Venezia. In attesa dell’inaugurazione vera e propria che avverrà il 28 agosto, il 27 agosto la mostra del Cinema di Venezia 2024 rende omaggio a uno dei più famosi registi italiani, Vittorio De Sica, proiettando il film ad episodi “L’oro di Napoli”, del 1954, pellicola restaurata da Cinecittà su iniziativa di Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis, in occasione del settantesimo anniversario della sua uscita (partecipò anche al festival di Cannes).

Il film, composto da sei episodi vede protagonisti ciascuno Totò, Eduardo De Filippo, lo stesso De Sica, Silvana Mangano e Sophia Loren che il prossimo 20 settembre compirà novant’anni. Solo un episodio, più malinconico degli altri e con pochi dialoghi, “Il funeralino”, sul corteo funebre che accompagna un bambino, non ha interpreti prestigiosi. Nell’episodio “Il guappo” Totò viene vessato da un guappo di quartiere che si è insediato a casa sua; in “Pizze a credito” la Loren pizzaiola bella e formosa darà del filo da torcere al geloso marito; in “I giocatori” De Sica interpreta un nobile napoletano dedito al gioco che, fatto interdire dalla ricca moglie, si consola perdendo a scopa con il figlio del portiere; in “Teresa” a Silvana Mangano, giovane prostituta, un ricco corteggiatore anonimo propone il matrimonio. In realtà tale sposalizio serviva al giovane per scontare un peccato.

Infine nell’episodio “il professore” Eduardo De Filippo che vende saggezza al quartiere, risolve anche il caso di un arrogante nobile locale punendolo con il “pernacchio”.

Il cinema italiano in concorso e non. Tra i ventuno film che partecipano alla sezione principale per il Leone d’oro, ci sono cinque titoli italiani (uno in meno dello scorso anno). Si tratta di: “Campo di battaglia” di Gianni Amelio, “Vermiglio” di Maura Delpero,”Queer” di Luca Guadagnino,”Iddu” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza e “Diva Futura” di Giulia Steigerwalt.

Alessandro Borghi insieme a Gabriel Montesi sono i protagonisti di “Campo di battaglia”, dove la vicenda, liberamente tratta dal romanzo “La sfida” di Carlo Patriarca, coinvolge le storie di due medici militari nell’ultimo anno della prima guerra mondiale, nel quale tra i malati si diffonde una strana epidemia, l’influenza spagnola.

Con “Iddu L’ultimo padrino” i registi si sono ispirati alla storia della latitanza di Matteo Messina Denaro. Il mafioso è interpretato da Elio Germano, mentre Toni Servillo presta il volto ad un politico che aiuta i servizi segreti a scoprire il covo del boss.

Pietro Castellitto è invece il protagonista di “Diva futura” e presta il volto a Riccardo Schicchi, fondatore dell’omonima agenzia del titolo che aiutava le ragazze a diventare pornostar: Ilona Staller, Moana Pozzi e Eva Henger. Tra le interpreti: Barbara Ronchi e Denise Capezza. Il film è liberamente tratto dal romanzo “Non dite alla mamma che faccio la segretaria” di Debora Attanasi.

Ispirato a “Il pasto nudo” di William Burroughs e interpretato da Daniel Creig, è “Queer” che narra le vicende di un amore omosessuale negli anni quaranta con contorno di un viaggio di droga e decadenza a Città del Messico.

E’ ambientato nell’ultimo anno della seconda guerra mondiale “Vermiglio” e racconta la storia di una famiglia nell’arco di quattro stagioni. Una storia di guerra senza bombe, né grandi battaglie. Nella logica ferrea della montagna che ogni giorno ricorda all’uomo quanto sia piccolo.

Ci sono anche alcune coproduzioni internazionali a cui hanno partecipato produttori italiano. Si segnalano: “The Room Next Door” di Pedro Almodóvar, “Maria” di Pablo Larraín, “Joker: Folie a Deux” di Todd Phillips, “Babygirl” di Halina Reijn, “April” di Dea Kulumbegashvili, “Stranger Eyes” di Yeo Siew Hua.

In tutto, sono dodici i film italiani selezionati nelle varie sezioni:Venezia 81, Fuori concorso, Orizzonti, Orizzonti Extra.

Tra quelli presenti fuori concorso:

“L’orto americano” di Pupi Avati una storia gotica ambientata tra la vigilia della liberazione e il dopoguerra. Con Filippo Scotti giovane scrittore che va a cercare in America l’ausiliara di cui si era invaghito ma trova solo una casa, con un’anziana madre e con un orto pieno di fantasmi.

“Il tempo che ci vuole”, di Francesca Comencini, con Romana Maggiora Vergano e Fabrizio Gifuni, una figlia ed un padre “Un racconto personale di momenti con mio padre emersi dai ricordi e rimasti vivi nella mia mente”. Sullo sfondo il cinema come passione e scelta di vita e intorno il periodo della strategia della tensione, delle rivoluzioni sociali e delle comparsa delle droghe.

Sono presenti anche alcune serie: Giacomo Leopardi – Vita e amori del poeta, con protagonista Leonardo Maltese, di Sergio Rubini che si vedrà su Rai 1 e “M. Il figlio del secolo” di Joe Wright con Luca Marinelli che interpreta Mussolini, nella trasposizione ,su Sky e Now, del romanzo di Antonio Scurati.

Infine tra i Corti, si segnala la presenza di quello di Marco Bellocchio “Se posso permettermi / capitolo II” e di quello di Alice Rohrwacher “Allégorie citadine”, co-diretto insieme all’artista francese JR.

(Caterina Grazioli)