Bologna. Una grande propensione delle aziende dell’area metropolitana bolognese a svolgere azioni pro sostenibilità frenata però dalle difficoltà a investire per il caro denaro e per una congiuntura internazionale che preoccupa. Questo in sintesi è ciò che emerge dal sondaggio realizzato nelle settimane scorse dal Centro studi di Confartigianato Emilia Romagna.

I dati sulla Città metropolitana di Bologna

L’85,9% delle imprese bolognesi svolge azioni pro sostenibilità ambientale, una quota superiore alla media regionale (77,9%), mentre il 93,5% agisce concretamente in un’ottica di sostenibilità sociale, anche in questo caso superando la media regionale (88,6%). Questo evidenzia un impegno significativo da parte delle micro e piccole imprese bolognesi verso un futuro sostenibile, nonostante le sfide economiche e organizzative che caratterizzano il contesto attuale.

Bologna si distingue in regione anche per gli investimenti previsti in formazione professionale (81,6% contro la media regionale del 66,8%), digitalizzazione (68,3% vs 51,8%) e gestione etica d’impresa (50,5% vs 34,3%). Risulta inoltre la prima provincia per quota di imprese che hanno interesse a partecipare a una Cer (Comunità energetica rinnovabile), pari al 38,1% cioè quasi due su cinque.

Tuttavia questa propensione è in qualche modo rallentata dalla difficoltà a sostenere gli investimenti necessari per restare al passo con la twin transition digitale e green: il 48,2% delle imprese bolognesi ha realizzato tutti gli investimenti in programma nel 2024, mentre il 18,9% li ha ridotti e il 10,4% li ha annullati o rimandati. Questo a causa della difficile congiuntura causata dagli effetti della stretta monetaria più pesante della storia dell’euro e da una performance del commercio internazionale più debole delle previsioni.

Le prospettive delle imprese per i primi mesi del 2025 rimangono pessimiste, con un saldo negativo tra chi si aspetta una crescita e chi un calo del fatturato (-6,4 punti).

Amilcare Renzi

“Tra le nostre imprese c’è sempre stata questa forte propensione verso la sostenibilità ambientale e la digitalizzazione che nascono da una cultura dell’artigianato e della Pmi verso le produzioni di qualità – sottolinea Amilcare Renzi segretario di Confartigianato Bologna Metropolitana -. Ma queste azioni comportano investimenti anche importanti che nel contesto attuale possono spaventare alcune imprese e quindi diventare un freno verso l’innovazione. Su questo versante c’è sicuramente bisogno di una sensibilità molto forte del sistema bancario e del supporto della Regione con bandi che in qualche modo possano essere da stimolo agli investimenti”.

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I numeri chiave delle Pmi emiliano-romagnole

Il 77,9% delle Pmi emiliano-romagnole svolgono azioni pro-sostenibilità ambientale, il 24,2% partecipa o vorrebbe partecipare ad una Comunità energetica rinnovabile.

L’88,6% delle Pmi con dipendenti svolge azioni pro-sostenibilità sociale e il 66,8% investe in formazione professionale.il 23,9% ha bilancio sociale, codice di condotta, codice etico e/o carta dei valori. Ma nel 74,5% dei casi non è prevista alcuna comunicazione della propria sostenibilità. Il 50,0% delle Mpi vorrebbe ricevere supporto, consulenza e/o formazione sul tema sostenibilità.

il 22,7% delle Pmi ha certificazioni di qualità, ambientali, di sicurezza e/o sociali e il 71,0% delle Pmi con bilancio sociale o certificazioni se ne è dotata di propria volontà.

Tuttavia il 32,1% delle Pmi ha dovuto ridurre o annullare gli investimenti in programma per il 2024.