Riceviamo e pubblichiamo questa lettera inviata da Paola Lanzon, presidente della Deai Srl alle consigliere e ai consiglieri comunali di Imola.

Mercoledì 18 settembre scorso in qualità di Amministratrice della Deai srl mi sono recata al comando della Polizia di Stato di Imola e ho depositato un esposto, con il quale chiedo alla Procura della Repubblica di verificare i requisiti di correttezza di una ordinanza che mi è stata notificata dal Comune di Imola il 10 settembre 2024.

L’ordinanza che proviene dall’ufficio tecnico del Comune: contesta a Deai e Ortignola srl un abuso edilizio per alcuni manufatti posti nell’area esterna dell’impianto Ortignola, che gestiamo come Deai, società che ha in affitto il ramo d’azienda dell’impianto natatorio da Ortignola srl (concessionaria dell’impianto) e ne chiede la demolizione entro 90 giorni.

Dovendo capire ciò che stava avvenendo abbiamo appurato, tramite un accesso agli atti, che il procedimento è stato attivato da segnalazione formale proprio da parte della società Ortignola Srl, che nei fatti ha denunciato se stessa. Capita poi che a strettissimo giro dal ricevimento dell’ordinanza del Comune la stessa Ortignola ci scriva intimandoci anche lei la demolizione dei manufatti non entro i 90 giorni come richiesto dal Comune, ma in 30 giorni. Presumibilmente manifestando qualche ulteriore e (in)comprensibile motivo di fretta.

Senza voler confondere ulteriormente chi legge ma che non conosce i particolari di questa vicenda complicata aggiungo un particolare rilevante: è attualmente in corso un Accertamento tecnico preventivo (Atp) da parte del tribunale di Bologna e richiesto proprio da noi, dalla Deai: il perito, già nominato dal tribunale, dovrà dare risposta ad alcuni quesiti che Deai ha formalmente posto al Tribunale di cui, alcuni di grande importanza , come ad esempio i gravi probabili vizi e le infiltrazioni certe di cui è oggetto l’impianto, presentatesi già a pochi mesi dalla sua inaugurazione, e che perdurano da anni, oltre ad altri aspetti critici che qui per brevità non elencherò.

L’Atp è stato da noi promosso in quanto le segnalazioni rivolte formalmente all’amministrazione comunale, corredate di documentazione fotografica, non hanno avuto risposta e pertanto a tutela del bene pubblico che ci è stato affidato, ci siamo rivolti al Tribunale, affinché svolgesse le opportune verifiche.

La Ortignola Srl, concessionaria dell’impianto a cui è affidata la manutenzione straordinaria dell’immobile, si è opposta fermamente e formalmente all’attivazione dell’accertamento tecnico preventivo (Atp).

Il tribunale al contrario ha accolto la nostra richiesta e ha confermato l’avvio del procedimento di Atp. Di rimando Ortignola srl ha chiesto e ottenuto di inserire in Atp un quesito relativo ai 4 container e ad alcuni manufatti leggeri presenti all’esterno dell’area dell’Impianto.

Riassumendo: il perito del tribunale, che per inciso sta svolgendo un’attività peritale di grandissimo rilievo e di grande difficoltà sul tema delle perdite e infiltrazioni, si dovrà esprimere anche sulla correttezza formale dei suddetti manufatti.

L’ Accertamento tecnico preventivo terminerà con una relazione consegnata al giudice intorno al mese di dicembre: in questo periodo di tempo, e cioè fino al termine delle attività peritali incaricate dal Tribunale, uno dei punti fermi e conclamati è che lo stato dei luoghi non può essere modificato.

Si aggiunge un fatto interessante: il perito incaricato dal tribunale per svolgere il suo compito ha richiesto numerosi accessi agli atti per avere la documentazione necessaria per rispondere ai quesiti cui deve dare risposta.
Risulta strano dover osservare che l’unica documentazione non pervenuta, almeno fino a qualche giorno fa, è proprio quella relativa ai manufatti.

Entriamo nel merito: di quali manufatti stiamo parlando e come sono giunti nell’impianto gestito da Deai? Ecco il contesto.
Dagli atti ufficiali si rileva che l’impianto Ortignola è di proprietà del Comune di Imola già dal momento della consegna dell’opera. Se ciò è vero è altrettanto vero che anche l’area su cui insiste l’impianto è del Comune.

