Castel del Rio (Bo). “Salviamo i nostri crinali” è lo slogan di un’escursione con performance per salvaguardare i crinali del nostro appennino da uno dei numerosi progetti di impianti eolici industriali che vengono presentati da imprese multinazionali, organizzata dal comitato “I nostri crinali”, si svolgerà domenica 15 dicembre (inizialmente era prevista per l’8 dicembre).

L’ultimo progetto che ci riguarda, e che è stato depositato presso il ministero dell’Ambiente, prevede la realizzazione di un impianto eolico di 13 aerogeneratori che misurano 180 metri in altezza per la potenza di 78 MW sul crinale Pratolungo – Monte La Fine, ricadenti in parte in territorio emiliano romagnolo e in parte in quello toscano.

L’iniziativa di domenica 15 dicembre

Partenza da due punti diversi: dalle Selve di Castel del Rio (Bo) ore 9.30, percorso di 8,5 km, dislivello +360 -300. Info e prenotazioni: guida escursionistica Stefano Schiassi : tel. 328.7414401

Da Piancaldoli: ritrovo parcheggio bivio per Castagnaro (FI) ore 9, percorso di 12 km, dislivello +/-600 m. Info e prenotazioni: guida Corrado Arienti : tel. 340.6009511

All’arrivo su Monte Pratolungo verso le 12 si incontreranno vari artisti fra i quali: Luigi Berardi con la sua arpa eolica, la vocalist Luisa Cottifogli, l’arpista bretone Marianne Gubri, il percussionista ravennate Jader Nonni.

La partecipazione è gratuita. Serve un abbigliamento adatto alla stagione, scarpe da trekking, zainetto con acqua e pranzo al sacco, bastoncini (per chi vuole utilizzarli), un cambio pulito da lasciare in auto.

“Sicuramente si tratta uno dei più grandi impianti proposti sul nostro Appennino su uno dei crinali di maggior pregio paesaggistico, naturalistico, storico ed escursionistico di tutta la valle del Santerno e del Sillaro – spiegano gli organizzatori -. L’impatto dell’opera prevista sarebbe devastante per il paesaggio, per gli habitat del crinale (che ospitano svariate specie particolarmente protette), per la fragilità idrogeologica già messa a dura prova dalle frane e dalle alluvioni del 2023 e del settembre 2024. Immaginate portare e montare sul crinale di Monte la Fine pale di 75 m di diametro e sezioni di torri con l’ausilio di motrici e autoarticolati che sono illustrati nel progetto. Per non parlare delle autobotti e delle betoniere, così come indicato nella documentazione della società proponente”.

Il rischio è che “panoramici sentieri di crinale vengano trasformati in strade larghe 14 metri (6 m di larghezza più gli scoli laterali), tra piazzole di cemento di 60×30 m nella fase di esercizio, ma molto più estesi in fase di cantiere. E per cosa? Per un’energia venduta sul mercato a vantaggio di un’impresa che ha sede in Danimarca e non certo degli abitanti locali”.