Imola. Quale scuola superiore scegliere? Per un giovane/una giovane, anche se coadiuvati dalla famiglia, non è un compito facile. Tra l’altro, ad un’età ancora immatura, si pone il dilemma di doversi orientare tra studi molto diversi: licei, scuole tecniche o professionali, con una marea di indirizzi. In più c’è l’esigenza di accedere ad un percorso di apprendimento e crescita che possa soddisfare le migliori aspettative per il futuro.
In questo viene in soccorso, annualmente, lo studio rivolto agli istituti scolastici superiori statali e paritari della Fondazione Agnelli. Con una divisione città per città, l’indagine è online dal 21 novembre 2024 sul sito di Eduscopio (https://eduscopio.it). Quest’anno è stata svolta analizzando i dati di oltre 1,3 milioni di diplomati italiani negli anni scolastici 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021 in circa 8.150 indirizzi di studio nelle scuole secondarie di secondo grado, sia statali sia paritarie.
Per Imola e dintorni ci sono conferme ed alcune sorprese, che verranno indicate nel corso dell’articolo.
Entrando nel sito si deve esercitare già una prima scelta fondamentale: “cerco una scuola che mi prepari al meglio per l’università o per il mondo del lavoro?”
È il primo discrimine fondamentale. Una volta chiarito questo punto si può proseguire. Per chi vorrebbe prepararsi ad un impiego la questione successiva che pone il sito è: “in base alla scuola scelta, troverei lavoro facilmente? Farei il mestiere per il quale ho studiato?”
Sulla base di queste domande, indicando l’indirizzo di studio: tecnico-economico, tecnico-tecnologico, professionale-servizi o professionale-industria e artigianato e la distanza chilometrica massima rispetto al Comune in cui si abita, si accede alla lista delle scuole, elencate in ordine di punteggio decrescente.
Ad esempio l’istituto tecnico “Bartolomeo Scappi” di Castel San Pietro Terme, per l’indirizzo tecnico-economico, ha una buona coerenza tra il lavoro che si trova a due anni dal diploma e il titolo di studio conseguito: 35%. Il “Paolini Cassiano” di Imola si attesta solo al 22,39%. A due anni dal diploma trova lavoro per almeno sei mesi (non necessariamente coerente con il percorso scolastico) il 54,28% di chi ha terminato la scuola castellana e il 65,65% di chi ha seguito la scuola tecnica imolese.
Per chi sceglie invece il tecnico-tecnologico, la maggiore percentuale di coerenza tra materie apprese e lavoro avviato successivamente va alla scuola tecnica “Francesco Alberghetti” di Imola: 55,03% dei diplomati ha trovato poi un lavoro inerente e una qualifica professionale in linea con il percorso scolastico intrapreso; a seguire si piazza l’istituto “Luigi Bucci” di Faenza al 51,56%. Trova lavoro nei due anni post diploma il 71,89% dei maturati della scuola tecnica imolese e il 71,41% dei maturati alla scuola faentina (si tratta sempre di lavori non necessariamente coerenti con il titolo di studio e di durata anche solo di sei mesi).
Le altre scuole imolesi, il “Paolini-Cassiano” e lo “Scarabelli-Ghini” hanno rispettivamente un indice di coerenza di 40,91% e di 22,44% e una percentuale di avviati al lavoro nei due anni di 35,89% e di 62,44%.
Per chi invece opta per una scuola di tipo professionale-servizi, l’istituto professionale “Bartolomeo Scappi” di Castel San Pietro Terme si attesta al 47,74% di coerenza tra tipo di studio e lavoro trovato, con il 65,83% che trova comunque un lavoro per almeno sei mesi, seguito dall’istituto “Persolino-Strocchi” di Faenza al 46,59 di coerenza e al 63,5% di livello di occupazione. Il “Paolini-Cassiano” risulta quarto con 52,41% di avviati al lavoro e 31,34% di lavori coerenti con la qualifica conseguita.
Infine se la scelta ricade su una scuola che qualifica per lavorare nell’industria o nell’artigianato, la migliore percentuale di coerenza tra corso di studi e mestiere avviato a due anni dal diploma vede in testa il “Luigi Bucci” di Faenza con una percentuale del 74,55% e con con un 82,43% di diplomati che hanno lavorato almeno sei mesi nei due anni successivi alla maturità; seguito dell’Istituto professionale “Alberghetti” di Imola con il 67,95% di coerenza tra studio e lavoro che si svolgerà e 59,86% di diplomati che comunque hanno avuto un contratto di almeno sei mesi nei due anni successivi alla fine della scuola.
