Si è svolta a Roma lo scorso 3 dicembre la terza Assemblea Nazionale Programmatica dell’associazione AgroCEPI  che riunisce centinaia di imprese agricole in tutti i settori dell’agroalimentare.

Il Presidente Nazionale Corrado Martinangelo nel chiudere la riunione ha lanciato una proposta che può apparire provocatoria, ma contiene una verità sempre più evidente : “  valorizzare l’agroalimentare significa necessariamente avere una visione proiettata a livello europeo e iniziare a parlare di Made in Europa. Dobbiamo fare sistema. Questo è un dovere, perché oramai è evidente che parlare di sola Politica Agricola Comune non basta più, serve un piano strategico europeo per l’agroalimentare. Dobbiamo costruire un un vero e proprio PNRR agrifood se vogliamo contare su una prospettiva virtuosa per l’Italia e l’intera Unione Europea”.

Al centro del dibattito con le gli invitati istituzionali e non, il tema del diritto al cibo di qualità, requisito necessario per garantire la sostenibilità dei processi. Quindi la proposta di inserire il diritto al cibo di qualità in Costituzione. Approvata quindi la relazione del Presidente Martinangelo dove si traccia l’attività per i prossimi mesi di AGROCEPI che rimarrà in prima fila a rappresentare l’intera filiera agrifood, tenendo una interlocuzione pressante con le istituzioni a tutti i livelli territoriali. Si propone a tutti i protagonisti dell’agroalimentare italiano, alle istituzioni, agli enti scientifici e di ricerca e ai consumatori un “ Patto per il cibo di qualità per tutti”.

A conferma dell’accresciuta rappresentatività dell’Associazione numerose le presenze istituzionali . A partire da quella del sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra, al Vice Presidente della commissione agricoltura della Camera  on. Maria Chiara Gadda (Iv), all’on Stefano Vaccari (PD) segretario di presidenza della Camera, all’on Maria Elena Boschi (Iv), all’eurodeputato Dario Nardella , coordinatore S&D in Comagri del parlamento Europeo, agli eurodeputati Alberico Gambino (FdI) e Camilla Laureti (PD), l’attuale capogruppo del M5s al Senato Stefano Pattuanelli, l’ex ministro Teresa Bellanova, il presidente della commissione d’inchiesta sulle Periferie Alessandro Battilocchio (FI). Una importante presenza tecnico istituzionale  , molto gradita , è stata quella del direttore generale di ISMEA , Sergio Marchi.

Presenti pure rappresentanti del mondo bancario : Bper Banca, MPS , Intesa Sn Paolo, ICCREA che hanno sottolineato l’obbligatorietà del capofiliera nei progetti finanziati con fondi PNRR di rendicontare ottemperando alla normativa ESG e dunque in generale alla sostenibilità ambientale , elemento sempre più necessario far comprendere alle PMI   che dovranno investire ad hoc sul tema nei prossimi anni.

Infine a sottolineare il ruolo ricoperto da Agrocepi vi è stata la partecipazione , in videoconferenza , del Presidente Nazionale di Confagricoltura e del COPA , Massimiliano Giansanti e di un rappresentante della CIA Nazionale. Nel suo intervento Giansanti ha sottolineato la necessità di definire quali sono gli obiettivi che le Istituzioni chiedono agli agricoltori di raggiungere, l’urgenza di garantire redditi agli stessi e di ripensare alla PAC troppo sbilanciata verso le misure ambientali.

L’assemblea al termine dei lavori ha confermato gli organismi direttivi di Agrocepi rieleggendo il Presidente Martinangelo e ha nominato nella giunta nazionale due rappresentanti di Agrocepi Emilia Romagna , di recente costituzione: l’avv. Luigi Taroni e Roberto Fenati.

In merito al tema centrale dell’Assemblea ovvero produrre CIBO di Qualità , Agrocepi E_Romagna , in considerazione dei sempre più evidenti cambiamenti climatici  e del consumo e utilizzo indiscriminato del capitale naturale : terra, acqua, aria, servizi ecosistemici in generale ritiene sempre più pressante porre la questione dell’aggiornamento  dei paradigmi di sviluppo del sistema agricolo regionale e nazionale. Cogliendo  gli spunti emersi nel dibattito assembleare sarebbe ora di riflettere su che tipo di sistema agricolo l’Italia si può permettere di avere.

Legato alla tipicità e qualità , in zone vocate, oppure continuare a produrre in maniera massiva produzioni che non riescono a sostenere il redditto delle imprese agricole , ma fanno il bene degli altri attori delle filiere ? Forse sarebbe opportuno che il sistema politico , in primis, cominciasse a riflettere in prima persona su questo strategico settore visto gli scenari sempre più preoccupanti che si intravedono nel mondo.

 (Roberto Fenati)