Nonostante la precettazione fatta scattare dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, Cgil e Uil confermano lo sciopero generale di venerdì 29 novembre. Il decreto firmato dal ministro riduce di 4 ore lo sciopero nei trasporti (dalle 9 alle 13) mentre resta di 8 ore negli altri settori (lo stop non riguarderà i ferrovieri).
Una mobilitazione che si articolerà in 43 piazze su tutto il territorio nazionale, indetta per contrastare le scelte ingiuste e sbagliate del Governo.
I sindacati chiedono di cambiare la manovra di bilancio, aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici e investire nelle politiche industriali.
La manifestazione regionale si terrà a Bologna: il corteo partirà da Porta Lame alle ore 9.30 per arrivare in piazza Maggiore, dove alle 10.30 interverranno Marcello Borghetti, segretario generale Uil Emilia Romagna e Maurizio Landini, segretario generale Cgil nazionale.
Pullman da Imola con partenza alle ore 7 dal parcheggio ex Riverside con fermate a Toscanella e Castel San Pietro Terme. Prenotazione posti al 345.4447342.
Diverse centinaia le persone che si sono già prenotate per partire da Imola, in pullman e treno, per partecipare alla manifestazione.
“Lo sciopero del 29 novembre non è uno sciopero pregiudiziale, ma di merito – afferma Stefano Moni, segretario generale Cgil Imola – motivato dal fatto che il Governo ha varato il disegno di legge di bilancio in Consiglio dei Ministri, senza alcun confronto con il sindacato, fatto gravissimo mai accaduto prima. Per rispettare i parametri del nuovo patto di stabilità, il Governo ci costringerà a subire sette anni di austerità, una austerità che comunque non colpirà tutti, ma coloro che vivono di reddito fisso e cioè i soliti noti: lavoratori e pensionati. I miliardi di cui il Governo ha bisogno deriveranno dal taglio della spesa pubblica e quindi Sanità, Istruzione e Fondo per la non autosufficienza, già ridotte allo stremo. Per i giovani non viene messa in atto alcuna misura per contrastarne la precarietà che da lavorativa diventa sempre più spesso esistenziale e che costringe ogni anno circa centomila giovani a lasciare il nostro paese. Per quanto riguardo le pensioni – continua Moni -, dove sono finite le dichiarazioni ‘sbaraccheremo la Fornero’, per usare le parole del ministro Salvini: ciò che si vede è che in questa manovra si azzerano le forme di flessibilità in uscita e sarà proposto di allungare (per ora su base volontaria) l’età lavorativa sino a 70 anni e oltre”.
“Servirebbe una riforma realmente progressiva, con una forte riduzione del carico fiscale su stipendi e pensioni e una maggiore tassazione degli extra profitti e delle rendite finanziarie. Il 94% dell’Irpef la pagano i lavoratori e i pensionati, in un paese che ha più di 100 miliardi di evasione fiscale e dove la rendita finanziaria, quella immobiliare, ed il reddito di impresa hanno un livello di tassazione inferiore a quello del lavoro dipendente e delle pensioni. Fino a quando mancherà il coraggio di prendere i soldi dove ci sono – conclude Moni -, continueremo ad assistere a queste storture inaccettabili”.
“Mezzogiorno, la crisi, la disoccupazione, i salari che perdono il potere d’acquisto, la sanità, le pensioni, sono tutti i temi che noi abbiamo messo all’ordine del giorno del confronto con il governo e sui quali ancora aspettiamo che il governo dia delle risposte – aggiunge Giuseppe Rago, Coordinatore confederale Uil Emilia Romagna -. Abbiamo fatto un primo confronto con il governo che non è soddisfacente. Abbiamo soltanto ascoltato le decisioni assunte dal governo. Noi abbiamo ribadito le rivendicazioni e ovviamente andiamo verso uno sciopero generale al quale chiediamo alla popolazione di partecipare per raccontare che in questo paese c’è gente che soffre, c’è gente che ha un grande problema economico perché ha perso il 20% del potere d’acquisto. Ci sono tante persone che hanno grandi problemi con il Servizio Sanitario Nazionale, sul quale bisogna investire di più. Ci sono tantissime persone, soprattutto personale dipendente e pensionati, che pagano l’Irpef che consente a questo paese di avere i servizi pubblici. Ci sono tanti lavoratori e tante lavoratrici che vorrebbero andare in pensione e ci sono i pensionati che ovviamente faranno festa quest’anno, perché con i tre euro di aumento, saranno in grado di organizzare un cenone molto ricco. Ma noi continuiamo a preoccuparci per loro, a chiedere al governo di cambiare le scelte fatte. Queste le principali ragioni per cui da Imola ci muoveremo il 29 novembre verso Bologna in tanti per manifestare nella giornata di sciopero generale”.