Tornando alla scelta iniziale da cui si è partiti e per la quale la risposta non è così semplice, nel caso in cui l’interesse dello studente o studentessa che esce dalla scuola media fosse quello di scegliere una scuola superiore che prepara all’università, vengono proposti i vari licei: classico, scientifico, scientifico-scienze applicate, scientifico-sportivo (analizzato a sè per la prima volta quest’anno), scienze umane, scienze umane-economico sociale, linguistico, artistico e di nuovo vengono indicati in questa lista anche gli istituti tecnici, dove comunque, una buona percentuale di studenti che si diploma, prosegue gli studi.
Il liceo classico che pare preparare meglio al proseguimento degli studi risulta il “Gregorio Ricci Curbastro” di Lugo, dove la media dei voti universitari ottenuti dagli studenti che hanno frequentato quella scuola nei tre anni precedenti è 28,01 e i crediti ottenuti in percentuali rispetto a quelli previsti nel primo anno di corso sono 71,83; segue il liceo “Torricelli- Ballardini” di Faenza, con 26,8 come media dei voti universitari ottenuti da chi ha preso il diploma negli ultimi anni in tale istituto e solo terzo il “Benvenuto Rambaldi” di Imola con 26,79 come media dei voti universitari successivi e 70,75 crediti ottenuti.
La stessa classifica stilata per il liceo scientifico tradizionale vede al primo posto il “Torricelli-Ballardini” di Faenza, con media voti universitari di 27,92 e crediti ottenuti di 86,5; il “Gregorio Ricci Curbastro” di Lugo con voti medi universitari ottenuti dagli studenti diplomati nei tre anni precedenti di 27,44 e crediti 87,45 ed infine segue il liceo scientifico “Luigi Valeriani” di Imola con media voti universitari ottenuti dagli studenti che hanno terminato quella scuola di 27,72 e crediti ottenuti di 81,81.
La classifica relativa al liceo scientifico-scienze applicate vede in testa il “Gregorio Ricci Curbastro” di Lugo, con 27,32 di media dei voti universitari ottenuti dai suoi ex allievi e 93,35 di crediti ottenuti, seguito dal “Francesco Alberghetti” di Imola con media voti 26,92 e 84,28 crediti ottenuti.
Nell’ambito del corso di studi dedicato alle scienze umane si attesta primo l’istituto “Alessandro da Imola”, facente parte del polo liceale Rambaldi-Valeriani da Imola con 25,32 media voti universitari e 55,68 crediti ottenuti rispetto a quelli previsti al primo anno di corso, seguito dal “Torricelli-Ballardini” di Faenza (medi voti 23,78 e crediti 56,33%).
Tra i licei linguistici spicca il “Torricelli-Ballardini” di Faenza con media voti universitari ottenuti dagli ex studenti della scuola di 26,14 e crediti di 81,92, seguito dal Gregorio Ricci Curbastro di Lugo. Terzo il liceo linguistico imolese “Alessandro da Imola” del polo Rambaldi-Valeriani da Imola con media voti universitari di 25,42 e 61,95% di crediti.
Tra le scuole imolesi di indirizzo tecnico-economico che preparano all’università si distingue il “Paolini-Cassiano” con media voti universitari ottenuti da suoi ex studenti di 24,26, mentre il “Bartolomeo Scappi” di Castel San Pietro Terme ha una media voti di 23,55. Lo stesso avviene tra gli istituti tecnici-tecnologici: si distingue sempre il “Paolini-Cassiano”, con medi voti universitari successivi alla frequentazione della scuola di 26,19, contro lo “Scarabelli-Ghini”, che ha una media voti universitari di 24,68 e il “Francesco Alberghetti” il 23,51.
A livello nazionale la classifica Eduscopio incorona le grandi città:
Licei Classici: il Visconti a Roma e il Sacro Cuore a Milano si confermano al vertice.
Licei Scientifici: il Volta di Milano e il Righi di Roma primeggiano per i risultati universitari.
Istituti Tecnici: il Falcone-Righi di Corsico e il Gino Zappa di Milano si distinguono per l’occupabilità.
Linguistici e Scienze Umane: scuole come l’Amaldi a Roma e il Manzoni a Milano brillano per la qualità dell’insegnamento.
Infine il comunicato stampa di Eduscopio informa che i diplomati che vanno all’università continuano a risentire dell’effetto Covid (gli studenti analizzati si fermano all’anno scolastico 2020/21), con una percentuale maggiore di chi non da’ esami nel primo anno, e una media di voti un po’ più bassa rispetto al periodo pre Covid, mentre l’occupazione dei diplomati tecnici e professionali pare ritornata ai livelli pre-pandemia.
(Caterina Grazioli)