Venezia. La introspezione più introspettiva. Il film italiano “Nonostante”, seconda regia di Valerio Mastandrea dopo “Ride”, che inaugura la Sezione Orizzonti della mostra del cinema di Venezia, guarda completamente all’interno. Mette in scena un uomo che vaga dentro e fuori da un ospedale ed interagisce senza essere visto con medici, infermieri ed altri pazienti. E’ una dimensione che accetta, che gli da’ sicurezza. Tutto cambia quando in ospedale entra una nuova paziente e nasce una storia d’amore improvvisa e potente.
Dimensione onirica, tragicomica, per parlare della paura della morte, propria e delle persone che amiamo. “E’ un film che parla di me e delle persone di cui mi circondo, capaci di vivere legami sinceri, senza paura”. Protagonista lo stesso Mastandrea, con Laura Morante, Barbara Ronchi, Giorgio Montanini, Lino Musella e Dolore Fonzi. L’opera sarà al cinema nel marzo 2025. Per i critici risulta un’opera complessivamente riuscita, sia per il coraggio del regista di misurarsi con un genere poco tradizionale, il realismo magico di film come “Miracolo a Milano” di De Sica, sia per la potenza emotiva. Risulta invece, in sottrazione, il solito problema di budget dei film italiani che devono fare di necessità virtù per esaltare al massimo ciò di cui dispongono: location ed effetti, che per una pellicola che esplora il surreale sono centrali, non sono così sfolgoranti Qualcuno ha posto l’accento sulla recitazione un po’ sacrificata dei comprimari, rispetto a quella preponderante di Mastandrea.
Tra le opere italiane ha debuttato alla prima giornata di mostra anche una miniserie tv che si vedrà sulla Rai: “Leopardi – il poeta dell’infinito” di Sergio Rubini. Il poeta, a cui da’ voce e corpo Leonardo Maltese, viene raccontato come un giovane geniale e ironico, imprigionato in un corpo gracile e sotto il controllo a Recanati, dove vive, di una famiglia soffocante. “Piuttosto che lo studioso curvo sui libri, il nostro Leopardi avrà il piglio di un esuberante enfant prodige che desidera divorare il mondo e viverlo appieno”. Vivrà anche un amore mai concretizzato il giovane poeta, per l’aristocratica Fanny Targioni Tozzetti e questo lo farà uscire della dimora paterna. Così come un altro amore, quello per l’amico Antonio Ranieri, lo aiuterà a colmare i limiti della propria fisicità. Un prodotto rivolto al grande pubblico, che attraverso una lettura personale, che esalta le caratteristiche liberali, emotive e sentimentali del grande poeta, non rinuncia alla cura e all’approfondita conoscenza del personaggio storico.
“Coppia aperta, quasi spalancata” è l’altro film italiano presente in sala al Lido nella giornata inaugurale della mostra. E’ stato presentato alle Giornate degli autori e sarà anche al cinema in questi giorni. La regia è di Federica di Giacomo e la protagonista è Chiara Francini. Antonia riceve una singolare proposta dal marito: aprire la coppia a nuove frequentazioni. Il film è la trasposizione teatrale dell’omonimo testo di Dario Fo e Franca Rame. Si tratta di un film – documentario corale, dove la protagonista si confronta con il poliamore, affrontando anche scontri e dibattiti accesi con chi la pensa diversamente da lei, fervente monogama. L’intento è esplorare le modalità e le forme di amore nel mondo contemporaneo. Insieme alla Francini recita Alessandro Federico, suo partner anche nella pièce teatrale. L’idea è della stessa Francini che dice “ho voluto utilizzare un alfabeto diverso dalla finzione mettendo assieme la mia vita, gli spettacoli teatrali, il mio compagno, mia madre. L’obiettivo è aprire un dibattito partendo da un testo immortale”. A giudicare dai giudizi dei critici sembra che la scelta sia stata positiva.
Nella prima giornata non sono stati proiettati film in concorso nella sezione principale. E’ stata una giornata dedicata anche ad un’altra serie “Disclaimer – La vita perfetta” del regista messicano pluripremiato all’Oscar e a Venezia, Alfonso Cuaròn, autore in passato di “Gravity”, “Roma” ma anche di bockbuster come “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”. La serie, a Venezia divisa in due parti, è un thriller psicologico e si potrà vedere su Apple Tv + a partire dall’11 ottobre prossimo. Protagonista Cate Blanchett insieme a Kevin Kline e a Sacha Baron Cohen. Si basa sul romanzo omonimo di Renée Knight. La reputazione dell’acclamata giornalista Catherine Ravenscroft è basata sulle sue rivelazioni delle malefatte e delle trasgressioni altrui. Quando riceve un romanzo da un autore sconosciuto inorridisce nel rendersi conto di essere lei, ora, protagonista di una storia che espone i suoi più oscuri segreti. Nel suo affannoso tentativo di scoprire la vera identità dello scrittore, è costretta a fare i conti col proprio passato prima che distrugga sia la sua vita sia i rapporti con Robert, il marito, e il loro figlio Nicholas. Il regista commenta così la sua opera: “Occhio alla narrazione e alla forma! Il loro potere può avvicinarci alla verità, ma sono anche una forte arma di manipolazione che può renderci complici servendosi dei giudizi che formuliamo e delle nostre convinzioni più profonde”.
(Caterina Grazioli)