Gli animali non sono cose, non sono “beni materiali” ai quali non è ascrivibile la titolarità di alcun diritto. Non è così, per questo ho presentato, in Assemblea legislativa Emilia-Romagna un progetto di legge per l’istituzione del Garante regionale per il benessere e la tutela dei diritti degli animali.
Sono convinta della necessità di questa figura e di riconoscere i diritti degli animali, tanto più dopo le scioccanti immagini – diffuse da Giulia Innocenzi, coautrice di Food for Profit – sullo stato orribile di alcuni allevamenti intensivi. Si tratta di due allevamenti di maiali in provincia di Piacenza, in una zona a rischio contagio da Peste Suina Africana, infestati da topi che corrono addosso ai maiali, su pavimenti e strutture interne e dentro i contenitori di mangime. In più, sovraffollamento; maiali lasciati nei corridoi tra i reparti; carcasse di suini sparse ovunque…. Tutto ciò è inammissibile e sconcertante.
Giulia Innocenzi ha presentato una denuncia al Corpo Carabinieri Forestali di Parma. Io, a mia volta, ho depositato un’interrogazione alla giunta regionale, in cui chiedo di fare luce su questa vicenda e più in generale sul monitoraggio delle misure adottate per garantire la biosicurezza negli allevamenti che si trovano in aree minacciate dalla diffusione della PSA, anche in considerazione di eventuali fondi erogati dalla Regione alle due.
La video-denuncia di Giulia Innocenzi è arrivata a poche ore dalla notizia relativa allo stabilimento di Eurovo a Codigoro al centro di un allarmante ed esteso focolaio di aviaria, che ha portato all’abbattimento di migliaia di galline. Questi due casi sono solo gli ultimi di una lunga serie di denunce a carico di allevamenti intensivi, e ci confermano che sarebbe opportuno non autorizzare più l’apertura di nuovi allevamenti intensivi… semmai sarebbe necessario ridurre le dimensioni di quelli esistenti per garantire igiene, benessere e minor impatto sull’ambiente.
Ma in tema di animali è necessario fare uno scatto in più, e adottare una visione nuova. Oggi, da più parti viene messa in discussione la d cultura specista, secondo la quale gli esseri umani sono al centro dell’universo, con le altre forme di vita in posizioni subalterne. La diffusione della sensibilità antispecista e la nuova percezione nella società del rapporto uomo-animali hanno spinto diversi Paesi europei ad avviare un percorso di inclusione dei diritti degli animali. In Italia si sono dotate del Garante per i diritti degli animali Piemonte, Campania e Sicilia. Numerose anche le esperienze a livello comunale
L’articolato del progetto di legge, oltre a sancire la piena autonomia del Garante nell’esercizio delle sue competenze e il diritto di accesso privilegiato agli atti, ne descrive funzioni e facoltà, tra cui il potere di ispezionare luoghi dove sono presenti animali.
Il progetto di legge si inquadra all’interno del mio impegno per i diritti degli animali, che ha caratterizzato tutto il mandato in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna come Capogruppo di Europa Verde. Ricordo, ad esempio, l’approvazione della mia risoluzione per il superamento dell’impiego delle gabbie negli allevamenti; l’interrogazione sul canile di Finale Emilia, dal quale risultavano spariti nel nulla decine di cani; l’interrogazione sulla revisione della Legge regionale che regolamenta la vivisezione e quella sul nuovo mega allevamento di polli sulle colline riminesi.
C’è ancora tanto da fare, e io vorrei continuare il mio impegno a favore degli animali. Se sarò rieletta consigliera regionale alle elezioni regionali in Emilia-Romagna del 17 e 18 novembre, dove sono candidata come capolista di Alleanza Verdi Sinistra nella circoscrizione di Bologna, ripartirò anche da questo Progetto di legge, in stretto confronto con le associazioni animaliste del settore con le quali ho già avuto il piacere di collaborare.
(Silvia Zamboni, capogruppo Europa Verde e vicepresidente Assemblea legislativa Emilia-Romagna)