Anche se con lo stesso risultato, ovvero la vittoria del centrosinistra unito e plurale, le elezioni in Umbria e in Emilia Romagna sono diverse l’una dall’altra. In Emilia Romagna ha trionfato, come prevedibile il neopresidente Michele De Pascale del Pd che ha trascinato il suo partito a un grande successo. In Umbria, invece, l’affermazione di Stefania Proietti, candidata civica, pacifista, cattolica e sindaca di Assisi col 51,1% sulla leghista Donatella Tesei ferma al 46,2%, è stata meno netta nei numeri ma più importante nei contenuti. L’Umbria innanzitutto è tornata a sinistra dopo cinque anni di centrodestra con una candidata civica che non ha dichiarato appartenenze di partito e alle urne si sono recati circa il 52% degli aventi diritto mentre in Emilia Romagna poco più del 46%. Il Pd è stato largamente il primo partito in tutte e due le consultazioni, ma in Emilia Romagna è andato nettamente sopra il 40% lasciando le briciole alle liste alleate. in Umbria si è attestato sul 30% con più spazio agli alleati.
Ciò è molto importante perché è fondamentale la tenuta della coalizione di centrosinistra senza annullare nessuna lista o partito se si vuole mantenere la speranza di vincere le elezioni politiche fra circa tre anni. Se si guarda alle passate elezioni politiche, il centrosinistra ottenne due successi fondamentali quando candidò come presidente del Consiglio contro Silvio Berlusconi proprio un “civico”, seppur con un passato nella Dc di sinistra, e cattolico come il professor Romano Prodi. La Proietti come Prodi? No ovviamente, ma è stata capace di prevalere sia a Perugia sia a Terni. Proprio in quest’ultima città si aspettava di fare sfracelli il sindaco Stefano Bandecchi di destra, ma soprattutto con atteggiamenti sopra le righe noti come il famoso “sputo”. E’ probabile che lo spostamento a destra del centrodestra (a parte Forza Italia che in Umbria ha avuto un discreto risultato) non le stia giovando.
(Massimo Mongardi)