Imola. A seguito delle segnalazioni di Laegambiente ImolaMedicina finalizzate alla denuncia dello stato di degrado del Parco delle Acque minerali, nei giorni scorsi si è svolto un sopralluogo con la presenza della Soprintendente Francesca Tomba, del sindaco di Imola Marco Panieri, dell’assessore Elisa Spada, del funzionario di zona della Soprintendenza Paola Zigarella, di Loris Pasotti di Area Blu.
In seguito al sopralluogo, la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio, in data 31 ottobre, ha comunicato al Comune di Imola che “in merito allo stato vegetazionale degli alberi si chiede di dar seguito agli interventi richiesti da codesto comune e già autorizzati con ns. nota n. 26934 del 2.10.2023 le cui prescrizioni si richiamano integralmente. A tal fine si resta in attesa della relazione conclusiva richiesta in sede di rilascio del provvedimento autorizzativo”.
“Pare di capire che il Comune di Imola, sebbene da un anno abbia l’autorizzazione che gli consente di intervenire, con prescrizioni da rispettare, non sia ancora passato all’azione”, afferma Legambiente ImolaMedicina.
E ancora la Soprintendenza, “in merito al dissesto di alcune parti di terreno in pendio, si rinnova la richiesta di porre in essere, quanto prima, ogni provvedimento per la messa in sicurezza provvisoria con metodi improntati alla reversibilità delle opere (barriere temporanee, reti, drenaggio delle acque meteoriche) ed al contempo di predisporre un progetto di consolidamento del terreno con tecniche tratte dall’ingegneria naturalistica con ripristino dei sentieri e delle opere di protezione, da sottoporre a questo Ufficio per la preventiva autorizzazione…”.
Legambinete ricorda che il Comune di Imola “non ha richiesto fondi destinati al ripristino dei danni alluvionali per la frana avvenuta il 16 maggio 2023 sul versante ovest del Monte Castellaccio. Frana che ha distrutto parte del sentiero e divelto la staccionata trascinandola verso valle. L’Amministrazione si è giustificata sostenendo che quella era soltanto ‘una piccola erosione superficiale’ tanto che, nonostante il tratto di sentiero crollato e impercorribile in sicurezza, non ha ritenuto necessario chiudere il percorso né segnalare agli avventori il pericolo. Soltanto dopo il sopralluogo della Soprintendenza e dopo un anno e mezzo dall’evento franoso, il sentiero pochi giorni fa è stato chiuso. Tuttavia, ci preme sottolineare la chiarezza della richiesta della Soprintendenza: da un lato la messa in sicurezza provvisoria, ma chiede al contempo, nello stesso momento, di predisporre un progetto di consolidamento del terreno con ripristino dei sentieri e delle opere di protezione”.
La Soprintendenza conclude la nota inviata al Comune precisando che “In ogni caso si ribadisce la necessità che tutti gli interventi del Parco delle Acque minerali siano improntati, prioritariamente, al restauro del giardino storico (rilettura del disegno originario, ripristino del disegno dei percorsi, delle siepi e degli esemplari arborei, mantenimento degli arredi storici, ecc.) secondo un progetto complessivo da predisporre quanto prima e da realizzare anche per stralci, finalizzato alla corretta salvaguardia dei luoghi e alla corretta fruizione pubblica”.
“Le richieste della Soprintendenza, in relazione agli aspetti di sua stretta competenza, ci soddisfano sia in quanto puntuali e concrete, sia per il carattere di urgenza che si percepisce tra le righe (progetti da predisporre quanto prima) a conferma della veridicità delle nostre denunce di degrado del primo parco cittadino. A preoccuparci, tuttavia, sono alcuni termini che esprimono ripetitività: “si rinnova la richiesta’ significa che si ripete una richiesta già fatta; ‘si ribadisce la necessità…’ lascia intendere che si conferma un’altra volta ciò che è stato già detto. Ci viene il dubbio che l’Amministrazione faccia ‘orecchie da mercante’ anche rispetto le richieste della Soprintendenza, così come è solita fare con segnalazioni e denunce di degrado del parco da parte di cittadini, comitati e associazioni. Al fine di scongiurare il perdurante immobilismo dell’Amministrazione di Imola rispetto a un bene pubblico di grande rilevanza ambientale, storica e paesaggistica, sarà nostra cura verificare periodicamente, e rendere pubblico, lo stato di avanzamento e realizzazione dei progetti richiesti dalla Soprintendenza”, conclude Legambiente.