“E’ un attimo per me indescrivibilmente positivo”. Queste parole, contenute in un video diventato virale, non sono state pronunciate da una persona che stava condividendo la gioia di un evento felice, ma da Riccardo Ceroni, un anziano di 84 anni la cui casa è stata invasa dall’acqua del fiume Tramazzo, a Modigliana.
Riccardo, noto con il soprannome di “Scherpa” (scarpa), vive nel piccolo comune dell’Appennino a venti chilometri da Faenza, quattro mila abitanti, colpito pesantemente dalle tre alluvioni, a maggio del 2023 e a metà settembre di quest’anno.
Ma come è possibile definire “positiva” un’esperienza così drammatica? Cosa ha visto “Scherpa”? Ci racconta di un incontro che ha trasformato il suo dramma in un’esperienza di speranza. Un gruppo di giovani volontari, arrivati dopo l’alluvione, è diventato per lui una “compagnia concreta”, aiutandolo nella faticosa opera di liberare la sua casa dal fango.
L’alluvione ha colpito Modigliana nella serata di mercoledì 18 settembre: “Scherpa” si è svegliato chiedendo aiuto al “babbo”, una preghiera che ha trovato risposta il giorno seguente. L’aiuto tanto atteso è arrivato: trenta giovani braccia (“una foresta di mani”) pronte insieme ai volti sorridenti dei ragazzi, venuti lì solo per lui.
La loro presenza ha aperto il cuore di “Scherpa”, pur nel dolore di quanto accaduto e, con ogni probabilità, ha dato speranza e gioia anche quello dei volontari che più che “angeli”, come spesso vengono definiti, nel video dimostrano di essere diventati “amici” di quell’anziano.
Guarda il video pubblicato dal Corriere della Sera >>>>
Il video è potente, perché ci mostra la forza del dono, inteso come relazione e condivisione del senso della vita, grazie alla concretezza dei bisogni di chi si trova vicino a noi.
È la solidarietà che si trasforma in fraternità, un’esperienza che può avvenire in ogni momento e che ci insegna a guardare con occhi attenti alle difficoltà che incontriamo.
“Scherpa”, ci ricorda questa caratteristica della persona umana: rendere possibile la fiducia, anche nel dramma dell’alluvione.
Il cuore dell’uomo è fatto per condividere il dolore e costruire la speranza: “il sentimento che fa stare in pace è l’amore” come dice “Scherpa”.
(Tiziano Conti)