Il 17 e 18 novembre l’Emilia-Romagna andrà al voto per eleggere il nuovo presidente della Regione. Continua con Nicolas Vacchi, della lista “Fratelli d’Italia”, il nostro viaggio alla scoperta dei candidati imolesi per il consiglio regionale.
L’autonomia dell’Ausl di Imola va mantenuta? Il Cau funziona bene e riesce a mettere meno sotto pressione il Pronto soccorso dell’ospedale?
L’autonomia dell’Azienda sanitaria locale di Imola va difesa a spada tratta, ma occorre evitare che chi ha governato fino ad oggi sul territorio (il Pd) possa portare avanti il proprio atteggiamento politico di incorporazione a Bologna: sarebbe la fine della medicina di prossimità e delle grandi eccellenze da valorizzare nei singoli territori e nei singoli reparti ospedalieri. Ci candidiamo per questo: pur nell’autonomia l’Asl di Imola dovrà impegnarsi a garantire ai territori e agli utenti di confine (penso in particolare alla zona “emiliana” del nostro comprensorio) di poter fruire – a scelta – dei servizi di Imola come di Bologna, a seconda dell’utilità, qualità e celerità dell’offerta.
Come candidato di Fratelli d’Italia mi impegnerò per garantire i tre principi che regolano il nostro Servizio sanitario nazionale, come dispone la legge n. 833 del 1978, e cioè l’universalità del servizio sanitario, che deve permettere la fruizione dei servizi su tutto il territorio regionale attraverso i livelli di essenziali di assistenza che tutelino la qualità delle prestazioni erogate; l’uguaglianza, nessuna discriminazione sociale ed economica né di residenza in aree disagiate deve essere posta in essere; ed infine l’equità nell’accesso ai servizi. Bisogna inoltre dare forza alla figura dei Medici di Medicina Generale riavvicinandoli al compito fondamentale della loro professione nella erogazione di servizi sanitari territoriali.
Sul Cau di Imola sin da subito abbiamo evidenziate varie criticità in particolare sulla scelta dell’area in cui è stato aperto, che non permette un facile accesso per problemi legati alla viabilità ed alla carenza di parcheggi oltre al fatto che è distante dal Pronto soccorso attivo sul territorio. A creare ancora più disagi agli utenti, sono state nei primi giorni di apertura del Cau, le riferite lunghe attese dovute forse alle dimensioni dei locali a disposizione e alla scarsità di personale sanitario tanto che, come già sottolineato, dopo solo alcune settimane dall’inaugurazione, si trovava in uno stato di grave sofferenza. A ciò si aggiunga che a nostro avviso è sbagliato il concetto posto a fondamento della concezione politica di questi nuovi Centri: in pratica il cittadino è costretto all’autodiagnosi, pur non avendo conoscenze e competenze mediche ed infermieristiche, dovendo egli scegliere se recarsi al Pronto soccorso o al Cau.
Occorre definire sedi appropriate ed aperture dei servizi in base a una seria turnazione dei professionisti a disposizione per dare una risposta efficiente a tutte le esigenze. Il modello prospettato dalla Regione (Cau) non ha funzionato e si è trasformato in un servizio costoso e non risolutivo rispetto agli obiettivi che si era proposto, primo fra tutti quello di alleggerire il carico dei Pronto soccorso.
Come si possono frenare gli episodi di violenza e degrado presso gli ospedali imolesi?
Rimanendo sul territorio imolese, l’Azienda sanitaria di Imola dopo l’incontro coi sindacati di poche settimane fa ha esposto un progetto per contrastare le aggressioni all’ospedale. Proprio negli scorsi giorni, il gruppo consiliare Fratelli d’Italia Imola da me guidato, si è fatto promotore di una richiesta di convocazione di commissione consiliare “sanità”, a seguito delle aggressioni avvenute all’ospedale di Imola, tale commissione (del 28 ottobre 2024) deve rispondere all’intento della nostra richiesta, prevista a livello regolamentare, e cioè: quella di fare luce sulle vicende e soprattutto chiedere garanzie per la sicurezza sul lavoro del personale medico e sanitario.