I manufatti particolarmente attenzionati sono quattro container di cui:
– l primo è presumibilmente di Area Blu (partecipata del Comune) ed era posizionato nel parcheggio di via Aspromonte;

– il secondo era posto sotto le tribune dell’autodromo e veniva usato come appoggio per gare ed altro;

– gli altri due container erano posti nell’anello di pattinaggio Palagenius.

Come e perché questi container sono arrivati nell’area esterna dell’Ortignola? Non certamente per volontà di Deai.

Il Comune nei primi mesi del 2021 chiede alla Uisp, socia della Deai, la disponibilità a liberare anticipatamente gli uffici di Piazza Gramsci, sede sia della Uisp che della Deai, già ristrutturati completamente dalla Uisp medesima e in affitto da Area blu; la richiesta da parte dell’assessore Castellari era motivata dalla necessità di collocare in quegli spazi la scuola per adulti.

Il ragionamento si completa e concretizza quando il Comune mette sul piatto la possibilità di collocare nell’area “Ortignola” i primi due container, quello di via Aspromonte e quello dell’autodromo.

Ricordo che eravamo in piena emergenza Covid, allora si trovò l’accordo con Area Blu; Deai (socia di minoranza di Ortignola) porta la richiesta del Comune nel cda di Ortignola Srl per verificare la fattibilità.

Ortignola srl autorizza e ratifica il trasferimento dei container e della sede legale della Uisp e della Deai presso l’impianto Gualandi. Il tutto fu approvato all’unanimità dal Consiglio di Ortignola Srl .

Il compianto Giovanni Poli, allora presidente di Ortignola Srl e della cooperativa Cims, afferma in Cda e si verbalizza che concorderà con il Comune il preventivo dell’operazione che infatti sarà effettivamente realizzata dalla Cims.

L’anno seguente, 2022, il Comune ci chiede la disponibilità a collocare nell’area esterna dell’impianto i due altri container già posti all’anello di pattinaggio del Palagenius, diversamente soggetti a smaltimento; anche in questo caso di tutta l’operazione si occupa Cims.

Tutto ciò premesso arriviamo ai giorni d’oggi e riepiloghiamo la situazione:
Ortignola Srl allora era presieduta da Gianni Poli di Cims e socio di maggioranza.
L’Ortignola di oggi, presieduta da Fabrizio Mambelli, amministratore sia di Ortignola che di Geims (nuovo socio di maggioranza di Ortignola srl con l’acquisto per euro 620.000 (!!!) di una parte delle quote di Cims) chiede di inserire nell’Atp voluto dalla Deai, dedicato prioritariamente ai vizi e alle infiltrazioni di cui l’impianto è afflitto, la questione della regolarità edilizia dei containers, chiedendo quindi al perito del tribunale di pronunciarsi .

Nel frattempo, su un diverso tavolo, la stessa Ortignola Srl chiede formalmente al Comune esattamente la stessa cosa.

Quindi sia il Comune di Imola, sia il perito del tribunale vengono chiamati da Ortignola Srl a pronunciarsi sui famosi containers.

Al Comune è noto che: i containers sono di proprietà comunale o simile , trasportati lì da un’area comunale ad un’altra area di proprietà pubblica, su espresso volere del Comune stesso, che ne è stato promotore e attore, che ne ha tratto presumibilmente dei benefici, il tutto autorizzato formalmente dalla società concessionaria (Ortignola Srl) e portati fisicamente dall’azienda allora socia di maggioranza della stessa concessionaria e direi ben conosciuta da questa amministrazione.

Solo per completare il quadro mi preme sottolineare che qualsiasi azione o modifica realizzata direttamente da Deai sull’area esterna dell’impianto Ortignola è sempre stata autorizzata dal concessionario, quando ciò si è reso necessario e le relative pratiche e comunicazioni agli uffici comunali preposti sono sempre state seguiti da professionisti di altissima esperienza.

Il problema ora sorto è complesso: cosa fare e quale lettura dare quindi dell’incomprensibile ordinanza pervenutaci il 10 settembre scorso, che ci intima la demolizione dei manufatti incriminati?

