La pulizia è fondamentale in ogni luogo, uffici e luoghi di lavoro inclusi, tuttavia diventa quasi emblematica nell’industria alimentare, dove la contaminazione non è mai auspicabile e tutto va pulito e sanificato costantemente.
Dalle superfici di lavoro ai pavimenti
Ovunque si trattino ingredienti o cibarie, occorre certamente ripulire la superficie di lavoro, ma lo è altrettanto occuparsi di pavimenti e spazi comuni. Un’azienda specializzata come Faip, ad esempio, propone una vasta gamma di idropulitrici e supporti per la sanificazione, indispensabili in questi ambiti.
Come è noto, le procedure descritte dall’HACCP si rivelano prioritarie e obbligatorie per legge. L’acronimo significa: Hazard Analysis and Critical Control Points, quindi Analisi dei Pericoli e Controllo dei Punti Critici. Non si tratta solo di eliminare lo sporco visibile, ma anche quello… “invisibile”, rappresentato da batteri e contaminanti diversi.
E se tale contaminazione si trova a terra, non conta il fatto che si trovi relativamente lontana dai piani di lavoro, perché può comunque esservi riportata facilmente. Non a caso, nell’industria alimentare l’abbigliamento prevede non solo una divisa adeguata, ma persino soprascarpe monouso.
Esistono inoltre dei passaggi specifici da seguire per ogni fase della pulizia.
La pulizia passo dopo passo
Durante i primi step di pulizia, si asportano meccanicamente le parti più grossolane con l’aiuto di supporti dedicati. Nel caso dei pavimenti, può trattarsi di scope elettriche e aspirapolveri di grandi dimensioni; vi sono poi altre fasi che possiamo così riassumere:
• Lavaggio con acqua calda.
• Aggiunta del detergente.
• Risciacquo.
• Disinfezione.
Ogni passaggio prevede un macchinario e una serie di azioni da compiere per farlo al meglio. L’acqua per il primo lavaggio, ad esempio, non dovrebbe avere una temperatura inferiore ai 45 gradi, meglio se tendente ai 60 gradi. Non superarla significa eliminare eventuali residui grassi in modo efficace, evitando al contempo che aderiscano di più alla superficie. Molte lavasciuga industriali sono dotate di spazzole che strofinano proprio mentre erogano l’acqua alla temperatura giusta.
La fase di detersione può avvenire sia con agenti specifici che a opera di getti di vapore ad alta temperatura. La strategia migliore sarebbe usare entrambi gli elementi, adeguandoli ovviamente al tipo di sporco ma anche alla tipologia di superficie che si sta trattando.
In ambito alimentare, così come in molti altri, non è raro che occorra lavare delle parti meccaniche molto piccole, ad esempio per quanto concerne i macchinari. Può quindi risultare utile l’impiego di vasche lava pezzi con pompaggio ad alta pressione o persino con gli ultrasuoni.
Dopo il risciacquo ed eventuale asciugatura (i lavasciuga sono, come visto, dispositivi molto utilizzati), bisogna occuparsi della disinfezione. In questo caso, torna utile il vapore ad alte temperature oppure un disinfettante a base alcoolica. Si usano in aggiunta ammoniaca, aldeidi, composizioni con iodio e acqua ossigenata.
Se dopo la disinfezione si ritiene che alcune particelle chimiche potrebbero rimanere sulle superfici, si può procedere con un secondo risciacquo così da evitare contaminazioni successive e avere una pulizia ancora più profonda.