualcosa che, fatto dall’uomo, non funzioni a dovere di tanto in tanto? Unicamente uno stolto o uno sprovveduto possono affermare il contrario. Ammenochè noi non si consideri “normale” un terrapiattista, un negazionista per principio e così via.

La dura verità nell’aspetto reale del problema riesce nel sempre più dimenticato angolo oscuro che è dentro di noi: la fallibilità! Avete presenta la posizione della barra (/) sulla tastiera? E se vi capitasse di invertire una delle “battute”, ad esempio scrivere /() cosa potrebbe succedere? Succederebbe che se l’errore viene compiuto nella scrittura di un programma di esecuzione, l’esecuzione va a farsi benedire e il tasto di “invio” non risponde.

Essere consapevolmente fragili è sicuro indice di saggezza, unicamente gli stolti si sentono invincibili con il proprio cellulare in mano: un piccolo oggetto che ci fa sentire padroni del mondo.

Abituiamoci all’evento: ne verranno altri, alcuni sui quali ci troveremo a sorridere, altri che ci arrecheranno qualche fastidio, altri ancora che causeranno danni e perdite di vite: siamo uomini e sappiamo solo sbagliare.

(Mauro Magnani)