Il piano presentato dalla dirigenza dell’Ausl parrebbe basarsi su vigilanza h24, telecamere di sicurezza, corsi di formazione per i sanitari ai quali verrà dato supporto psicologico. Riteniamo che tali strumenti siano in certi casi necessari in certi altri casi possano essere un supporto, ma di per sé sono insufficienti per arginare nuove possibile aggressioni al personale sanitario che lavora specialmente al Pronto soccorso.
Soprattutto questo “Piano” per contrastare le aggressioni, dimostra che avevamo ragione quando sostenevamo l’urgenza del problema che si sta verificando. E’ necessario che anche il sindaco Panieri, assessore alla Sanità e alla sicurezza di sé stesso, nonché la Regione provvedano e si facciano parte attiva per stimolare il rafforzamento di risorse a favore delle Forze dell’ordine in un luogo così delicato. Bisogna attuare protocolli di sicurezza a garanzia delle persone ed oltre alle forze di vigilanza privata, la Regione investa sulla sicurezza negli ospedali, allocando risorse economiche dal bilancio regionale per questa voce: lo dobbiamo a chi ogni giorno col proprio lavoro si mette al servizio della vita degli altri”.
L’autodromo è stato ben gestito in questi anni? La Formula 1 può essere mantenuta oltre il 2025 e quale ruolo possono avere la Regione e il Comune di Imola in tale partita?
Negli ultimi anni l’autodromo Enzo e Dino Ferrari ha potuto godere della Formula 1, un appuntamento di indiscusso valore internazionale. E’ evidente che gli enti territoriali devono esercitare il loro peso politico-istituzionale per garantire al territorio la presenza del Gp per il maggior tempo possibile.
Una riflessione è d’obbligo: abbiamo appreso negli scorsi giorni del restyling svelato della nuova terrazza, un’opera che costerà 2milioni e 800mila euro totali, per il Circus. Ritengo che si tratti di una cifra faraonica, che rischia di essere l’anticamera di un salto nel buio: d’accordo che l’autodromo va valorizzato, ma siamo di fronte a un importo veramente grande per la realizzazione di quella che verosimilmente sarà una terrazza “vip” per la Formula1.
E ci si chiede, penso sia legittimo chiederselo, se tale progetto possa mai servire a qualcosa, posto che più passa il tempo e più sembra sfumare la possibilità che Imola possa ospitare in futuro nuovi Gp. Bene ha fatto invece la struttura commissariale del generale Figliuolo che si è preoccupata, di concerto col Governo Meloni, di mettere in sicurezza il territorio imolese a seguito degli eventi alluvionali, anche in riferimento alla costruzione del muro a protezione del paddock. La riflessione viene da sé: dopo tutti questi investimenti di danaro pubblico il sindaco del Comune di Imola e chi governerà la Regione hanno l’imperativo categorico, sotto il profilo politico, di garantirsi la permanenza del Gp, altrimenti, politicamente parlando, dopo “il salto nel buio” ci potrebbe essere anche la beffa del “tonfo sordo” per la nostra amata Città.
Il fenomeno delle frane nel territorio del circondario è ancora presente. I Comuni hanno avuto la dovuta assistenza dalla Regione e dallo Stato?
I fenomeni franosi sono un problema significativamente presente, che trae origine in buona parte dagli eventi alluvionali che hanno massacrato il territorio nell’ultimo anno e mezzo.
Il Governo Meloni ha stanziato milioni e milioni di euro per le somme urgenze, quasi 3 miliardi di euro stanziati per il ripristino dei danni provocati dall’alluvione del maggio del 2023, altri 580 milioni messi sul tavolo dal ministero dell’Ambiente, nei prossimi anni, per le opere contro il dissesto idrogeologico, un miliardo e duecento milioni di fondi dell’Unione europea nell’ambito del Pnrr.
