Bologna. Una politica monetaria ancora troppo restrittiva, la crescita zero della Germania, l’incertezza della situazione internazionale: tutti fattori che hanno inciso nel rallentamento delle scelte di investimento in macchinari e impianti in termini reali scendono del 2,8% su base annua.
La nostra regione, che si distingue per un’elevata specializzazione nella meccanica, è maggiormente esposta agli andamenti del settore. Infatti, come emerge nel report sulle tendenze della meccanica presentato dall’Ufficio Studi in collaborazione con l’Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna, nei primi 6 mesi del 2024 risultano in calo, leggermente meno accentuato del dato nazionale (-4,5%), anche le esportazioni meccaniche made in Emilia-Romagna, che si attestano a 21 miliardi di euro pari al 18,9% dell’export nazionale, in calo dell’1,7%.
“Una debole ripresa del commercio internazionale e una risalita dei prezzi dell’energia, conseguenza anche dell’escalation della crisi in Medio Oriente, unite a una politica monetaria troppo restrittiva, impattano negativamente sulla crescita dell’economia italiana – afferma Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna -. Già oggi i dati ci parlano di un calo degli investimenti e di una riduzione della produzione di beni strumentali e di macchinari. In questo contesto l’Emilia-Romagna, che si distingue per un’elevata specializzazione nella meccanica, è maggiormente esposta agli andamenti del settore, le cui esportazioni rappresentano il 27,4% del valore aggiunto regionale.
Per non arretrare dobbiamo cercare di fare quadrato nel territorio anche con una maggiore sinergia tra i grandi player e la rete delle medie e piccole imprese. In questa fase dobbiamo preservare l’aspetto innovativo e gli investimenti, salvaguardando così anche il livello occupazionale perché ci sono delle importanti professionalità che non devono andare disperse”.
La ricerca nel dettaglio
Nel dettaglio l’export di macchinari emiliano-romagnoli vede un calo delle vendite sia verso i paesi UE (-5,1%) che extra-UE (-6,6%). Tra le prime 10 province italiane per export di macchinari troviamo Bologna, con un calo tendenziale nel primo semestre 2024 del 10%, Reggio Emilia in calo dell’11,4% e Modena in calo del 3,1%.
Nello stesso tempo la crisi della Germania comprime anche la domanda di tecnologia made in Italy, con l’export italiano di macchinari sul mercato tedesco che scende del 4,4%. L’Emilia-Romagna concentra il 20,7% dell’export nazionale di macchinari verso la Germania, seconda solo alla Lombardia con il 31,0% del totale nazionale. Tra le principali regioni, il calo del 10,4% delle esportazioni di macchinari emiliano-romagnoli sul mercato tedesco è superato in negativo solo dal Veneto (-10,7%), mentre in Lombardia si ferma al -2,3% e il Piemonte segna un aumento, seppur contenuto (+1,5%).
I venti di crisi sono confermati dall’aumento del ricorso ad ammortizzatori sociali. Gli ultimi dati dell’Osservatorio sulle ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni dell’Inps evidenziano che in Emilia-Romagna tra gennaio e luglio 2024 sono state autorizzate 12,3 milioni di ore di Cig ordinaria nei settori della meccanica, con un incremento del 70,9% rispetto alle ore autorizzate nello stesso periodo del 2023,
Anche i dati forniti dall’Eber sull’uso del Fondo di solidarietà artigiana (Fsba) vedono in Emilia-Romagna una crescita costante del ricorso all’Assegno di integrazione salariale (Ais) nei primi 7 mesi del 2024 tra le imprese artigiane che applicano il Ccnl della metalmeccanica.