Purtroppo non possiamo esimerci dalle evidenti azioni d’obbligo: la prima azione è stata quella di presentare un esposto, già depositato mercoledì scorso alla Procura della Repubblica per il tramite della Polizia di Stato.

La seconda sarà il ricorso al Tar, come soggetto deputato per le azioni avverse agli atti amministrativi ritenuti non corretti.

Sarà anche interessante comprendere la posizione del perito del Tribunale, cui era stato chiesto di esprimere un parere sui manufatti oggetto dell’ordinanza, che nei piani dell’amministrazione e soprattutto in quelli della Ortignola srl dovrebbero nel frattempo essere demoliti.

Un amico ha commentato: “ma in Comune qual’è la situazione? la mano destra non sa cosa fa la sinistra o qualcuno sta assecondando indebite pressioni?

Non sono stata in grado di dare una risposta e quindi l’unica via che da sempre ho seguito e continuo a seguire è quella formale e nel merito.

Passando invece ad una lettura più politica della vicenda non mi sovviene purtroppo nessuna meraviglia: questa ordinanza arriva da un’amministrazione che dal primo momento ed in ogni occasione ha manifestato formalmente esplicito fastidio rispetto all’attuale gestore di Ortignola e sulla mia persona, con affermazioni che, anche in sede istituzionale, hanno fatto capire chiaramente che su quest’impianto si hanno altri progetti, con toni a mio avviso intrisi di una certa violenza e arroganza, che nulla hanno di istituzionale.

Ciò nonostante come gestione abbiamo mantenuto inalterato l’impegno costante ad operare per rendere il servizio più qualificato possibile e sempre più in linea con le aspettative della collettività Imolese.

I fatti sono testardi, diceva qualcuno. Rimane cioè il fatto che l’impianto Ortignola è stato costruito in project, una procedura che ha dei vincoli precisi e stringenti; che sono stati sottoscritti dei contratti; che gli impianti natatori pubblici negli ultimi anni sono stati enormemente danneggiati da due eventi straordinari e consecutivi, la pandemia e l’esplosione dei costi energetici, entrambi ricadenti nelle causa di forza maggiore e non nel rischio di impresa, come le Autorità hanno chiarito in modo definitivo.

Purtroppo, occorre riscontrare, per quanto riguarda l’impianto Ortignola, che questa amministrazione si è praticamente voltata dall’altra parte, tranne quando costretta, quasi che il possibile fallimento della nostra gestione non sarebbe poi stato un vero dispiacere, mentre l’altro impianto natatorio imolese è costantemente e letteralmente coperto di denaro pubblico, come è facilmente dimostrabile dalla sezione pagamenti dell’amministrazione a disposizione di tutti i cittadini.

Sarà che la sottoscritta “non è capace di comunicare”, come lo stesso Sindaco ha affermato in aula, che i professionisti che seguono le nostre pratiche sono tutti, “oh, ma proprio tutti eh!!!”, dei completi incapaci: il contributo per i costi energetici è arrivato dopo più di un anno solo perchè i professionisti incaricati dalla Deai non hanno prodotto nei tempi e nei modi la richiesta; le pratiche relative ai manufatti che abbiamo attivato minuziosamente evidentemente non andavano bene. Sarà.

Ho sempre rispettato le Istituzioni, di cui tra l’altro ho avuto l’onore di far parte per lungo tempo. Come allora continuo a pensare che le Istituzioni siano chiamate a svolgere il proprio ruolo con dignità, onore e mai come in questo periodo storico si è sentito richiamare spesso questo principio.

Chi viene eletto con i voti di chi lo ha sostenuto, un minuto dopo ha il compito istituzionale di diventare il rappresentante di tutti.

Mi sembra che in questa città oggi la filosofia applicata non sia esattamente coerente con questo basilare principio democratico.

Concludo per ribadire che farò tutto ciò che è nelle mie possibilità per difendere in tutte le sedi il mio e nostro lavoro, la nostra correttezza, contrastando chiunque tenti di costruire situazioni tese a diffamare, questa gestione, come si è già tentato di fare, gestione il cui apprezzamento da parte della cittadinanza è senza dubbio molto positivo.

(Paola Lanzon, amministratrice Deai Srl)