Riceviamo e pubblichiamo copia di una lettera inviata i giorni scorsi al Comune di Imola, in attesa di risposta.
Gentile Comune di Imola,
Scrivo per chiedere un chiarimento riguardante la stampa del cognome di mio marito sui comunicati del comune riguardanti le elezioni regionali di questo 17/18 novembre e per richiedere al Comune di Imola di togliere il cognome di mio marito da liste, certificati e tessere e comunicazioni annesse che mi riguardino.
Mi spiego. Qualche settimana fa ho ricevuto un comunicato del Comune di Imola indicante le modalità di richiesta del rimborso del trasporto per recarsi alle imminenti elezioni regionali.
Nell’intestazione del comunicato, dove si riprende il nome, vengo riferita come Francesca Zaganelli in P********., dove P******** è il cognome di mio marito.
Ci siamo sposati il 15 dicembre scorso in Belgio e, a inizio anno, ho fatto riconoscere il certificato di matrimonio al Comune di Imola.
Non vi nascondo che sono rimasta sorpresa di trovare il cognome di mio marito affiancato al mio, senza averne fatto richiesta.
Il certificato di coutume [1] che ho dovuto consegnare al governo Belga, indica all’art. 143 bis del codice civile che “La moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito e lo conserva durante lo stato vedovile, fino a che passi a nuove nozze”. Però specifica, su parere del Consiglio di Stato del 1997, “che la donna conservi il suo nome da nubile e che il cognome del marito non sia indicato su alcun documento (identità, passaporto…), se non su richiesta.”
Mentre scrivo questa e-mail scopro che la questione era già stata sollevata da altre donne elettrici residenti all’estero[2] nelle elezioni nazionali del 2019, di cui hanno parlato diversi giornali: «Sulle schede elettorali è tornato il cognome di nostro marito», la denuncia delle italiane all’estero, nel Messaggero.it, 22 maggio 2019; [3]
“Elezioni, sulle tessere elettorali delle donne spunta di nuovo il cognome del marito: Decisione del Viminale”, nel Fatto Quotidiano.it, 27 maggio 2019; [4]
“Tessere elettorali con il cognome del marito: scoppia la polemica”, in il Giornale.it, 26 maggio 2019; [5]
“Donne italiane all’estero, sulla tessera elettorale torna il nome del marito: scoppia il caso”, in The Post Internazionale, 22 maggio 2019 [6].
In questo articolo https://www.osservatorioaic.it/images/rivista/pdf/2019_4_01_Lugara.pdf, pubblicato dall’Osservatorio costituzionale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, si fa una riflessione a seguito di tale episodio e si nota come (pagina 6): “In effetti, l’art. 4, comma 1, lett. a), della legge n. 1058 del 1947, entrato in vigore prima della Carta costituzionale e mai abrogato, stabilisce che nelle liste elettorali la donna sia identificata anche con il cognome del marito. Il contenuto di tali liste è trascritto nei “certificati di iscrizione nelle liste elettorali”, che costituiscono tuttora lo strumento di partecipazione al voto dei cittadini italiani residenti all’estero. Di qui l’automaticità dell’inserimento del cognome del coniuge nei confronti delle elettrici che risiedono o momentaneamente si trovano negli altri Paesi dell’Unione europea.”
Trovo che la legge elettorale contrasti con il parere del Consiglio di Stato del 1997, oltre che coi diritti difesi dalla nostra Costituzione.
Come cita l’articolo pubblicato dall’Osservatorio a pagina 9 “Una regola che prevede l’aggiunta del cognome del marito, nella misura in cui modifica il nome attorno al quale la donna aveva fino a quel momento costruito l’immagine di sé e intessuto la rete dei propri rapporti sociali, incide sul diritto all’identità personale. Ciò non equivale, si badi, a ritenere l’interferenza con il diritto garantito dagli artt. 2 Cost. e 8 Cedu di per sé sola illegittima, ma implica il subentrare di un onere giustificativo in capo ai pubblici poteri, tenuti a dimostrare: 1) la sussistenza di un interesse pubblico idoneo a legittimare la compressione del diritto e 2) la ragionevolezza della misura, da intendersi come proporzionalità rispetto allo scopo.”
E ancora: “Un secondo profilo di criticità della normativa in esame deriva dal diverso trattamento che essa riserva ai coniugi in ragione della loro appartenenza di genere. Ciò appare problematico, in quanto nel nostro ordinamento il principio di eguaglianza impone che il godimento dei diritti fondamentali sia garantito a tutti senza distinzioni fondate sul sesso. Entrano in gioco, in particolare, gli artt. 3 e 29 Cost. e, sul piano convenzionale, l’art. 14 Cedu, in relazione ai diritti protetti dall’art. 8 Cedu, e l’art. 5 del Prot.n. 714.”
Infine l’articolo conclude dicendo che (pagina 23) : “In materia elettorale, invece, per ristabilire la legittimità costituzionale e convenzionale sarebbe sufficiente eliminare il riferimento al cognome del coniuge, moglie o marito che sia, da liste, certificati e tessere, lasciando che elettori ed elettrici si presentino al seggio con il proprio nome civile.”
Non ho trovato informazioni più recenti a riguardo, tuttavia mi sembra che non molto sia cambiato dal 2019.
Spero che a fronte di queste riflessioni il Comune di Imola possa prendere in considerazione la mia richiesta e fare quanto necessario per metterla in atto.
(Francesca Zaganelli)
Bibliografia minima e note
“Lo sapete, vero, che il cognome delle donne è una cosa che non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio”. “Comincia tu a tenerti il tuo, e poi si vede”. Aurora Tamigio, Tamigio
Aurora Tamigio, Il cognome delle donne, edizioni Feltrinelli, 2023
Maria Grazia Speranza, Il cognome delle donne, edizioni Astro -E-sordisco, 2024
[1] Certificato di Coutume. (certificato di legislazione) https://ambbruxelles.esteri.it/it/servizi-consolari-e-visti
[2] https://www.esteri.it/it/servizi-consolari-e-visti/italiani-all-estero/votoestero/
[5] Tessere elettorali con il cognome del marito: scoppia la polemica – il Giornale
[6] Europee | Tessera elettorale estero: per le donne torna cognome marito