Ho appena lasciato alle spalle la chiesa di San Cassiano e sto lasciando alla mia sinistra il “roccioso” fabbricato medioevale ora appartenente ad un ordine di monache e finalmente eccola, la Bim, la Biblioteca comunale di Imola!

Quanto tempo vi ho trascorso all’interno, ora per prendere a prestito libri e volumi, ora, salendo la bellissima scalinata in fondo sulla destra per fermarmi a consultare, a leggere, a studiare volumi che non si possono asportare. Quante volte. Ogni volta mi sorprende, come fosse nuovo, il profumo tipico dei libri, della carta stampata e mi soffermo qualche attimo a goderne il leggero effluvio: occorre fare molta attenzione per avvertirne la presenza e concentrarsi perché, come sempre accade, il nostro olfatto, dopo poco, si “abitua” e non ci dispensa più la preziosa informazione.

Quante volte! Ora per approfondire la storia della nostra terra su volumi che mi affascinavano, poi per comprendere a fondo le scienze studiate così superficialmente a scuola, in special modo la chimica. Dopo la scuola sono ritornato per approfondire la chimica fotografica, comprenderne il funzionamento, i meccanismi. Quanto tempo! Al giorno d’oggi è diventata la fonte della mia sede musicale, sinfonica e cameristica: vi accedo regolarmente per il prestito di Cd che poi ascolto come si deve e con calma.

Dopo pochi passi all’interno, su entrambi i lati trovano posto volantini che anticipano manifestazioni, eventi, concerti e tanto altro. Come sempre mi soffermo e oggi sono attratto da un cartoncino con un lato verde a forma di nuvola, sovrastante l’immagine di una ragazza, comodamente seduta su una poltrona intenta a leggere un libro: “Silent Bim” a grandi caratteri bianchi spicca sulla nuvola verde. “Il silent reading party arriva a Imola. Interessante: giro sul retro e “contrastare l’effetto alienante dell’abuso degli smartphone”, “concedersi un momento di disconnessione”, “ai partecipanti verrà chiesto di spegnere e dimenticare”, “una sorta di rito collettivo …”.

Di fianco, nuovamente su campo verde “spegni il cellulare, dimentica le notifiche, porta un libro o scegline uno in biblioteca, se vuoi aggiungi un cuscino, rilassati”. Poi l’appuntamento, con data e ora, il 19 novembre alle 20, per la serata di silenzio e lettura. Insieme. C’è qualcosa di meglio? Dubito fortemente. Non mancherò!

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Il cellulare! Lo strumento più prezioso e contemporaneamente più deleterio per la nostra mente che mai tecnologia abbia creato. Quasi in silenzio è divenuto la nostra terza mano, un orpello a mo di protesi, un terminale nervoso racchiuso nelle nostre mani, custodito con la massima cura nelle nostre tasche o all’interno di borse e borselli. Forse mai uno strumento ha rappresentato contemporaneamente l’indispensabile e il deleterio al massimo livello, l’immagine reale del mondo all’interno delle nostre tasche e la massima distruzione delle nostre capacità cognitive e di apprendimento.

Come sempre accade, la tecnologia fornisce lo strumento e sta poi all’utilizzatore individuarne il valore e il pericolo. Quando poi lo strumento è diventato portatore di collegamento internet, la somma delle due possibilità ha portato entrambi i valori al massimo livello: la facilità di comunicazione, la quasi infinita fonte di informazioni, il costo quasi uguale a zero ci ha catturato, facendo nascere e progredire all’interno della nostra mente una pericolosa dipendenza che finisce per disperdere la nostra capacità di scelta sostituendosi a quel che resta del nostro intelletto già così provato da questo mondo che sembra offrirci di tutto mentre, in realtà tutto ci porta via.

Assolutamente non consci di quanto ci sta accadendo, se non abbiamo provveduto a tempo debito a fornirci di opportune difese, abbiamo delegato ad altri quelle che dovrebbero essere scelte assolutamente individuali e indipendenti finendo in un mare di nebbia dove i contorni dei comportamenti sono sempre più sfumati e non chiaramente comprensibili.

Mentre mi reco sul fondo del lungo corridoio per recarmi alla fonte della mia musica preferita faccio solenne promessa di non mancare: non sarà male ritrovarsi fra tante altre persone che leggono, che leggono ancora e sempre leggono. Un’altra malattia? SI, incurabile e stupenda!

Con un paio di cd, che non vedo l’ora di ascoltare, mi reco per un caffè espresso in pieno centro cittadino. Finalmente il bar “Bacchilega” ha riaperto! Prima di entrare un’ombra di ricordo mi colpisce, un’immagine “famigliare” in quanto il locale, ora completamente rinnovato, era stato rilanciato da un mio secondo zio (un fratello di nonna paterna) che da “primo cameriere” presso il famoso Zanarini di Bologna aveva deciso di portare un po’ di eleganza e raffinatezza in quel di Imola. Quanti anni!

Mi siedo dopo aver provveduto all’acquisto della calda bevanda e mi soffermo ad ammirare le vetrine, i prodotti dolciari e dolcissimi esposti, le volte dell’ampio porticato del Palazzo comunale.

Ed ecco che, proprio nel tavolo accanto, una coppia di giovanissimi si siede, suppongo, con il mio stesso scopo. No, sbagliavo: appena seduti ecco che lei estrae il cellulare e lui lo sta cercando nelle tasche del giaccone. Come purtroppo spesso accade, tra i due nessuna parola, nessuno sguardo, neppure l’ombra di una tacita intesa.

Il cellulare ha finito per prendere il posto della parola, dello sguardo, del piacere della compagnia di un’altra persona. Poveri ragazzi (perché ragazzi giovanissimi sono) riuscirete a rendervi conto di cosa vi sta succedendo?, vi accorgerete di quanto state delegando ad altri perfettamente sconosciuti?, riuscirete a comprendere quanto della vostra vita reale vi sta sfuggendo di mano e di mente?

Ci incontreremo nella serata della “Silent Bim”? Spero proprio di si.

(Mauro Magnani)