Il Governo Meloni ha fatto tutto quello che era in suo potere per dare la più ampia assistenza al territorio, lo stesso non si può dire della Regione. E non lo dico io, che posso essere considerato di parte, ma lo ha affermato a metà ottobre 2024, la giustizia contabile: risorse impegnate per meno del 10% e lavori affidati non del tutto rendicontati. Sono queste le critiche assai severe che ha sollevato la Corte dei Conti dell`Emilia-Romagna riferendosi all’amministrazione dell’alluvione da parte della Regione Emilia-Romagna a guida Pd.
Come già affermato dai nostri esponenti parlamentari e regionali, le durissime critiche arrivate dalla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna alla pessima gestione della Regione di Bonaccini prima e Priolo poi mettono la parola “fine” alle tante “fiabe politiche” raccontante sinora dal Partito democratico, alle loro strumentalizzazioni politiche ed allo scaricabarile sul Governo nazionale.
Ora tutti possono sapere che la sinistra alla guida della Regione ha pesanti responsabilità politiche: non ha controllato efficacemente in merito alle opere, ha omesso di seguirle concretamente e di seguire chi le doveva realizzare, ma soprattutto lor signori sono riusciti nella mirabile impresa di fare solo il 10% delle opere nel 2024, un dato vergognoso ed imbarazzante.
D’altronde gli amministratori regionali erano forse troppo impegnati a speculare politicamente contro il Governo Meloni per occuparsi di mettere in sicurezza i territori? Intanto nell’ultima alluvione sono successi disastri inenarrabili. Ora possono solo fare una cosa: chiedere scusa ai cittadini e ringraziare il Governo a guida Fdi che ha fatto la sua parte”.
Nel settore culturale Imola sta giocando un ruolo abbastanza importante all’interno della Regione?
La Cultura ad Imola è ferma, potremmo essere una “Capitale della Storia e della Cultura”, ma spesso la valorizzazione culturale del nostro territorio è lasciata all’ottima iniziativa volontaria e dei privati, che si fanno carico di ogni aspetto, stante l’immobilismo della locale amministrazione di sinistra, che basa la propria azione di questo settore su idee e schemi rodati da quarant’anni.
Fratelli d’Italia si candida per fornire un concreto impegno rivolto al favorire il sostegno alle iniziative ed all’associazionismo culturale e sociale, anche offrendo spazi gratuiti alle formazioni sociali che diano garanzia di legalità. Preservare i luoghi della cultura, favorire la loro conoscenza, recuperare i musei sono elementi importanti per Imola e per l’intero territorio regionale.
Circa l’Università sarebbe importante creare un Politecnico dell’Emilia-Romagna con la partecipazione di tutti e quattro gli Atenei regionali, implementando un dipartimento di ricerca nel settore dell’intelligenza artificiale, ponendosi così all’avanguardia scientifica e tecnologica della Nazione. Non c’è cultura se non c’è la promozione di Valori etici e culturali: lavoreremo per l’integrazione della legge regionale 15/2019 contro le discriminazioni e violenze alla persona, con la previsione, in termini generali, del contrasto ad ogni forma di discriminazione, e della tutela della persona nella sua unicità e diversità rispetto ad ogni altro, eliminando ogni riferimento a condizionamenti della libertà di pensiero.
Nicolas Vacchi è avvocato, imolese, classe 1993. Impegnato in politica sin dal 2013, consigliere comunale a Imola dal 2016 al 2018, poi vicepresidente del consiglio comunale di Imola dal 2020 a tutt’oggi dove riveste anche il ruolo di capogruppo per Fratelli d’Italia, viene eletto consigliere della città metropolitana di Bologna nell’aprile del 2024. È vicecoordinatore provinciale di Fratelli d’Italia con delega al coordinamento dei comuni del circondario imolese. È cultore di Istituzioni di Diritto romano presso l’Alma mater studiorum università di Bologna. Impegnato nel mondo cattolico e nel sociale.