Fra pochi giorni sarà Natale e per i più “laici” è la prima di una lunga serie di meeting ludici ove comunque “accomunare” gesti di benevolenza, accoglienza e conciliazione anche se sarà ancora una volta ricorrenza rattristata dalle news di guerra da Ucraina, Gaza e Siria (quelle che ci riguardano più da vicino) che sono lì a incupire gli animi per la possibilità che la pace possa venir meno malgrado i deboli segnali per un cessate il fuoco duraturo.

Per questo motivo qualcuno proverà disagio per questo contrasto tra il tradizionale clima festivo-godereccio e le news che arrivano dai fronti dove quella gente meno fortunata di noi muore, come la Chiesa d’altronde ci ricorda nelle omelie della domenica ovvero che ciò che verrà gioiosamente annunciato il 25 del mese dovrà anche indurre fedeli (e non) a non dimenticare il dolore profondo di quei “fratelli” avvolti dal buio dei conflitti e straziati dal dolore più profondo.

Parole Sante ma finora vane, perché da sempre nulla finora si è rimediato ai guai provocati da parte di quegli “appartenenti ai popoli” che con una mano hanno distribuito aiuti mentre con l’altra hanno lisciato le piste di decollo dei bombardieri in nome di azioni di pace che invece sono solo guerra.
E’ da qui che nasce malumore (e rabbia) per questa stridente divisione fra festa e tragedia, ed è da qui che nasce il disagio che annacqua il buonumore (di qualcuno) di noi fortunati quando ci appresteremo a far strenne natalizie in famiglia o parteciperemo con i colleghi alle cene aziendali di fine anno.

Malgrado ciò le comunità si ritroveranno come sempre nei luoghi inclusivi di festa, siano essi laici o ecclesiastici, a “bacchettare” sì chi non fa abbastanza per la pace ma soprattutto a santificare queste giornate in onore di Gesù Bambino adattandole ai piaceri di tutte le fasce d’età, fino a informatizzarle ad uso e consumo dei giovanissimi con mappature geo localizzate dei presepi sul territorio accessibili con Qrcode.

Il Natale dei fortunati, come la maggior parte di noi, sarà perciò ancora una volta e malgrado tutto una opportunità per (ri) scoprire la bellezza di stare insieme con l’azione o con la parola, con storie che toccano il cuore e che fanno sentire più sereni, più buoni e più vicini allo spirito tanto fiabesco quanto religioso dell’essere d’aiuto al prossimo, a (ri) trovare quella fratellanza a volte perduta che si può esprimere con gesti esteriori (doni), elargendo sorrisi, ringraziamenti o parole di incoraggiamento, ma soprattutto con comportamenti interiori di cura verso se stessi profondi ed autentici.

(Giuseppe Vassura)