Venezia. Altro film con star hollywoodiane, il terzo del concorso principale: “Babygirl” con un’algida Nicole Kidman, contrapposta al mediterraneo Antonio Banderas che interpreta il marito. Scritto, diretto e coprodotto dall’olandese Halina Reijn.. Una potente amministratrice delegata mette a repentaglio la carriera e la famiglia quando inizia una torrida relazione con un suo stagista molto più giovane, interpretato da Harris Dickinson. Cerca ciò che il marito non le da’. La storia riguarda anche diverse generazioni e lo scontro tra generazioni: la manager, la stagista arrivista e la figlia lesbica della stessa manager. Ognuna di loro alle prese con i desideri e l’incapacità di esprimersi a parole andando oltre alle aspettative con cui si descrivono.
Non tutti i critici hanno gradito questo sguardo femminile sadomaso, tutto sesso e potere, declinato in chiave grottesca più che trasgressiva, però sono unanimi nel gradire l’interpretazione della Kidman, assente da Venezia dal 2004 con “Birth”.
“Il film parla di sesso, desidero femminile. La crisi di un matrimonio con un sguardo femminile” dice l’interprete star, che in questo film si mette torbidamente in gioco. La regista ha tratto ispirazione dai thriller erotici anni ’80-’90 (Attrazione fatale e Basic instinct), ma voleva dare un punto di vista diverso e raccontare la normalizzazione anche di desideri estremi. “Siamo prigionieri dei nostri istinti siamo animali. Qui c’è una donna che cerca la sua dimensione”. spiega la regista.
Ancora l’amore declinato come fedeltà, onestà, amicizia è il tema del quarto film in concorso alla mostra del cinema di Venezia “Trois amies” del francese Emmanuel Mouret. La protagonista è l’attrice Camille Cottin con Sara Forestier e India Hair.
Tre amiche che “senza meschinità, senza rancore”, mantengono la loro amicizia mentre intorno alle loro vite avvengono intrecci amorosi.
Joan non è più innamorata di Victor, ma le fa male pensare di essere disonesta con lui. Alice, la sua migliore amica, la rassicura: lei stessa non prova passione per il suo compagno Eric, eppure la loro relazione va a gonfie vele. Non sa che lui ha una relazione con la loro comune amica Rebecca. Quando Joan decide finalmente di lasciare Victor e lui scompare, le vite delle tre amiche e le loro relazioni vengono sconvolte.
“Mi piacciono i personaggi che sbagliano, ci riprovano e continuano a sbagliare, come Buster Keaton quando ripetutamente cade e si rialza ma che una caduta dopo l’altra continua ad andare avanti senza voltarsi indietro e senza dare la colpa a nessuno”. Così il regista, già premiato ai Cesar francesi per un precedente film “Love affar(s)” non distribuito in Italia. Lo stile è quello della commedia drammatica, che mette insieme toni accorati con toni leggeri con un andamento musicale. “Mai rancore, anche se c’è il tradimento” spiegano regista e interpreti alla conferenza stampa. Per la critica si tratta di un film che mette insieme sentimenti raccontandoli con sensibilità ed esperienza.
Sarà in sala nella prossima stagione con Lucky red.
Per finire la giornata in mostra si segnalano il documentario fuori concorso “One to One: John & Yoko”: ambientato a New York nel 1972, esplora il mondo musicale, personale, artistico, sociale e politico di John Lennon e Yoko Ono ullo sfondo di un’epoca turbolenta della storia americana.
Sempre fuori concorso “Cloud”, il nuovo film del regista giapponese Kiyoshi Kurosawa, con protagonista Masaki Suda: un thriller psicologico che indaga le ansie e paranoie del mondo di Internet. “Negli angoli oscuri del Giappone di oggi si verificano a volte episodi violenti senza motivo apparente. Quando si indaga sulle cause diventa chiaro che esiste una sorta di sistema attraverso il quale piccoli rancori e frustrazioni si accumulano e si ingigantiscono a causa di internet. Mi incuriosiva se questo tipo di fenomeno potesse fare da tema per un film d’azione e ho iniziato a sviluppare questo progetto. Il protagonista è un uomo mediocre che, attraverso piccoli maneggi per fare soldi, cerca di ottenere anche il minimo vantaggio sugli altri. Attira incautamente l’ira di chi lo circonda e alla fine si ritrova coinvolto in una battaglia mortale in cui c’è in gioco la sua vita. Profitto e vendetta si sovrappongono e si amplificano, mettendo in moto atti di violenza: e prima che ce ne accorgiamo, non possiamo più tornare indietro. In fin dei conti è anche possibile che sia così che nascono le guerre moderne”.
(Caterina Grazioli)