Imola. La situazione dei Pronto Soccorso e dei reparti ospedalieri all’interno della Città Metropolitana – come segnala quotidianamente la cronaca – è diventata inaccettabile per chi ogni giorno gestisce e opera nei servizi sanitari rivolti alla cittadinanza. E purtroppo ha coinvolto anche l’Ospedale di Santa Maria della Scaletta di Imola con un episodio di forte violenza anche domenica 22 settembre.
“Le lavoratrici e i lavoratori della sanità, non solo operano in condizioni disagiate con orari prolungati, doppi turni o riposi saltati a causa di una spesa sanitaria che a livello nazionale si riduce, e con finanziamenti regionali che faticano a garantire i contingenti di personale che sarebbero necessari per offrire servizi di qualità e liste di attesa ridotte, ma sono diventati i bersagli di persone che, non ritenendosi adeguatamente tutelate, rivolgono la loro rabbia contro coloro che sono lì per assisterle – sottolinea Erika Ferretti della Fp-Cgil -. Chi opera è stanco di parole a cui non seguono fatti concreti, come diciamo da tempo anche per evitare che chi lavora nel servizio pubblico faccia altre scelte lavorative. Va ridotto lo stress lavorativo, sia per quel che riguarda la sicurezza che per quello che interessa i carichi di lavoro. Va data continuità su tutti i giorni della settimana ad un presidio delle forze di sicurezza in ambedue gli ospedali nella città di Imola, dato che anche all’Ospedale Vecchio si sono ugualmente verificati fatti sgradevoli dovuti alla permanenza sotto il porticato di ingresso di persone senza fissa dimora e con problemi di alcolismo”.
“Su questi argomenti ne discuteremo in prima battuta con la Direzione dell’Ausl, alla quale abbiamo chiesto un incontro urgente, ma sono argomenti che, vista la loro rilevanza e dato che coinvolgono diversi ospedali posti nella Città Metropolitana, troveranno spazio anche nella Conferenza Territoriale Socio Sanitaria della Città Metropolitana – conclude la rappresentante della Fp-Cgil -. L’argomento, vista la sua importanza deve vedere un coinvolgimento ampio delle istituzioni, dato che le forze dell’ordine sono un deterrente e una risposta immediata alla necessità di sicurezza degli operatori sanitari e socio sanitari, ma occorre anche intervenire allo stesso modo sul disagio psicologico e psichiatrico che si presenta sul territorio del Circondario imolese, nonché sulle dipendenze che ciclicamente presentano i loro effetti in modo virulento. Riteniamo che l’escalation di aggressioni a danno degli operatori sanitari vada arginata e che tutto ciò che è stato fatto fino ad ora in tema di sicurezza vada oltremodo potenziato. Non dobbiamo dimenticare mai che la qualità dei servizi dipende si dall’organizzazione ma soprattutto dalla professionalità delle persone che vi operano. Bisogna che la professionalità possa esprimersi al meglio senza carichi di lavoro insostenibili e problemi sulla sicurezza personale. Solo un lavoro di qualità può trasformarsi in servizi di qualità”.