Castel del Rio (Bo). Una panchina rossa contro la violenza sulle donne sarà inaugurata sabato 31 agosto, ore 10, a Castel del Rio, nel parco dietro la fermata della corriera in viale 2 Giugno.

Saranno presenti Beatrice Poli, assessore alle Pari opportunità del Circondario di Imola e Alberto Baldazzi, sindaco di Castel del Rio.

La cerimonia terminerà con un piccolo rinfresco e in caso di maltempo si terrà sotto il tendone che viene usato per le sagre e situato sotto il Castello degli Alidosi nel prato di fronte alla fermata.

La panchina è stata fortemente voluta, assieme alla riqualificazione del parco, da un gruppo di cittadini e cittadine, che hanno condiviso l’idea di base dell’importanza di questo simbolo e di come potesse essere spunto per ritrovarsi.

“Passeggiando per il paese ho notato una differenza con gli altri paesi della vallata: non compariva da nessuna parte una panchina rossa. Chiedendo in giro, per capire se ero io in realtà che non la vedevo, ho scoperto che in effetti non era mai stata posizionata, nonostante ne fosse prevista la sua presenza – racconta Antonella Rossi a nome del gruppo di cittadini -. Esiste infatti un progetto del Nuovo Circondario di Imola che prevedeva una panchina rossa nei vari borghi della vallata. La panchina rossa di Castel del Rio era rimasta momentaneamente sospesa in attesa di trovare una giusta collocazione e qualcuno che avesse voglia di aiutarmi nei passi che erano da percorrere”.

L’Auser di Castel del Rio, assieme all’associazione Perledonne della Vallata, hanno così dato vita ad un incontro pubblico, che si è tenuto presso il locale Shangri-la, nel mese di giugno 2024.

L’occasione è stata l’incontro con la scrittrice Sabrina Grementieri che, tra l’altro, ha scritto un romanzo dal titolo “Il sole di sera” proprio ambientato nei luoghi attorno a Castel del Rio e con argomento la storia di un personaggio femminile che dopo varie avventure e aver subito violenza ritrova se stessa e una nuova vita.

“Durante l’evento si è anche evidenziato come al momento la cronaca quotidiana mostri numerosi e frequenti episodi di violenza contro le donne e l’associazione PerleDonne della Vallata ha informato i presenti sull’importanza della presenza di una panchina rossa, non solo come simbolo, ma anche come fonte di informazioni che possono risultare molto utili.

In passato si era soliti non sedersi su queste panchine in segno di rispetto di chi era venuto a mancare e per ricordarne la presenza tramite il posto vuoto, ma durante la serata è emersa invece la necessità di dare vita alla panchina e di abitarla affinchè da un fatto luttuoso potesse emergere in qualche modo un’altra forma di vita”.

Di conseguenza, una volta decisa la posizione nel piccolo parco dietro la fermata della corriera, “abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto che la panchina fosse vissuta e quindi è nata l’idea di riqualificare lo spazio verde tramite tagli di alberi secchi e potature varie: un grazie particolare va rivolto a Linguerri Giovanni, Righini Roberto e Pelosi Egidio. Ulteriori sentiti ringraziamenti vanno a Bambi Antonio, Ettore Righini e altri volontari che si sono dedicati alla pulizia del prato, delle panchine di legno già presenti e alla rimessa a nuovo della giostra per bambini”.

Tutte queste idee sono nate giorno dopo giorno, “ogni volta che qualcuno si aggiungeva al piccolo gruppo di partenza che per qualche volta si è incontrato nel parco per decidere cosa fare e come.

Senza volerlo è nata una squadra di persone coinvolte sullo stesso obiettivo: qualcuno per caso perché passava di lì e ha chiesto cosa stava succedendo o qualcuno perché tirato dalla manica da un amica o conoscente. E’ stato così che ho scoperto anche che non tutti sanno cosa è una panchina rossa, il suo significato e la sua utilità e per questo si sono rafforzate ancora di più le motivazioni delle persone coinvolte, non solo donne ma anche uomini ricordo”.

La Pro Loco di Castel del Rio ha fisicamente prodotto la panchina, altri volontari hanno aiutato a posizionarla definitivamente e l’amministrazione comunale è intervenuta nei momenti necessari per ultimare il progetto.

Cos’è la panchina rossa e a cosa serve? La panchina rossa è il simbolo del femminicidio e indica il vuoto che la donna uccisa ha lasciato all’interno della comunità. Vuole pertanto non solo sensibilizzare le persone che passano al fatto che esiste il problema della violenza contro le donne ma anche fornire informazioni pratiche che possano essere di aiuto per chi è vittima di violenza, sia fisica che psicologica.

Per questo motivo la panchina è munita di una targhetta che riporta il codice 1522 da chiamare in caso di bisogno: il numero è gratuito, attivo 24 ore su 24 e accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e di stalking. Per avere aiuto o anche solo un consiglio basta chiamare il 1522 oppure chattare direttamente con una operatrice sul sito www.1522.eu o via app. Ricordiamo anche che il tutto avviene in maniera anonima.

“Queste informazioni sembrano scontate ma in realtà ho toccato con mano che non lo sono ed è consigliabile ripeterle e anche ricordarle spesso. Come anche il gesto che viene eseguito mostrando una mano con il pollice piegato nel palmo e piegando le altre dita verso il basso, chiudendo il pollice tra le dita, come per intrappolarlo fisicamente. Magari non tutti sanno che questo gesto è stato creato dal Women’s Funding Network e dalla Canadian Women’s Foundation. E’ stato pensato per poter essere mostrato silenziosamente durante le videochiamate per avvisare familiari, amici o colleghi di aver bisogno di aiuto”.

E c’è anche altro. Sull’etichetta montata sulla panchina è riportato un codice QR da inquadrare che riporta informazioni legali sulla normativa in materia e gli indirizzi dei centri anti-violenza presenti nel territorio nei quali ci si può recare per avere assistenza.

“Oggi abbiamo un piccolo parco rimesso a nuovo con l’aiuto di tante persone volontarie che si sono ritrovate e ne hanno approfittato per fare conoscenza o condividere informazioni che non avevano.

Speriamo che questo diventi un luogo di aggregazione piacevole dove magari fermarsi a leggere uno dei libri che si possono prendere nelle varie attività commerciali del paese. Da qualche mese infatti nel paese è attivo il book crossing, ovvero in molti negozi e bar è possibile scegliere un libro fra quelli presenti negli spazi dedicati e portarlo a casa senza il bisogno di restituirlo e magari portarne uno dei propri per condividerlo con altre persone, invece che farlo stare inutile sotto la polvere. Ci piacerebbe allargare ancora la diffusione dei punti di raccolta e distribuzione di libri, magari anche con la creazione di casette dislocate nel paese, oppure eventuali giornate di scambio con eventi appositi. Visto il gruppo di persone che si è creato magari un domani anche queste idee troveranno una realizzazione. Del resto questo è un paese particolarmente suggestivo così incastonato tra le montagne che non può non attirare le persone che hanno voglia di momenti di relax a contatto con la natura. Senza dimenticare che per chi non ha voglia di leggere ci sono percorsi da fare camminando, in bici e in canoa. Non è un caso che questi luoghi abbiano fatto da sfondo alla vicenda della protagonista del libro di Sabrina Grementieri”.