Sabato 12 e domenica 13 ottobre tornano per la tredicesima edizione le “Giornate Fai d’autunno”, uno dei più importanti e amati eventi di piazza dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal Fai – Fondo per l’ambiente italiano. Da Nord a Sud della Penisola 700 luoghi d’arte, storia e natura, insoliti e curiosi, poco conosciuti e valorizzati, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, apriranno al pubblico in 360 città (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it), grazie all’impegno, alla creatività e alla passione di migliaia di volontari del Fai attivi in ogni regione.
Partecipare alle Giornate Fai non è solo un’occasione per scoprire e per godersi il patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla sua valorizzazione attraverso la missione del Fai; ad ogni visita si potrà sostenere la missione del Fai con una donazione.
Scopri i luoghi aperti per le Giornate Fai d’autunno in Emilia Romagna
“Dal dialogo sempre fecondo tra uomo e natura alle memorie della Seconda guerra mondiale rimaste impresse sui luoghi e nelle persone, dai castelli incantati nel bosco ai palazzi, dalla moda vintage alle tecniche artistiche ed ai classici e splendidi complessi religiosi, dalle prestigiose ed antichissime Istituzioni culturali, civili o militari, ai più recenti interventi di restauro ed agli intriganti intrecci con l’arte contemporanea: i visitatori che decideranno di partecipare alle prossime Giornate Fai si troveranno immersi nella storia e nelle tradizioni dell’Emilia-Romagna raccontate in questa grande festa di piazza che sostiene la tutela del patrimonio culturale italiano”, afferma Carla Di Francesco, presidente Fai Emilia-Romagna.
Le Giornate Fai d’autunno sono quindi, con le loro 700 aperture di luoghi solitamente inaccessibili o poco valorizzati in 360 città, un’occasione unica per conoscere le tante sfaccettature del nostro patrimonio culturale e artistico: un viaggio che porterà a conoscere palazzi storici, ville, chiese e collezioni d’arte, ma anche laboratori artigiani, esempi di archeologia industriale e siti produttivi con un programma di itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici, e speciali aperture dedicate alla sostenibilità e alla conoscenza della natura e del paesaggio. Tutto questo è il patrimonio culturale dell’Italia, il “nostro patrimonio”, che il Fai svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento. A chi desideri partecipare verrà suggerito un contributo libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività della Fondazione.
Imola
L’assessore alla Cultura Giacomo Gambi sottolinea: “Le giornate del Fai rappresentano un appuntamento culturale italiano molto sentito e con la delegazione del Fai cittadina abbiamo costruito un percorso che tocca anche il Palazzo Calderini, di proprietà comunale, ogni giorno frequentato da cittadini che si rivolgono ai servizi comunali ivi presenti oltre che da cittadini e professionisti che vi si recano per gli uffici del Giudice di Pace.
Le visite guidate del Fai ne permetteranno l’approfondimento dal punto di vista culturale. Queste giornate sono un modo per ampliare le conoscenze riguardo alla storia della città, con il valore aggiunto che a guidarci in questo percorso sono proprio i nostri concittadini più giovani, studenti ‘ciceroni’ per un giorno”.
Faenza
Tra i siti pubblicizzati a livello nazionale vi è anche la chiesa di “Santa Maria Foris Portam”, in Faenza, col suo campanile ottagonale del X sec. (la “torre barbara”, menzionata da Dino Campana nei Canti Orfici) situata nella piazza omonima. La chiesa venne edificata nel suburbio sud occidentale della Faventia romana, con presumibile funzione di chiesa cimiteriale, presso l’antico “cemeterium pauperum”. Una comunità cristiana, retta da un vescovo, è documentata in Faenza fin dal 313. A fianco della chiesa, che ha subito modifiche importanti nel tempo, si erge il poderoso campanile ottagonale, del X secolo.
Vi si accede dall’antistante Piazza Santa Maria Foris Portam, percorrendo via Cavour.
La storia della chiesa è molto legata agli ordini religiosi, e alla figura di San Pier Damiano, che qui morì nel 1072, mentre da Ravenna si dirigeva all’eremo di Gamogna. Nel 774 fu affidata ai monaci benedettini di S.Maria in Afri, che dell’attiguo monastero fecero un centro di spiritualità e cultura. Dal1168 al 1469 chiesa e monastero vennero affidati ai benedettini di Fonte Avellana, poi, nel 1478 ai Canonici Regolari Portuensi di Ravenna. Nel 1514 (o inizio 1515) passò ai monaci cistercensi, fino al 1778. Il complesso fu poi assegnato nel 1777 all’Opera Pia Brefotrofio degli esposti, e la chiesa prese il nome di Santa Maria ad Nives. I documenti più antichi relativi a Chiesa e monastero datano all’883 e al 1026
La visita alla Chiesa ed al Campanile viene proposta con informazioni di natura storico-artistica, ed è organizzata grazie alla collaborazione con la parrocchia di S.Agostino. Studenti e studentesse del Liceo Torricelli-Ballardini condurranno le visite, in veste di “apprendisti ciceroni”, formati dal prof. Alessandro Merci e dalla Prof.ssa Giorgia Erani.
Trattasi di iniziativa eccezionale per visitare il sito, poiché il campanile non è solitamente accessibile al pubblico, e per ragioni di sicurezza l’accesso viene anche in tale occasione consentito a gruppi di non più di 12 persone. Le visite si terranno il 12 ottobre dalle14.30 alle 18.30 (inizio ultima visita alle 17.30), il 13 ottobre dalle 10 alle 13 (inizio ultima visita alle 12), e dalle 14.30 alle 18,30 (inizio ultima visita alle 17.30). Le persone con disabilità motorie non troveranno difficoltà ad accedere alla chiesa, mentre non sarà loro possibile accedere al campanile.