Venezia. Sbarcare alla mostra d’arte cinematografica della biennale di Venezia, al Lido, è un evento in sé. Prima di tutto occorre scegliere i film e comprare i biglietti on line, meglio in anticipo per trovare posto se la pellicola è particolarmente ambita per la presenza di star. I prezzi variano da 10 a 50 euro a seconda di film, sala e orario. I più costosi sono quelli della Sala grande, all’orario della proiezione ufficiale, anticipata dal red carpet. Altrimenti ci si deve accontentare della proiezione più compatibile con tutti gli incastri di orari. Infatti non è così facile arrivarci. Occorre conoscere bene la logistica e districarsi tra auto o treni e gli immancabili traghetti, ma anche bus e/o taxi. I tempi sono stretti se si vuole arrivare in tempo per l’agognata proiezione.

Credit Paolo Ricci

Ci vuole uno studio accurato anche dei posti all’interno dell’area della mostra, per muoversi agevolmente tra sale (Darsena, Palabiennale, Casinò ed altre), red carpet ed una sosta ad uno dei punti ristoro. La soluzione scelta quest’anno è quella di arrivare in auto (i treni sono pochi, non compatibili con gli orari di film prenotati e traghetti). All’arrivo l’auto viene lasciata all’autorimessa comunale di Venezia, a piazzale Roma per 35 euro; poi per 9,5 euro si prende il traghetto all’imbarco di piazzale Roma B, proprio sotto l’uscita dell’autorimessa. Il biglietto si può pagare alle biglietterie anche automatiche, oppure on line.

I traghetti sono carichi, ma numerosi. il n. 6 o il 5.1 si susseguono uno via l’altro. Il tragitto fino al Lido, l’isola che separa Venezia dall’Adriatico, dura circa mezz’ora. Si vede solo da lontano piazza San Marco, con campanile, duomo e palazzo ducale, sempre un bel vedere, ma il tragitto evita il canal grande ed è molto più veloce. Al Lido si prende il bus, stracarico e si scende al Casinò. C’è il passaggio per il controllo delle borse e si accede all’area della mostra.

Per chi è curioso basta guardarsi intorno: un altro viaggio, quello nell’immaginario, sta per cominciare. Il bello di stare in questo luogo è che si vive per un giorno in uno spazio in cui possono succedere cose un po’ fuori dal normale. Si vedono film nuovi, che altrimenti è difficile vedere altrove, come una serie danese interessante dal titolo complicato “Familier som vores (Famiglie come la nostra) 5-7” di Thomas Vinterberg e per di più se capita di vederla con l’intero cast in sala (oltre al regista gli intepreti Amaryllis August, Albert Rudbeck Lindhardt, Nikolaj Lie Kaas, Paprika Steen, Helene Reingaard Neumann, Magnus Millang, Esben Smed) è un’emozione in più.

Ad uno dei tanti punti ristoro si scopre in fila proprio dietro Michele Reich, il fumettista Zerocalcare, che tra una conversazione con alcuni ammiratori e un selfie con una poliziotta, aspetta di ordinare il suo panino. Oppure, si trovano già seduti dal primo mattino di fronte al red carpet, muniti di ombrello parasole, i fan di Brad Pitt, che arriverà alle 8… di sera. Ma, con un po’ di fortuna e un pizzico di pazienza, ecco Brad Pitt e con lui pure George Clooney, appena usciti dalla conferenza stampa del loro film fuori concorso “Wolfs” del regista Jon Watts, sbucare da un’uscita secondaria del Casinò, con poche persone ad attenderli per gli autografi e i selfie e quindi raggiungibili e fotografabili: “Giorgio, vieni qui”; “Brad, Brad, non andare via”. Ma al di là di questi incontri non usuali è questo strano circo di cui fare parte per qualche ora che mette buonumore, allegria e nostalgia. L’atmosfera è felliniana: vip e nip, abiti da sera e bermuda, americani e asiatici, giovani e vecchissimi, intellettuali e body guard, tutti appassionatamente insieme, uniti dal filo conduttore del cinema. Dopo tocca fare il viaggio a ritroso per tornare … 

(Caterina Grazioli)