Imola. Gli indicatori principali del Cau (Centro di assistenza urgenza) nel suo primo anno di vita, secondo il direttore generale dell’Ausl Andrea Rossi, sono positivi. “I tempi medi di attesa sono di 43 minuti, molto più bassi dei codici meno gravi del Pronto soccorso, e la qualità percepita dagli utenti registra un 86% di giudizi positivi”. Al Cau quest’anno sono andate 18.054 persone, con una media di 50 accessi giornalieri. Ma attenzione: 9.013 cittadini sono andati al Cau durante le 243 giornate feriali (media di 37,1 accessi al giorno), e ben 9.041 nelle 118 giornate prefestive o festive (media di 76,6 accessi al giorno), quando i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta non sono in servizio. Quindi il Cau è servito molto come supplenza quando i medici di famiglia non sono al lavoro e in tali giornate sono state anche tante le prescrizioni di medicinali richieste “anche se questa non dovrebbe essere, in condizioni di normalità, una funzione del Cau”, ha precisato il dottor Rossi che ha pure sottolineato come “i dati di utilizzo sono incoraggianti: per le problematiche di cui tratta, di natura non grave e a bassa complessità ma che richiedono un intervento sanitario rapido (quindi è utilizzato da molti lavoratori), c’è a disposizione un servizio concretamente sostitutivo del pronto soccorso ed integrativo all’assistenza primaria”. Infatti nei primi dieci mesi del Cau i codici bianchi e verdi al pronto soccorso si sono ridotti del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.

“Il problema maggiore – conclude il direttore generale Andrea Rossi – è che ad oggi il tunover ha già portato alla sostituzione di 4 medici su 13, pari circa al 30% del totale. Entro il 2025 ci aspettiamo che possano uscire dal servizio non meno di 5 medici specializzandi in formazione che completeranno il ciclo post-laurea. Entro tre anni dall’apertura del Cau la sostituzione dei Cau-Boys sarà del 100% vanificando totalmente l’investimento formativo in competenze specifiche. Questo via vai è destinato a proseguire”.